Cristiano Piattoni

Top Founder Senior

Li non ce l'ho fatta. L'estate scorsa sono andato con la famiglia a visitare Auschwitz e ho portato con me la macchina da presa. Non è stato facile, in alcuni momenti non è stato facile perfino trattenere le lacrime. Io, abituato a restarne fuori, ad essere l'occhio degli altri, li non ce l'ho fatta. Mi sono sorpreso coinvolto, e coinvolto in pieno. Mentre giravo mi chiedevo cosa ne avrei fatto di quel materiale, mi pareva troppo distaccato e riduttivo raccontare "semplicemente" quello che avevo visto. Ad un certo punto ho deciso di togliere l'auricolare dove la guida spiegava, "asetticamente" come fosse un libro di scuola, quello che ormai è diventato solo un museo. È stato a quel punto che ho smesso di guardare e ho cominciato a "sentire". A sentire la paura d'avanti ai forni, il dolore delle ferite, lo sfinimento della fame. A sentire l'umiliazione dell'essere umano, la restrizione del filo spinato. "Sentire" è stata poi la chiave per montare questo documento che non è altro che la rappresentazione per immagini del mio stato d'animo. Così, semplicemente da turista. Come fosse una fotografia. Perchè quel giorno non stavo lavorando. Stavo vivendo. E stavo vivendo intensamente. Li, su quel suolo, proprio sotto i miei piedi, una volta c'era l'inferno.