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Guerrilla Marketing: la pubblicità che ti farà esclamare “WOW!”

2020-08-27 09:54:24

Hai poco budget ma tanta creatività? Forse il cosiddetto “Guerrilla Marketing” potrebbe fare al caso tuo! Scopriamo assieme questa ardita e poco convenzionale tecnica di promozione e analizziamo alcune campagne che sono diventate virali.

Una definizione solo apparentemente bellicosa: cosa si intende per Guerrilla Marketing?


Con Guerrilla Marketing si intende un approccio alla promozione pubblicitaria del tutto inconsueto, non convenzionale, di grande impatto e a bassi costi, che si ottiene per mezzo di strumenti fortemente creativi.

Lo scopo finale di questa tecnica è naturalmente quello di farsi notare dai consumatori e di essere ricordati il più a lungo possibile.

Il termine fu coniato nel 1984 dal pubblicitario americano Jay Conrad Levinson all’interno del suo ormai iconico libro ‘Guerrilla Marketing: Secret for Making Big Profits from Your Small Business’. L’utilizzo del termine guerrilla viene ripreso dal campo militare: la guerriglia è una modalità di combattimento a basso costo, imprevedibile, irregolare e che crea un ‘effetto sorpresa’.

Un insieme di caratteristiche che ben descrivono l’idea alla base di questo tipo di promozione.


Attenzione però: lo scopo non è quello di compiere pazzie e stramberie per essere notati, bensì di attuare una strategia fortemente focalizzata e dalla massima efficacia.


Il contesto del Guerrilla Marketing: gli anni ‘80


Negli anni Ottanta impazzavano le pubblicità su tutte le televisioni commerciali. Gli spot avevano un costo davvero elevato e le campagne prevedevano l’utilizzo di tv, radio e carta stampata. Chi portava avanti una piccola impresa aveva quindi serie difficoltà ad emergere in un contesto affollato da grandi business con grandi budget a disposizione.

Ed è qui che arriva Jay Conrad Levinson con il suo approccio risolutivo: puntare sull’effetto sorpresa utilizzando più immaginazione e meno denaro.

Con questa forma di marketing si sfrutta a proprio vantaggio ogni elemento preesistente: piazze, lampioni, parcheggi, panchine, edifici, ascensori, mezzi di trasporto e tutto quello che può rendersi utile.

Adoperando elementi delle aree cittadine più trafficate, è infatti possibile raggiungere un elevato numero di potenziali acquirenti, con la classica equazione:

più persone raggiunte = più clienti


Dagli anni ‘80 ad oggi: una teoria sempre valida


Le teorie di Levinson, sono valide ed applicabili ancora oggi: proprio perché si tratta di strategie pubblicitarie molto ben pianificate, trovano applicazione in numerosi contesti.


Le strategie “low cost” sono ormai ben accolte non solo dalle piccole realtà, ma anche dalle grandi aziende obbligate dalla crisi economica a ridimensionare le uscite alla voce “pubblicità e marketing”.


Inoltre, c’è un altro problema che le aziende devono affrontare: oggi, ancor più che negli anni ‘80, siamo bombardati dalle informazioni e la soglia di attenzione dei consumatori si è di conseguenza abbassata. Alcuni studi dicono che abbiamo mediamente una soglia di attenzione di 8 secondi, meno di quella di un pesce rosso!

E non solo. Gli utenti sono molto meno ingenui e inesperti e non è facile convincerli della qualità di un prodotto o di un servizio.


Proprio qui sta la carta vincente del Guerrilla Marketing: sfrutta l’effetto sorpresa e colpisce direttamente l’immaginazione dei consumatori, superando  le difese della diffidenza, creando coinvolgimento emotivo e stimolando una risposta positiva alla call to action… il tutto a un bassissimo costo rispetto alle “vecchie” leve di comunicazione. Niente male, no?


Il marketing del prodotto si è ormai trasformato nel marketing del brand e nel marketing dell’esperienza, che ha l’obiettivo di far incontrare consumatore e brand il più spesso possibile, fornendo al contempo un’esperienza soddisfacente.


Un altro vantaggio del Guerrilla Marketing è dato dal fatto che il suo essere “esplosivo” rende la campagna pubblicitaria oggetto di grande attenzione mediatica. 

Le azioni intraprese dal marketing rimbalzano sui vari social network e vengono ricondivise dagli utenti diventando virali, creando mode, tendenze e attirando l’attenzione a suon di post e di condivisioni.

In questo modo, l’iniziativa pubblicitaria vive di vita propria grazia ad una nuova spinta del tutto spontanea e gratuita e, nel migliore dei casi, finisce col rimanere impressa nella memoria degli utenti molto a lungo.


Esempi memorabili


Un esempio ormai “storico” di Guerilla Marketing è sicuramente il film horror “The Blair Witch Project”, realizzato con la tecnica del found footage, ovvero del filmato ritrovato.

La campagna di promozione fu esemplare: il marketing aveva diffuso del materiale online che faceva intendere che la storia narrata fosse realmente accaduta e che il film fosse un vero video girato da dei ragazzi misteriosamente scomparsi. 

Il finto annuncio della scomparsa dei ragazzi/attori


Un film a basso budget e con poche pretese divenne così un successo di pubblico e di botteghino.



Geniale anche l’idea della campagna di McDonald's che offriva la colazione gratis a chi si presentava in pigiama nei loro punti vendita.


O le strisce pedonali trasformate in patatine con il logo ben in vista:

Kit Kat si è invece resa memorabile trasformando le panchine in barrette di cioccolato:

Molti brand propongono delle campagne utilizzando le fermate degli autobus che, come per le panchine e per le strisce pedonali, hanno la possibilità di incontrare lo sguardo di centinaia di persone ogni giorno.

Nelle grandi città non è insolito trovare azioni pubblicitarie innovative anche dentro gli autobus e nelle metropolitane:

La marca di orologi IWC ha pensato di utilizzare le maniglie dell’autobus per far “provare” ai pendolari un orologio IWC al loro polso.



Con lo stesso principio, anche diversi studi di tatuatori si fanno pubblicità, installando in varie zone delle città degli specchi su cui applicano dei disegni per mostrare ai potenziali clienti come potrebbero stare dei tatuaggi sul loro corpo:

Oltre che per fini meramente commerciali, grazie al suo “basso costo”, il Guerrilla Marketing trova ampie applicazioni tra gli enti no profit e per le campagne di sensibilizzazione rispetto a determinati temi sociali.



Colgate aveva unito la promozione del brand a una campagna di prevenzione delle carie, inserendo nei gelati un bastoncino di sostegno a forma di spazzolino:


E tu? Ti sei mai imbattutto in qualche azione di Guerrilla Marketing che ti ha lasciato a bocca aperta? 


Pensa a come potresti sfruttare a tuo vantaggio gli elementi che ti circondano per promuovere il tuo lavoro, il tuo brand e il tuo prodotto.


Ricorda: non c’è limite all’immaginazione!



Bibliografia: Inside Marketing “Guerrilla Marketing: cos’è, definizione ed esempi famosi” ; Delnext Blog “15 esempi di Guerriglia Marketing” ; Antevenio “5 esempi geniali di guerilla marketing”

by Cam.TV Staff