Cinzia Signore

Vita da mamma: il tuo arrivo. Aspettative vs Realtà

2019-03-28 22:21:27

E finalmente, dopo 9 mesi di attesa, l'attesa più bella che possa esistere, arrivi tu. Sono le 20 quando i tuoi occhi incrociano i miei per la prima volta, mai avrei potuto immaginare occhi così aperti, così desiderosi di conoscere il mondo e mi sento così grande per essere riuscita a darti alla luce, ma allo stesso tempo così piccola di fronte ad un esserino che ora dipenderà in tutto e per tutto da me. Da me? Da me? No, ancora non me ne rendo conto davvero. Riesco solo a guardarti, ti tengo in braccio con sicurezza anche se sicura non sono, ti guardo e... ti guardo, non riesco a fare altro, i tuoi occhi mi rapiscono, la tua bocca si muove come se volesse succhiare, penso che vorresti già attaccarti al seno per mangiare e mi chiedo come sia possibile che tu sappia già cosa voglia e come fare e io, che dovrei conoscere un pochino il mondo, quanto meno più di una bimba stupenda appena nata, ho la sensazione di non conoscere più nulla perché ora intorno non c'è niente, solo noi, anzi, solo tu, e non ti conosco, non so come fare, ma non ci penso, penso solo che sei qui, che sei tra le mie braccia, che sei mia, sei una parte di me e il resto verrà da sé. È impossibile spiegare a parole le sensazioni e le emozioni del nostro primo incontro e ogni aspettativa non ha nulla a che vedere con la realtà. Ti immaginavo come me, e invece, sei la piccola fotocopia di papà. Vedendo bimbi appena nati so che non sono belli da subito, sono sempre un po' provati dal parto, ma tu sei bellissima così come sei. Mi aspettavo di provare da subito un'emozione unica e fortissima, ma non potevo immaginare che con il passare dei giorni potesse crescere un amore così grande. Non mi aspettavo che la prima notte non avrei dormito per l'emozione e per.guardarti, ma soprattutto, non potevo immaginare che quella notte sarebbe stata l'ultima in cui avrei potuto dormire per qualche ora di fila!

Cinzia Signore

La Primavera: poesia di gruppo. Scuola Primaria, tutte le classi.

2019-03-25 17:17:09

In queste bellissime giornate di primavera, porta fuori la tua classe, siediti in cerchio con i tuoi alunni all'aria aperta e chiedi loro di scrivere un verso, una frase o anche solo una parola sulla primavera. Quando tutti hanno completato fai leggere ad ognuno il suo verso, uno dopo l'altro, semplicemente rispettando l'ordine di come sono disposti in cerchio, ne verrà fuori una poesia di gruppo, nella quale ognuno ci ha messo del suo, ognuno con le sue conoscenze, ognuno con i suoi occhi e la sua sensibilità. Una volta tornati in classe, si possono scrivere tutti i versi alla lavagna in modo da ricomporre la poesia letta e dare il tempo ai bambini per scrivere la propria poesia, dicendo loro che possono utilizzare i versi dei compagni in un ordine differente, cambiare alcuni versi o parte di essi, inventare una poesia del tutto diversa da quella composta in gruppo, massima libertà, in modo che ogni bambino possa dare sfogo alla propria creatività e/o alla propria capacità di riorganizzazione, avendo un buon punto di partenza e del materiale su cui appoggiarsi e lavorare. Al termine del lavoro, è interessante far leggere ad ognuno la propria poesia e chiedere loro se lo spunto fornito dai compagni è stato utile o meno. L'attività proposta è personalizzabile per tutte le classi della scuola primaria: in prima ci si potrebbe fermare alla poesia di gruppo, in secoda e terza alla poesia individuale e in quarta e quinta si può chiedere agli alunni di valutare la modalità di lavoro utilizzata.