Cibi & Bevande
Alla Scoperta Del Cacao
Gli Olmechi e i Maya, seguiti dagli Aztechi, intraprendono la coltivazione del cacao. Le fave ricoprono un ruolo economico, in quanto servono da moneta di scambio , un ruolo curativo, un ruolo religioso ed elitario prima ancora che alimentare.
In effetti Xocoatl ossia "acqua amara" per la cui preparazione i frutti vengono essiccati, tostati, macinati su pietre roventi, serve da bevanda durante le cerimonie in onore degli Dei, per celebrare l'imperatore e per rinvigorire i guerrieri. Se ne apprezzano le virtù nutritive, fortificanti ed afrodisiache, al punto che, nel regno dell'imperatore Montezuma, la cioccolata diventa quasi l'unica bevanda dell'elite azteca.
Ed è proprio lui, nel 1519, ad offrirla in una ciotola d'oro al conquistatore spagnolo Hernan Cortès.
Prima di Cortès, nel 1492 Cristoforo Colombo aveva scoperto e, nei seguenti viaggi, esplorato queste terre senza però rilevare l'importanza economica e le potenzialità della bevanda, che non fu mai assaggiata da Colombo.
Un Lungo Viaggio in Spagna ...
Nel 1528, Cortès , porta la fava di cacao dal Messico in Spagna.
La cioccolata, in un primo tempo, è in parte disdegnata per il suo gusto troppo amaro ed astringente ,in parte considerata come un medicinale dalle virtù rinvigorenti.
Viene quindi adattata alle bocche europee dai monaci spagnoli con l'aggiunta prima del miele e poi dello zucchero.
Durante il XVI secolo la cioccolata liquida rimane prerogativa della Spagna, viene importata nel distretto siciliano di Modica, allora sotto protettorato spagnolo, dove gli artigiani producono tuttora tavolette e molte specialità con questo metodo "originario".
Con il suo matrimonio con Carlo Emanuele I, duca di Savoia, nel 1585, Caterina, figlia di Filippo Il di Spagna, porta il cacao in Piemonte.
La diffusione nel resto dell'Italia si deve anche all'influenza degli spagnoli che regnavano in Italia meridionale, mentre a Firenze giunge nel 1606 per merito dell'esploratore Francesco Antonio Carletti e trova grande accoglienza presso la corte medicea, dove la cioccolata al gelsomino diventa la specialità esclusiva con ricetta segreta.
Dall'Italia arriva in Germania, in Austria e nei Paesi Bassi.
Nel 1615, la cioccolata entra in Francia con Anna d'Austria, che accetta di sposare Luigi Xlii a patto che possa portare con se la sua bevanda preferita e coloro che gliela preparano.
Dalla corte di Francia, la cioccolata si diffonde in tutte le corti europee ma, dato il prezzo alto , non è alla portata del popolo.
Diventa Popolare..
Versailles si appassiona per questa prelibatezza che diventa bevanda di corte.
Ma se in Francia rimane privilegio dell'alta nobiltà, la si trova in Inghilterra nei chioschi per bibite dove riscontra grande successo
. Nel 1657, un francese apre a Londra la prima cioccolateria, questa volta destinata ad un più ampio pubblico. Il cioccolato comincia a prendere piede.
Nel 1659, Luigi XIV concede a David Chaillou il privilegio esclusivo di aprire a Parigi la prima bottega dove si produce e si vende cioccolata.
A Torino , Giovanna Battista di Savoia Nemours, nel 1678, concede al cioccolatiere Gio Ari la patente di produrre la bevanda calda.
Le cioccolaterie si diffondono in Italia al punto di attirarvi, all'inizio del XIX secolo, gli artigiani europei fra i quali Cailler e altri cioccolatieri svizzeri ad imparare l'arte di elaborare questa pasta di cioccolata e i primi cioccolatini.
Già da tempo le varie ricette per la preparazione della cioccolata in tazza si vanno ampliando e diversificando.
Si diluisce la cioccolata non solo nell'acqua, bensì nel latte, si aggiungono panna e uova; si profuma con gelsomino, anice, cannella, pepe e altre spezie.
All'inizio del XVIII secolo vengono creati dei mulini meccanici allo scopo di estrarre il burro di cacao ed ottenere un cioccolato che rimanga solido.
Appare allora, grazie all'inglese Fry, il primo cioccolato da sgranocchiare .. la prima tavoletta risale al 1849.
Mentre l'olandese Van Houten inventa il processo di lavorazione del cacao in polvere nel 1828.
Questo farmacista è riuscito a separare in gran parte, per spremitura a caldo, il burro di cacao dalla polvere di cacao che meglio si presta alla bibita , ora si può finalmente dosare la miscela fra materie secche e materie grasse, migliorando cosi la qualità della tavoletta.
Le prime fabbriche di cioccolato vengono impiantate in Europa.
Fra le più note:
Fry Et Sons 1790 e Cadbury 1824 in Inghilterra;
Van Houten 1815 in Olanda. Cailler 1819 e Suchard 1826 in Svizzera.
Menier in Francia.
In Italia, già nel 1796 a Bologna, nasce Majani;
A Torino Pierre Paul Cafrarel 1826, Talmone 1850, Stefano Pernigotti 1868, Venchi 1875, De Coster 1884;
A Roma , Moriondo e Ganglio 1850.
A Modica Bonajuto 1880;
A Napoli Gay-Odin.
Nella Torino di inizio '800, a causa del blocco economico ordinato da Napoleone contro l'Inghilterra e le sue colonie, il cacao diviene difficile da reperire, perciò si inizia a sostituirlo in parte con le nocciole , più economiche e disponibili in abbondanza: sì produce così il cioccolato gianduja.
Nel 1865, Caffarel lancia il gianduiotto, nasce il primo cioccolatino incartato.
Nel 1866, avviene un'altra rivoluzione ,Henri Nestlè, farmacista e chimico tedesco residente a Vevey, in Svizzera, inventa il latte in polvere.
Daniel Peter, allora droghiere e fabbricante di candele, trasferisce la sua società a Vevey, proprio vicino a Nestlè, nell'officina di Caìller.
Convinto che il cioccolato non è una moda bensì un prodotto il cui successo durerà nel tempo, crea la società cioccolatiera PeterCailler.
Peter, alla ricerca di un prodotto di nicchia, pensa quindi di incorporare la polvere di latte al cioccolato: nasce così il cioccolato al latte.
I prezzi calano ed è l'inizio della "cioccolata per tutti"!
Dalla Sachertorte a Vienna ai profiterole e alle specialità italiane, passando per marquise, brownie, mousse, creme, ganache, fondant, praline, gelati e semifreddi, il cioccolato viene preparato sotto forme nuove .
La Scoperta Del Concaggio..
Nel 1879 Lindt segna una pagina importante con la scoperta del concaggio.
La pasta di cioccolato viene mescolata per diverse ore nelle conche (grandi miscelatori a rulli longitudinali), ad una temperatura di circa 85°C, per migliorarne la consistenza e l'aroma.
Alle grandi scoperte si arriva a volte per caso, infatti l'aneddoto racconta che questo cioccolatiere nell'entusiasmo dimentica di spegnere le conche prima di uscire e se ne rende conto, con grande desolazione, solo al suo ritorno.
Pensa di dover buttare tutto ma, con stupore, si accorge che questo prolungamento di concaggio è stato solo benefico al cioccolato: ne ha sottilizzato gli aromi e il prodotto ha acquisito maggior scioglievolezza, omogeneità, untuosità, così come il taglio netto e la brillantezza che gli si conoscono oggi.