Christian Biasi

ECOLOGIA DAL PASSATO

2019-10-29 16:43:07

Alcune caratteristiche della cultura celtica da cui possiamo prendere esempio. Durante le ricerche per i miei romanzi ambientati tra le popolazioni celtiche nel I sec. a.C. mi sono imbattuto in numerosi e interessanti riferimenti culturali, che potrebbero essere spunto di riflessioni moderne.

Stiamo vivendo un'epoca il cui è evidente che dobbiamo trovare una nuova via per riuscire a salvaguardare la Terra e l'umanità, e che forse, unitamente alle nuove tecnologie ''pulite'' e agli sviluppi scientifici, ancor più l'acquisizione di una coscienza che ci aiuti a riequilibrare il rapporto con la Natura potrebbe essere la soluzione.

Questa conoscenza e consapevolezza potrebbe provenire dal un passato che sembra remoto, ma che giace latente dentro ognuno di noi, sepolto sotto strati di secoli di indottrinamento, che ci hanno portato a questa situazione di allontanamento dalla Natura.

L'AGRICOLTURA DEI CELTI E LA NATURA: forse non tutti sanno che la produzione cerealicola dei Celti, che aveva già di per se il pregio non essere mai di monocoltura, era fatta in quello che al giorno d'oggi potremo tranquillamente definire biodinamico (piccoli appezzamenti, l'uso della siepe che li divideva, ed era un elemento importante per la protezione dei prodotti agricoli dalle piaghe, varietà delle colture...) e quindi riuscivano ad avere dei raccolti talmente abbondanti che la produzione, per esempio in antica Britannia, in tonnellate di cereale per ettaro, è stata superata solo negli anni '50 con l'introduzione dei pesticidi e della chimica!

L'IMPATTO DELLA POPOLAZIONE SUL TERRITORIO: molte volte da coloro che hanno tacciato la cultura celtica come primitiva e poco sviluppata, adducendo al fatto che non avesse prodotto un'urbanizzazione come in altre culture occidentali, contemporanee o successive, non viene colta una profonda ragione per cui i Celti non ci hanno lasciato città e monumenti, e in realtà è molto semplice da comprendere.

Non era una civiltà urbanizzata, perché la popolazione viveva il più possibile sparsa sul territorio in modo che ci fosse il minor impatto possibile sulla natura che li circondava, e quando la popolazione cresceva a tal punto che questo equilibrio rischiava di essere infranto, venivano presi tutti rimedi del caso, come la migrazione di parte della tribù in altre terre.

Ma quello era il rimedio estremo, perché in realtà era lo stile di vita dei Celti che equilibrava già di per sé la situazione, con il concetto che non si doveva prendere dalla natura più dello stretto necessario, e non si doveva saccheggiarla come invece ai nostri giorni viene fatto da chi ha determinati interessi economici...

Oggi la popolazione umana vive concentrata in grandi masse urbanizzate, mentre vasti territori sono stato abbandonati, con la conseguenza della desertificazione che non coinvolge solo il Sahara o altri luoghi a clima arido, come potremo pensare.

L'impoverimento del suolo e quindi l'inizio di desertificazione sta avvenendo anche in aree a cui non penseremo mai.

GLI ALBERI: il rispetto degli alberi e l'uso del legname in equilibrio con l'eco-sistema del bosco, era regolato dagli insegnamenti dei druidi e dal senso comune della cultura celtica di equilibro con ciò che li circondava.

La conoscenza degli alberi è un sapere antico con radici che affondano indietro nel tempo nelle nostre più antiche rappresentazioni simboliche. L'albero è un simbolo universale, che può esser incontrato in molte tradizioni nel mondo antico. Gli alberi sono simboli di nutrimento fisico e spirituale, trasformazione e liberazione, mezzi di sussistenza, crescita spirituale, unione e fertilità, e dovrebbero essere tutelati e gestiti con la giusta considerazione che al giorno d'oggi spesso difetta.

