Cristian Aliprandi

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Australia, la strana storia della piramide dimenticata

2019-10-04 18:10:05

La piramide di Gympie è una struttura terrazzata ubicata nel Queensland australiano, realizzata molto prima della colonizzazione europea. Statue e altri oggetti scomodi, scoperti nel sito a partire dalla fine dell’800, sono scomparsi nel nulla.Questa struttura e il lascito di una civiltà sconosciuta

L’Australia, una terra ancestrale dove la presenza degli antenati è ancora viva e forte. La cultura aborigena lotta strenuamente per la sua sopravvivenza, ma vi è un ritorno delle nuove generazioni alla sapienza del Tempo di Sogno, come viene da loro chiamato quel regno sacro da cui il mondo prende forma. È la conoscenza degli sciamani dell’Australia che caratterizza tutta la preistoria di questa meravigliosa terra, ma esiste un aspetto poco conosciuto dell’Australia, un suo lato storico fin troppo screditato dalla scienza, relativo alla conoscenza di queste terre da parte di grandi civiltà occidentali come egizi e fenici, in epoche remote.

Diversi ricercatori hanno approfondito la possibilità che navigatori del vecchio mondo possano essere giunti in Australia almeno un millennio prima di Cristo. E questo avrebbe potuto portare alla realizzazione di alcune strutture come quella chiamata Gympie Pyramid, una costruzione piramidale, così chiamata per essere ubicata nel territorio di Gympie-Cooloola nel Queensland sud-occidentale.

Il nome “Gympie Pyramid” può essere fuorviante, sebbene sappiamo che una volta esistevano due strutture separate nelle zone a est di Gympie City nel Queensland, tra il 1850 e il 1890. La maggiore costruzione sembrava essere una piramide a gradoni simile a quelle maya. Tuttavia, con la mancanza di prove tangibili questi concetti non possono essere documentati. La maggior parte dei resti, se non tutti, relativi a questa struttura, furono infatti distrutti prima del 1900. Soltanto i blocchi in arenaria, ora incorporati negli edifici più antichi della città, rappresentano i resti di testimonianze, alcune delle quali portano i segni dei primi tagli su pietra e calibratura insieme a particelle di ottone/rame/acciaio visualizzate con potenti microscopi.

La seconda struttura è quella di un complesso di colline terrazzate scoperte negli anni Settanta. L’esistenza di questo “tumulo” non era conosciuta al tempo della scoperta. Per quale scopo venisse utilizzato è oggi semplice teoria, alcuni hanno affermato che si trattasse di una collina fortificata, altri invece che fosse un osservatorio astrologico a causa di un cerchio in pietra alla sua cima che comprendeva 13 colonne di pietra con al centro un tavolo monolitico circolare che potrebbe essere stato utilizzato come meridiana. Queste caratteristiche uniche furono distrutte durante la pulizia del territorio per gli alloggiamenti residenziali negli anni Ottanta. Oggi, tutto quello che si può vedere sono le forme terrazzate che circondano l’ex “tumulo”, dieci delle quali sono state finora stimate.


Le ricerche sul sito e la sua storia passata sono state in atto per ben oltre ottanta anni, senza però conclusioni concrete. Vari ricercatori, archeologi, geologi (dilettanti o professionisti) hanno effettuato delle analisi sul sito. Trattandosi di una delle storie australiane più controverse, molti hanno scritto sull’enigma e hanno fatto ricerche per decenni. Alcuni tra questi ricercatori hanno presentato delle obiettive sintesi di miti, leggende, storie, richiami e parallelismi associati ad antiche discussioni durate decenni riguardo alle scoperte della molto acclamata (e molto travisata) Gympie Pyramid e ad altri complessi simili all’interno della regione Gympie-Cooloola a sud est del Queensland. Molto del loro lavoro è stato intralciato dal governo, da anni di opposizione da parte delle organizzazioni sociali e religiose locali, poi da tentativi di discredito.

Nel dicembre del 2004, una moneta sconosciuta fu rinvenuta in una campagna disabitata destinata al pascolo, proprietà di una famiglia per più di 100 anni nei pressi della città di Gympie. Il luogo si trova a nord del sito della Gympie Pyramid. Un’antica miniera di antimonio, anch’essa sconosciuta, si trova nei pressi del luogo della scoperta. I ricercatori amatoriali, con un metal detector, l’hanno trovata mentre erano alla ricerca dell’oro. Un membro della Dhamurian Historical Research Society la acquistò. L’insolita moneta giaceva al di sotto del suolo nel terreno roccioso. Inizialmente, sembrava essere una lega di bronzo o rame. Dopo una pulizia preliminare, si constatò che si trattava di puro argento. Poi, la Società diede inizio a una ricerca internazionale con società numismatiche e commercianti in vecchie monete. Per un colpo di fortuna, la moneta fu finalmente individuata come un esemplare estremamente raro del XV secolo (1300-1500 d.C.), un Denga russo d’argento apparso nella città di Pskov durante il periodo d’occupazione mongolo (cinese) della Russia – la città era uno stato feudale nel periodo “privo di regnanti” della storia russa.

