Christian Biasi

IL VISCHIO: MAGIA ANTICA E MODERNA

2019-12-23 15:46:20

Una pianta dalle caratteristiche che evocano l'atmosfera di una significativa festività invernale, quale è nei tempi moderni il Natale, è simbolo di una tradizione che affonda le sue radici molto indietro nel tempo...

Al giorno d'oggi il vischio è diventato uno dei simboli e delle decorazioni natalizie della tradizione, con il suo caratteristico colore dorato che assume quando si secca e le bacche di un bianco che le fa assomigliare a tante piccole perle.

Questa pianta cespugliosa, il cui nome di classificazione è Viscum album, non si può né seminare né coltivare in alcun modo, ma cresce mettendo le sue radici nell'albero ospite, essendo un emiparassita.

Attecchisce nei rami alti, portato da alcuni tipi di uccelli (tordi e merli) che ne mangiano le bacche, espellendo quindi il seme che però cresce solamente su determinati tipi di albero tra i quali: querce, tigli, noci, pioppi, olmi, meli e peri.

L'altra condizione essenziale per la crescita del cespuglio è che sia in posizione ben soleggiata.

Da ricordare che ogni parte della pianta è tossica, quindi va tenuta appesa in alto in modo che non sia alla portata dei bambini che potrebbero essere attirati dalla sue bacche.

In ogni caso il significato del vischio è di buon augurio e quindi per questo motivo è diventato una delle decorazioni tipiche del Natale e viene appeso alle porte e agli architravi, dove è di buon auspicio che una coppia si scambi un bacio proprio sotto di esso.

Nella civiltà contadina poi fino a poco tempo fa era anche tradizione bruciare dei rami di vischio in questo periodo, perché avrebbero propiziato i raccolti dell'anno successivo.

Ma da dove vengono queste tradizioni?

Arrivano da molto lontano, fino dall'epoca in cui le popolazioni e la cultura celtica erano sparse su gran parte del continente europeo ed insulare.

E ne abbiamo molte testimonianze riportate anche dagli autori latini, tra cui Plinio il Vecchio, che è quello che cita il vischio legato agli usi e costumi dei Celti in varie occasioni.

"Non bisogna dimenticare a questo proposito anche l’ammirazione di cui il vischio è fatto oggetto in Galia. I Druidi - cosi si chiamano i maghi di quei paesi - non considerano niente più sacro del vischio e dell’albero su cui esso cresce, purché si tratti di un rovere.

Già scelgono come sacri i boschi di rovere in quanto tali, e non compiono alcun rito religioso se non hanno fronde di questo albero, tanto che il termine di Druidi può sembrare di derivazione greca. In realtà essi ritengono tutto ciò che nasce sulle piante di rovere come inviato dal cielo, un segno che l‘albero è stato scelto dalla divinità stessa."

Plinio il Vecchio - Storia Naturale XVI, 95

La caratteristica del vischio di non toccare mai terra e che solo i suoi semi trasportati dal volo degli uccelli potevano attecchire, per i Celti erano simbolo del legame di questa pianta con il divino, insieme alle caratteristiche note ai Druidi per cui era una delle componenti più importanti dell'erboristeria celtica, che ne faceva infusi di rami e foglie, con dosaggi molto parsimoniosi per la possibile tossicità, ma che avevano notevoli benefici per problemi di ordine circolatorio, e per rinvigorire il sistema immunitario dell'organismo.

Per questi pregi e per le caratteristiche uniche con cui questa pianta si riproduce e cresce, i Celti vedevano nel vischio il significato simbolico della resurrezione, quindi dell'immortalità dell'anima, e del forte legame con il divino e l'elemento magico e misterioso del creato.

Proprio per questi motivo il vischio veniva raccolto dai Druidi con un cerimoniale nel Solstizio di Inverno (Alban Arthuan, o Yule), per essere poi utilizzato in un'altra importante festività del calendario celtico, quella di Imbolc.

Grazie per l'attenzione che hai donato a questo articolo e con l'occasione auguro a te e alla tua famiglia delle felici feste sotto il segno ben augurante del vischio!

Buon Natale e felice anno nuovo!