Come era in Tolkien per gli Ent, che erano i pastori degli alberi, facendo un paragone poetico ma vero, direi che se gli alberi sono i pastori della Terra, poiché le loro radici trattengono i terreni dal franare, il loro sistema di fotosintesi ripulisce e rigenera l'atmosfera che serve agli altri essere viventi per vivere, le loro foglie concimano i boschi, e alla loro ombra possono prosperare altre specie, e la loro presenza attorno ai luoghi abitato dall'uomo, equilibra il clima e regala temperature più fresche nelle calure estive, allora noi umanità dovremmo essere i pastori degli alberi e prenderci cura di loro come era fatto tradizionalmente dalla cultura celtica tramite il rispetto e la conoscenza.

LA TERRA UN BENE COMUNE: la proprietà della terra non era degli individui ma della comunità che la distribuiva in base alle necessità. Non dobbiamo intendere questo sistema come un'antidiluviana forma politica di comunismo, ma come l'esercizio della rapporto di equilibro con ma Madre Terra e la Natura anche in questo caso. Infatti, la proprietà privata esisteva ed era protetta da elaborate leggi e consuetudini, ma non riguardava la proprietà personale della terra. Tra l'altro questa tradizione era talmente estesa, che anche due tribù vicine addirittura condividevano spesso porzioni di territorio di comune accordo, secondo le necessità delle singole comunità. In un epoca di conflitti e necessità non sarebbe un bel concetto?

I CELTI E L'ACQUA: numerose sono le leggende celtiche in cui l'elemento acqua è presente e significativo, e tramite tutti questi particolari se ne deduce come la cultura celtica avesse un estremo rispetto nel suo rapporto con questo elemento essenziale, come del resto con tutti gli altri aspetti della natura che la circondava. L'acqua era un bene comune appartenente a tutta l'umanità e agli essere viventi, nonché la linfa del sistema Terra e della sua Natura. Qualcos'altro da imparare e ricordare forse?

LA RETE DECISIONALE: le decisioni delle comunità secondo la tradizione celtica erano prese in maniera orizzontale, ovvero era l'assemblea della tribù che prendeva collegialmente le decisioni che la riguardavano.

Solo in caso di gravi situazioni, come per esempio la guerra, in cui le decisioni dovevano essere prese in modo rapido per motivi di tattica e strategia, allora c'era un sistema verticistico, con la nomina di un brenn, un capo militare.

Il Re, che era presente, infatti non aveva le caratteristiche che gli vengono attribuite in altre culture o successivamente, ma era come gli altri sottoposto alle leggi, ed aveva una serie di doveri da assolvere, tra cui il primo e assoluto era il benessere del suo popolo, del quale era pienamente responsabile, fino alle estreme conseguenze per la sua persona, se non lo fosse stato. Una popolazione consapevole che si prenda le responsabilità delle decisioni, in maniera orizzontale, non potrebbe essere una via da seguire? Certo presuppone una crescita culturale notevole ed uno sforzo comune, ma se lo facevano più di duemila anni fa... farlo oggi potrebbe aiutare a fronteggiare i gravissimi problemi ambientali a cui ci troviamo di fronte!

Questi sono alcuni punti che ho trovato e che sono direttamente collegati con il fattore di ecologia e convivenza rispettosa con l'ambiente naturale, ma ci sono altri fattori di rapporti sociali e famigliari che concorrevano nella loro globalità a queste caratteristiche, non ultimo la condizione paritaria della donna, con l'equilibrio tra elemento maschile e femminile nella società, che contribuiva a questo contesto culturale e ad un corretto rapporto con la Natura.

Ma magari ne parlerò in un' altro articolo, intanto ti ringrazio se hai letto questo articolo e sentiti libero di commentarlo, se ti ha ispirato qualche riflessione, mi farebbe piacere, grazie!