L'I Ching: una guida nella vita
Se il capo è negativo
Molte indagini recenti hanno rilevato che sempre più persone lasciano l’azienda, o addirittura il lavoro, perché hanno a che fare con un capo profondamente negativo.
Anche su questo, l’I Ching può dare un aiuto.
Sono parecchie le situazioni in cui un totale malessere professionale è attribuito o attribuibile ad un capo negativo.
La prima cosa da comprendere è quanto la persona che ci fa star male è davvero negativa o siamo noi a sentirlo tale per qualche motivo.
Non è una distinzione semplice perché va fatta senza giudizi o colpevolizzazioni. Pensieri del tipo “è uno stronzo” o “sono io totalmente sbagliato o incapace” sono all’ordine del giorno, ma sono giudizi e servono a ben poco.
Per chi ha familiarità con l’I Ching è sufficiente una domanda generica sul lavoro per sciogliere questi nodi: il libro dei mutamenti dice chiaramente se stiamo vivendo in un ambiente negativo o se noi abbiamo qualche comportamento o sensazione su cui riflettere o da modificare.
Si può anche chiedere chi è quello specifico capo per me: non come esame o valutazione assoluta della persona, ma nella relazione con noi. Questa distinzione è importante perché bisogna sempre ricordare che una persona negativa per noi può essere positiva per qualcun altro.
L’esempio più eclatante di una situazione simile è l’esagramma 44, Il farsi incontro, che esprime una situazione in cui si è a contatto con persone subdole che cercano di manipolare e acquisire il potere per fini egoistici. Si tratta di potenti arroganti che si comportano da dittatori.
Eppure anche una situazione che, a mio avviso, è terribile, viene ritenuta dall’I Ching potenzialmente positiva temporaneamente per chi, sentendosi debole, desidera appoggiarsi ad altri e seguirli pedissequamente. Il libro dei mutamenti, però, aggiunge che tale scelta può essere solo temporanea perché la persona debole che si comporta così non ha alcun modo di crescere, ed è la crescita personale, in fondo, l’obiettivo principale da perseguire.