Cristian Sori

Founder Senior

Allarme Bitcoin: restano da minare solo il 20%

2019-10-06 14:17:41

Forse non tutti sanno è che il numero di bitcoin potenzialmente da minare, cioè da estrarre, è limitato. E presto questo limite potrebbe essere raggiunto.

Satoshi Nakamoto, il leggendario quanto oscuro creatore della prima moneta virtuale (tanto oscuro da far pensare che possa non essere un solo soggetto ma un gruppo di hacker) quando diede vita al software che a sua volta avrebbe generato i bitcoin, fece in modo, anche per questioni inflazionistiche, che il numero delle stringhe da estrarre, dovesse essere limitato a 21 milioni. Attualmente siamo poco sotto i 17 milioni di bitcoin creati (per la precisione 16.800mila esemplari) e non resta perciò un grande margine di lavoro dal momento che le proiezioni parlano di uno stop entro il 2040. Se non prima. Infatti dato il successo planetario e soprattutto il valore estremo raggiunto dalla criptovaluta nelle ultime giornate di dicembre, quando ha sfiorato il massimo storico di 20mila dollari, in molti hanno deciso di gettarsi a capofitto nell'affare. A tutto vantaggio delle valutazioni e a discapito di un consumo energetico esorbitante: per permettere le operazioni di estrazione, infatti, i computer hanno bisogno di molta energia, spesso estratta da fonti non rinnovabili, il che ha favorito una presa di posizione tendenzialmente negativa da parte di alcuni governi, come quello della Cina, che da tempo si sta impegnando a favore di politiche ambientali più forti.

Al di là di questo, però, resta un'altra innegabile verità: questa diffusione ha danneggiato anche gli stessi miners ovvero gli utenti che partecipano all'estrazione dei bitcoin dietro compenso. Un compenso che dagli iniziali 50 coin si è ridotto a 12.5 nel 2016 e che nel 2020 non arriverebbe a 6.25 bitcoin, il tutto a fronte di un aumento delle difficoltà di creazione man mano che ci si avvicina alla chiusura dei conti. In tutti i sensi.