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Viaggi da sogno su misura per Te

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Parliamo di viaggi...anzi no...di Viaggi !

2021-03-30 16:22:35

C'è differenza tra “turista“ e “Viaggiatore“? E soprattutto... tu sei un turista o un Viaggiatore?

Sei un TURISTA o un VIAGGIATORE ?

Quando ho iniziato ad occuparmi di turismo, (parliamo del 1987...praticamente la preistoria!!!), i termini “turista” e “viaggiatore” erano considerati pressoché sinonimi. Poi, nel corso del tempo, le differenze tra i due termini si sono accentuate, ed il primo ha via via assunto connotazioni sempre più negative.  
Secondo il vocabolario Treccani dicesi turista “...chi viaggia e soggiorna per turismo fuori della sua sede abituale…”; ed il Garzanti precisa “...chi si reca in luoghi diversi da quelli in cui risiede abitualmente, a scopo di istruzione o di piacere”. Gran parte dei dizionari ricollega alla parola “viaggiatore” l’azione del viaggiare utilizzando mezzi di trasporto pubblici, o magari il compiere viaggi di esplorazione e scoperta o comunque finalizzati ad una più approfondita conoscenza del mondo.
Vediamo allora perché il termine “turista” ha cominciato a differenziarsi in negativo rispetto al suo omologo “viaggiatore”. 
Personalmente credo che il fenomeno possa essere ricollegato ad un certo tipo di deteriore “turismo di massa” affermatosi a partire dall’ultimo decennio del secolo scorso. In realtà il cd. “turismo di massa” è un fenomeno ben più antico, originatosi in Inghilterra durante la seconda metà del XIX secolo. E inizialmente si trattò di un fenomeno con connotazioni positive, perché grazie alla lungimiranza dell’Operatore Thomas Cook
venne offerta ogni anno a decine di migliaia di persone la possibilità di effettuare viaggi che prima risultavano accessibili alle sole classi più abbienti. Dagli inizi del XX secolo lo sviluppo delle automobili e successivamente dei collegamenti aerei, ed il generale ampliamento della rete dei trasporti, contribuirono grandemente allo sviluppo dei viaggi per turismo, consentendo ad un gran numero di persone di spostarsi rapidamente verso luoghi di interesse per trascorrere il tempo libero e per godere dei benefici delle vacanze.
Dalla metà del XX secolo i flussi turistici vennero ad interessare soprattutto le coste del Mediterraneo, e nei due decenni successivi il boom del turismo coinvolse soprattutto Spagna, Italia e Grecia. 
Ovviamente la crescita esponenziale del turismo di massa ha portato con sé tutta una serie di conseguenze negative per l’ambiente: cementificazioni selvagge per costruire grandi complessi alberghieri, sovrapproduzione di rifiuti, aumento del fabbisogno di acqua e conseguente impoverimento delle falde freatiche, incontrollate emissioni di CO2 dovute alla maggiore utilizzazione dei mezzi di trasporto, e così via. 
Altrettanto negative le conseguenze per le popolazioni locali: dalla diminuzione dello spazio vitale là dove massicci flussi turistici confluiscono in spazi ristretti o comunque non progettati per accogliere le masse, (si pensi alle realtà di Venezia o Dubrovnik);
agli spostamenti forzati di intere comunità per far posto ad insediamenti turistici; dalla crescita del crimine collegata al turismo sessuale e al traffico di droga, fino alla progressiva perdita dei valori e delle tradizioni radicate nel vissuto delle comunità locali, in nome dell’appiattimento culturale causato dall’imperante globalizzazione. 
Il tema dei danni prodotti dal turismo di massa è diventato una fonte di ispirazione anche per gli artisti. Pensiamo ad esempio a Banksy: il 22 maggio 2019, durante la Biennale di Venezia, l'artista di strada britannico aveva allestito uno stand di pittura ad olio in Piazza San Marco (che, in quanto non autorizzato,  fu presto rimosso dai Carabinieri). Poté così esporre una serie di dipinti che rappresentavano un enorme transatlantico pieno di turisti che oscura i monumenti più famosi di Venezia.
Un altro aspetto da considerare è che gli sbandierati benefici economici derivanti al territorio dal turismo, spesso sono ben inferiori al previsto perché i turisti tendono a rinchiudersi nel villaggio turistico All Inclusive che li ospita, anziché recarsi a conoscere il territorio e ad esplorare usi e costumi delle popolazioni locali. Si comprende allora come i viaggi “tutto compreso” in auge negli ultimi venti anni abbiano di fatto imbarbarito il turismo e portato alla attuale differenziazione tra “turista” e “Viaggiatore” : (permettetemi, per quest’ultimo, di usare la lettera maiuscola). 
Prendo in prestito dal blog “biotravel.it” una profonda riflessione in 5 punti sulla differenza tra turista e Viaggiatore:
1) Il turista ha già un programma organizzato. Ha lavorato un anno intero, ha solo una settimana di vacanza e vuole che sia tutto perfetto. Per questo, spesso si affida ad altri. Solo riposo, zero pensieri.  Il viaggiatore organizza il suo programma. A volte non lo ha neppure. Vuole un  viaggio che gli appartenga, che sia suo e fatto a sua immagine e somiglianza. Non  segue degli schemi, solo l’istinto.
 2) Il turista cerca la comodità. A costo di portarsi dietro l’intero armadio, il turista         vuole sentirsi a casa. Non desidera imprevisti, sbattimenti o brutte sorprese. È il  suo benessere al centro delle vacanze.  Il viaggiatore cerca l’avventura. Ecco una delle principali differenze: il  viaggiatore vuole vivere il luogo, è il posto che sta visitando il protagonista assoluto del viaggio. Cerca la sorpresa, l’imprevisto: sarà il prossimo aneddoto da raccontare ad amici e parenti una volta tornato.
3) Il turista vede un luogo. Ha un programma prefissato che svolge insieme a tanta altra gente. Tutto il suo itinerario è studiato fino all’ultimo dettaglio per mostrargli il meglio e nel miglior modo possibile. Tutto a portata di mano, spesso da dietro un finestrino. Il viaggiatore vive un luogo. Si perde nelle vie della città e, anche se non visita un museo, se ne farà una ragione: magari il caffè al bar con il vecchio del paese è stata un’esperienza più interessante. Tocca tutto con mano e sente suo.
4) Il turista non vede l’ora di mostrare le foto di se stesso in vacanza. Tornato a casa, il turista mostrerà ad amici e parenti le sue foto in posa davanti all’albergo, vicino a quel famoso monumento, il selfie nella piazza principale. È lui il protagonista e non ne fa mistero.  Il viaggiatore ti mostrerà le foto di quello che ha visto. A vederle non ti sembreranno particolarmente belle o interessanti, ma per il viaggiatore sono state essenziali. Magari ha fotografato un bambino intento a giocare, una donna mentre stendeva la biancheria al balcone o un gatto sull’uscio della porta. Ecco le differenze: il viaggiatore è interessato solo all’esperienza che sta vivendo.
5) Il turista sceglierà sempre la strada più sicura. Difficilmente vedrete un turista su un mezzo pubblico o improvvisare qualcosa. Non importa il prezzo: la sicurezza e la comodità sono priorità e non è disposto a rinunciarvi. Il viaggiatore preferirà sempre la scoperta. È sempre alla ricerca di percorsi e sentieri inesplorati. Le sue priorità sono l’avventura e, soprattutto, il low cost. Sa che, così facendo, potrà scoprire paesaggi mozzafiato e panorami irripetibili.
Credo che i redattori del blog sono stati anche troppo buoni nei confronti del prototipo “turista”, nobilitandone in qualche modo atteggiamenti e finalità. Io sarei stato ben più caustico. Per me il prototipo del turista è, ad esempio, quello che spende fior di quattrini per visitare le più rinomate spiagge del pianeta, (dalle Maldive ai Caraibi), senza però uscire una sola volta dal villaggio che lo ospita, e probabilmente senza mai fare un bagno in mare, prediligendo la piscina: non fosse altro perché la piscina è il regno dell’animazione, della quale non si perde neanche un appuntamento. Magari poi, se lo intervistano, scopriamo che non è mai stato in Sardegna, ed ignora che il mare della nostra isola regge benissimo il confronto con tutti quelli esotici.