È stato confermato che i simbolismi sulla moneta fossero cirillici-russi e possibilmente risalenti al 1389-1462, periodo indipendente dell’occupazione cinese. I regnanti del tempo erano Vasili il Primo (1389-1425) e Vasili il Secondo (1425-1462). Si ritiene che l’immagine sia quella del Duca Dovmont-Timothey di Pskov, più tardi chiamato “San Dovmont” – la sua spada è tuttora appesa in mostra in città. La moneta è stata esaminata e considerata autentica, non si tratta quindi di un falso. Il compito di stabilire come tale moneta arrivò in questa parte dell’Australia è stato lungo e difficile. Una cosa è certa – non ci furono visitatori russi in Australia durante il XV secolo, nemmeno nelle terre boscose del Queensland. Come vi sia giunta resta un mistero. Le nostre attuali teorie indicano che i Cinesi fossero presenti in questa regione per le loro spedizioni commerciali in Asia sin dal 500 a.C. Si ritiene inoltre che la moneta possa essere giunta in Australia ai tempi delle spedizioni australiane dell’ammiraglio cinese Zheng He (1421-1432) e potrebbe anche essere collegata ai supposti naufragi cinesi sull’isola di Fraser, la baia di Tin Can e altre zone circostanti.

Le fotografie che rappresentano le strane statue in pietra rinvenute nei pressi o sul sito della Gympie Pyramid tra il 1900 e il 1960 vennero riprodotte da antiche e fragili diapositive. Tutte e cinque vennero trasferite per alcune analisi dalle “autorità” competenti del Queensland, più di 50 anni fa. Le prime quattro da allora sono scomparse e dove si trovino attualmente resta ignoto. Soltanto la quinta è ritornata a Gympie. Fu messa in mostra al Centro Civico di Gympie per diversi anni. È ora esposta al Museo Storico di Gympie. Si suppone che le statue rappresentassero un coccodrillo, un cane selvatico o cinghiale, o qualche altra forma di animale associato a un culto. Tuttavia, la testa umana appartiene a uno stile artistico che pare fuori posto rispetto alle altre. Lasciando da parte queste osservazioni preliminari, non possiamo offrire alcuna altra forma di spiegazione. A parte la Scimmia le altre sparirono decenni fa dopo che il governo le “ottenne” per la ricerca e da allora non sono state più individuate.

Punto tuttora irrisolto è chi abbia costruito la piramide. Non abbiamo definito alcuna connessione maya-azteca dal Sud-America. Le attuali teorie per quanto riguarda la “sezione della piramide” sono: una sconosciuta civiltà primitiva; egizia; sumera; dravidica (India); cinese. Per quanto riguarda la collina terrazzata o la sezione “fortificata”, le teorie conducono a: una sconosciuta civiltà primitiva; cinese; romana; sumera; dravidica (India). Queste teorie possono essere collegate a manufatti venuti alla luce nella regione durante gli ultimi cento anni.

Uno dei manufatti più rilevanti è una giara in bronzo romano-greco-egizia utilizzata per acqua o vino, mediante il metodo sabbia/cera. I fini dettagli ne confermano le origini. La datazione degli esperti va dal 200 a.C. al 400 d.C. Si stanno ancora conducendo delle indagini per confermarne la datazione. Altri oggetti ritrovati nelle vicinanze erano una teiera cinese in ottone finemente decorata di circa 600 anni e una statua in ottone tibetano-cinese che si ritiene rappresenti un dio o una dea hindu. Nella zona la ricerca continua. Questi semplici oggetti sembrano confermare che il sito venisse utilizzato nello stesso tempo da Egizi, Fenici, Romani, Cinesi o da un’antica cultura dravidica nella regione asio-indiana dell’Oceano Pacifico Indiano.
I marinai dell’antichità conoscevano le rotte molto meglio di quanto crediamo. Conoscevano l’Australia? Sì! Utilizzavano risorse australiane nei loro commerci? Sì! Disegnarono antiche mappe della costa australiana? Sì! Sarebbe impossibile per qualsiasi marinaio che fa opera di commercio nelle regioni asiatiche, ignorare l’ampia massa di terra nel sud chiamata Australia, secoli o forse millenni fa.