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Grado: la piccola città che illumina il mare

2020-08-20 10:51:29

Oggi vi portiamo a sud del Friuli Venezia Giulia, in riva al mare, tra tramonti che si specchiano nell’acqua e vicoli segreti che si snodano nel cuore di una cittadina che, da sempre, affascina artisti, turisti e visitatori. Ecco a voi Grado, l’isola del Sole!

La laguna del territorio di Grado comprende ben 30 isole, alcune collegate via terra tramite ponti e altre raggiungibili solamente via mare. L’isola maggiore è quella più nota, con il pittoresco centro cittadino, le spiagge, i locali e tanta storia da raccontare. 


A chi visita quest’area regionale, viene caldamente consigliata anche una tappa ad Aquileia, che dista circa 10 km dall’isola di Grado.

Aquileia, colonia romana del 181 a.C. e metropoli dell’antica chiesa cristiana, è uno dei più importanti siti archeologici d’Italia e detiene un incredibile patrimonio storico tra cui numerosissimi mosaici in eccezionale stato di conservazione.

foto: Basilica di Aquileia


Dopo esservi immersi nella sua storia, potete poi procedere verso Grado: attraverserete un lungo ponte in mezzo alla laguna che vi regalerà il primo indimenticabile paesaggio. 


Un po’ di storia


Gradus (nome latino che significava “scalo” o “porto”) nasce originariamente come sbocco sul mare Adriatico di Aquileia, punto necessario per il transito delle merci destinate alla colonia. 

Ma il primo vero sviluppo di Grado si attesta attorno al 452 d.C., quando gli aquileiesi si riversano sull’isola per sfuggire alle invasioni barbariche.

Con la crescente popolazione e l’afflusso di ricchezze, Grado acquisisce un ruolo religioso importante che porta alla costruzione delle imponenti basiliche di Santa Eufemia e Santa Maria delle Grazie, la cui visita non può di certo mancare nel corso dell’esplorazione della città.

Foto: la basilica di Santa Eufemia - copyright Friuli Venezia Giulia Film Commission



Dal XII secolo, Venezia conosce una crescita esponenziale che la trasforma nel centro più importante delle lagune venete e, di conseguenza, il ruolo di Grado viene fortemente ridimensionato per diversi secoli a venire, riducendo l’isola ad essere soltanto un povero paese di pescatori.

Sono però proprio le antiche abitazioni dei pescatori ottimamente conservate nel vecchio centro storico ad attirare oggi le visite di tanti turisti: passeggiare la sera tra le vie illuminate dai vari ristorantini sparsi tra le calli offre scorci davvero romantici ed inaspettati. 

foto: Campiello della Scala, copyright Hotel Carol Grado



Il nuovo sviluppo storico di Grado inizia dal 1797, quando l’isola entra a far parte dei domini austriaci e vi rimane fino all’annessione all’Italia avvenuta alla fine della Prima Guerra Mondiale.


Il primo stabilimento balneare risale al 1892 e nel 1896 sorge il primo albergo, mentre nel 1910 viene aperta la linea ferroviaria Cervignano-Belvedere, che rende possibile un viaggio diretto da Vienna a Belvedere: Grado diventa così una delle località balneari più famose dell’impero austro-ungarico.

In quegli anni vengono realizzati anche la diga con la passeggiata sul lungomare (foto di copertina), un nuovo litorale (la Costa Azzurra) e il caratteristico porticciolo interno.


Ma è solo nel 1936 che viene costruito il ponte di collegamento con la terraferma che rende facilmente raggiungibile l’isola la quale, da quel momento in poi, conosce una rapidissima espansione, diventando una delle località turistiche più amate e frequentate del Friuli-Venezia Giulia.

foto: laguna di Grado


Una visita da non perdere:

Sull’isola minore di Barbana sorge il Santuario della Madonna di Barbana risalente al 582, custodito dai frati francescani e meta di pellegrinaggio dei fedeli.

L’isola, piccolissima, si raggiunge agevolmente navigando per una ventina di minuti a bordo dei traghetti disponibili per il pubblico.

Sull’isola è possibile ammirare tutta la laguna e mangiare presso il bar-ristorante mentre si aspetta il traghetto successivo per rientrare in città.