Un altro esempio? Ho in mente una scena alla quale ho assistito presso i banchi del check-in Alitalia all’aeroporto di Miami, in attesa di effettuare la registrazione sul volo che mi avrebbe riportato a Roma. D’un tratto la fila, fino ad allora estremamente ordinata e tranquilla, è stata invasa da un gruppetto di italiani (guarda caso) ciascuno dei quali aveva in testa un enorme sombrero del diametro di circa 1 metro, (provenivano dal Messico), e, senza minimamente preoccuparsi del resto dei passeggeri in fila, hanno preso a schiamazzare come galli nel pollaio. Non vi dico quando sono saliti a bordo dell’aeromobile: potevano forse pensare che quei sombreri avrebbero trovato posto nelle cappelliere? 
E pensare che nella seconda metà del Settecento e per gran parte dell’Ottocento il turismo aveva essenzialmente finalità di formazione: la crema della gioventù europea sperimentava il Grand Tour in Francia, in Italia, in Grecia. Era un’opportunità unica per erudirsi, per studiare arte, storia, politica e per immergersi in una realtà fatta di chiese, biblioteche, pinacoteche, musei e teatri. 
Non di rado i protagonisti del Grand Tour scrivevano il diario delle loro esperienze di viaggio, e attraverso i loro racconti possiamo ricostruire lo spaccato della società del tempo e di come allora si presentavano quei luoghi meravigliosi che oggi solo pochi osservano con il medesimo deferente stupore. 
Voi cosa pensate di questa contrapposizione tra turista e Viaggiatore? Pensate che un giorno, complice un generale ripensamento del modello di turismo in auge, si arriverà a ricomporre la differenza tra i due vocaboli?