Ogni anno, la prima domenica di luglio, si celebra il Perdòn de Barbana: una processione votiva durante la quale la statua della Madonna viene trasportata con un corteo di barche verso il Santuario.

foto: vista aerea di Barbana, https://www.nauticareport.it/dettnews/turismo_e_ormeggi/isola_di_barbana__laguna_di_grado_go-18-6403/


Natura, paesaggi e spiagge


La laguna su cui si affaccia Grado offre panorami splendidi con suggestivi tramonti multicolore e le tipiche batèle -le imbarcazioni a fondo piatto- che scivolano silenziose sull’acqua.


Sulle molte piccole isole che costellano la laguna si trovano i caratteristici casoni, abitazioni storiche dei pescatori gradesi con tetti in paglia, ora utilizzate sovente come ritrovo tra amici per delle grigliate di pesce appena pescato.


La fauna è ricca di specie di volatili quali gabbiani, garzette, aironi e germani che rendono ancor più pittoresco il paesaggio.

foto: i tradizionali casoni, https://www.friuliveneziagiuliada.it/it/works/laguna-di-grado/


L’isola offre spiagge sabbiose per molti chilometri, attrezzate con bar e ombrelloni o più libere e selvagge. Non è infrequente poter ammirare diverse persone cimentarsi con windsurf e kitesurf, sfruttando il vento per veleggiare a filo d’acqua.

foto: spiaggia di Città Giardino, copyright Erica D’Agostini


La cucina tipica


La cittadina in estate si riempie di vita, di negozi aperti fino a sera, di enoteche con ottimi vini, di ristoranti che offrono piatti semplici o ricercati e pesce freschissimo.

Nel centro storico, si snoda un dedalo di calli e campielli che rivelano ristorantini e trattorie all’ombra di pergole, con tavoli all’aperto e profumi che si spandono.


La cucina della tradizione offre naturalmente il pescato freschissimo della laguna come ad esempio cefali, rombi, anguille, seppie, grancevole e le sardine, piatto protagonista della “Sardelada”, appuntamento di degustazione di pesce tanto atteso non solo dai cittadini ma anche dai turisti e organizzato nei weekend tra luglio e agosto nei pressi della Basilica di Santa Eufemia.


Il piatto più tipico è sicuramente il Boreto alla Graisana, una via di mezzo tra una zuppa e un brodetto, piatto povero di grande gusto. Il Boreto è un intingolo denso di pesce misto assolutamente da provare.


Eventi


Oltre al Pèrdon de Barbana a luglio (vedi sopra), ogni estate si tengono sulla diga concerti di artisti italiani ed internazionali e la manifestazione Calici di Stelle, l’evento dedicato alla degustazione del vino e alla gastronomia locale.

Vi è poi la manifestazione Mare Nostrum in ottobre, che omaggia le tradizioni e la cultura del mare.

Famosa è anche la rassegna dei presepi a Natale: un’esposizione di tantissimi presepi artigianali ospitata all’interno del centro storico che dà vita ad una vera e propria “caccia al tesoro”.

foto: porticciolo interno della città con presepe, https://www.ilfriuliveneziagiulia.it/grado-isola-del-natale/


Ecco un link utile per scoprire cosa organizza la città di Grado in questi giorni:

EVENTI a Grado ad Agosto 2020


Grado, l'amata isola di Biagio Marin


Vi lasciamo con una poesia del poeta per eccellenza di Grado, Biagio Marin (1891-1985), scritta nel dialetto locale -il gradese- che ricorda un po’ nelle sonorità quello veneziano.

Marin, con le sue parole, sapeva creare immagini sospese di paesaggi ed emozioni.


E ’ndéveno cussì le vele al vento


E ’ndéveno cussì le vele al vento

lassando drìo de noltri una gran ssia,

co’ l’ánema in t’i vogi e ’l cuor contento

sensa pinsieri de manincunia.


Mámole e mas-ci missi zo a pagiol

co’ Leto capitano a la rigola;

e ’ndéveno cantando soto ’l sol

canson, che incòra sora ’l mar le sbola.


E l’aqua bronboleva drío ’l timon

e del piasser la deventava bianca

e fin la pena la mandeva un son

fin che la bava no’ la gera stanca. 


(1912)

foto: spiaggia Costa Azzurra al tramonto, copyright Martina Cubi



Conosci i luoghi del Friuli Venezia Giulia? Vivi nella nostra regione o l’hai visitata? Raccontacelo nei commenti..👇



bibliografia: https://friuli.vimado.it/storia-cultura/storia/storia-grado ; https://arcopoesia.wordpress.com/2014/06/22/biagio-marin-e-ndeveno-cussi-le-vele-al-vento

foto di copertina: diga Nazario Sauro, copyright Martina Cubi

by Cam.TV Staff