Quale sarà l’evoluzione del Turismo nell’era post-Covid?

La pandemia che stiamo vivendo ha cambiato radicalmente tutti gli aspetti della nostra vita, e già da ora, pur non potendo ancora spostarci e viaggiare in libertà, possiamo però individuare le tendenze che, nel campo turistico, si stanno affermando o con tutta probabilità si affermeranno in futuro.
Vi sottopongo quanto scritto da John Fitzgerald Kennedy: “... La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie…”
Sono abbastanza incline a pensare che avesse ragione. Ma allora dalla crisi che stiamo vivendo ora potrebbe nascere un nuovo modo di concepire il Turismo, con connotazioni sicuramente più positive rispetto al tanto vituperato “turismo di massa”. Le tendenze che si stanno delineando sono le seguenti:

  • verrà richiesto alle imprese private, e fra queste anche ai brand di viaggio, un maggior impegno sociale ed una maggiore attenzione alle problematiche ambientali: soprattutto fra i Millennial, le decisioni di acquisto verranno prese in base alla posizione della singola impresa su temi come la salvaguardia del pianeta. Ciò significa che uniformarsi alle regole di un certo “turismo sostenibile” cesserà di essere l’eccezione per diventare invece la prassi.
  • Nel settore dei viaggi d’affari ci sarà una maggiore attenzione all’equilibrio tra vita professionale e vita privata. L’uso di piattaforme per videoconferenze,  Zoom ad esempio, ha trasformato completamente l’approccio al Business Travel, permettendo di raggiungere gli stessi risultati delle riunioni in presenza, ma nel comfort e nella sicurezza delle proprie case. Anche quando spariranno le restrizioni ai viaggi, non è detto che questo settore torni ad operare come in passato. 
  • Fra i consumatori che sono rimasti a casa per gran parte del 2020 ed hanno dovuto necessariamente ridimensionare la loro vita sociale, molti hanno trovato il modo di risparmiare denaro, e con tutta probabilità saranno pronti a tornare a viaggiare con il venir meno delle restrizioni. Di sicuro le imprese del settore metteranno a loro disposizione delle formule più elastiche sotto il profilo del pagamento e delle penali per cancellazione. Si andrà affermando sempre di più il modello buy now...pay later, che si basa sull’offerta di dilazioni al pagamento. D’altro canto l’incertezza determinata dal diffondersi del contagio spingerà le imprese a predisporre delle polizze contro le penalità da annullamento che comprendano il Covid-19 fra le cause di cancellazione risarcibili.
  • Aumenterà l’utilizzo di tecnologie digitali impiegate per tour virtuali, per esperienze hi-tech immersive e per il live streaming di eventi culturali.

          In questi mesi abbiamo assistito ad un proliferare di dirette streaming di concerti e            performances artistiche, e di tour virtuali per scoprire e visitare luoghi d’arte,                      mostre, siti di interesse turistico.  Con tutta probabilità il ricorso a questa                            tecnologia non verrà meno quando riprenderanno i viaggi in presenza, ma anzi si              espanderà ulteriormente. Non è un caso se in questo campo sta entrando anche                un  gigante come Amazon.
Queste tendenze, messe in risalto da enti di monitoraggio internazionali, per un verso ci confortano, e lasciano intravedere che il turismo post-Covid non sarà lo stesso turismo di massa che ci siamo lasciati alle spalle, fatto di voli charter strapieni di vacanzieri da parcheggiare nel villaggione All Inclusive: sia per la necessità di rispettare determinate regole di distanziamento sociale, sia perché la virtualizzazione del turismo forse attirerà sempre più persone verso esperienze reali di vera conoscenza delle destinazioni. 
O perlomeno questa è la speranza che nutre chi, come me, da oltre trent’anni cerca di creare per ciascun Viaggiatore il suo “viaggio ideale”: esattamente l’opposto del pacchetto turistico massificato che è quello e quello solo per tutti i vacanzieri.  Proprio per avere gli strumenti idonei a creare proposte di viaggio massimamente personalizzate, ho predisposto un questionario che potrete scaricare cliccando sul pulsante seguente:
Compilandolo (anche in forma anonima) ed Indicando le vostre preferenze personali in fatto di viaggi e vacanze, nel caso in cui un domani voleste interpellarmi come consulente di viaggio, mi metterete in condizione di elaborare per voi itinerari e proposte di viaggio a misura dei vostri interessi e delle vostre esigenze. Il questionario non comporta alcun onere e non vincola in nessun modo: consideratelo il primo passo, (un passo sicuramente necessario ed utile), verso un più intelligente

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