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L'I Ching: una guida nella vita

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L'I Ching: una guida nella vita

Ribaltiamo i modelli mentali – fuori dalla comfort zone

2021-02-13 11:07:50

Oggi gioco a ribaltare il concetto di uscire dalla zona di comfort. E se ti chiedi cosa c’entra l’I Ching, leggi l’articolo e lo scoprirai.

Credo non esista formatore o coach che non si sia trovato, almeno una volta, a spiegare quanto sia importante uscire dalla zona di comfort, quella “cosa” che Alasdair A. K. White, nel libro “Teoria della comfort zone”, ha descritto come: “La condizione mentale in cui la persona agisce in uno stato di assenza di ansietà, con un livello di prestazioni costante e senza percepire un senso di rischio.

I motivi per uscire dalla zona di comfort sono diversi e vengono citati, e ripetuti, con enfasi: là fuori ci sono il cambiamento, l’apprendimento, la crescita, la costruzione del futuro desiderato… 

Tutto vero, e mi guardo bene dal contestare tutto ciò. Però…

Quando, come formatori o coach, invitiamo ad uscire dalla zona di comfort spessissimo ci troviamo davanti occhi sbarrati, sguardi attoniti, manifestazioni di fastidio e irritazione, improvvisi mutamenti di postura: chi ascolta incomincia a incrociare le braccia, accavallare e gambe, abbassare lo sguardo… tutte manifestazioni di chiusura e fastidio.

Se siamo nell’ambito della crescita personale possiamo quasi osservare, sulla testa dei nostri ascoltatori, un fumetto che dichiara: Accidenti, sono qui perché non sto bene e tu mi dici che devo volutamente uscire da quella scarsissima tranquillità che ho conquistato per andare a cercarmi qualcosa di ancora più scomodo?

Se, invece, siamo in azienda spesso i nostri ascoltatori si guardano l’un l’altro e cominciamo a mormorare Dov’è la fregatura? Già, perché spesso in azienda i discorsi di invito al cambiamento aprono la strada a ristrutturazioni e cambiamenti importanti e, soprattutto di questi tempi, ben pochi non hanno ansie per il loro ruolo o il loro posto di lavoro.

Siamo abituati a pensare in termini di rischio / beneficio, vantaggio / svantaggio, addirittura positivo / negativo o giusto / sbagliato e in questo caso ci troviamo davanti anche il dilemma stimolo il cambiamento facendo uscire dalla zona di comfort oppure lascio stare e inibisco l’apprendimento e, ancora,… questo è necessario per il raggiungimento dell’obiettivo!

Chi ha letto, qua e là, qualcosa scritto da me sa che combatto le dicotomie e desto i dilemmi: c’è sempre almeno una terza soluzione e se mi dibatto tra due possibili soluzioni vuol dire solo e semplicemente che non ne ho ancora trovate altre. 

In questo particolare caso mi viene in aiuto la mia grande voglia di guardare le cose da una diversa prospettiva, e quindi ribaltare il modello mentale, ma in mio soccorso viene anche l’I Ching, il Libro dei mutamenti.

Abbraccio quindi, come faccio ormai da molti anni, la filosofia dell’I Ching e invece di uscire dalla zona di comfort la amplio. Sì, l’I Ching è ben rappresentato dal simbolo del Tao, dove bianco e nero, pur separati, si integrano nel tutto.

Non ho bisogno di andare fuori da un luogo dove sto bene, ho bisogno di stare bene in qualunque area o situazione. 

Sì, certo, il risultato è lo stesso, ma invece che pensare che mia madre mi abbia cacciato fuori da quell’utero caldo e accogliente per sbattermi in un mondo strano e anche un po’ ostile, so che sono io ad aver deciso di uscire per curiosità verso quello che sta là fuori. 

Fuor di metafora, facciamo qualche esempio pratico.

  • Per il mio lavoro, soprattutto di questi tempi, diventa importante fare i video. Poche cose sono più al di fuori della mia zona di comfort, sia perché è necessario impossessarsi di una tecnologia che mi è decisamente poco familiare, per non dire ostica, sia perché non amo granché la mia immagine (e questo è un vero eufemismo!). 

Se mi impongo di uscire dalla zona di comfort, per quanto utile e necessario, l’ansia mi porta ad avere una voce inadeguata, il mio spirito di ribellione si scatena, il computer è un nemico potente, e vince sempre lui. Se, invece, stabilisco di ampliare la mia zona di comfort fino a trovare persino gradevole mettermi davanti alla telecamera e dialogare a ruota libera, oltre che scoprire e impossessarmi di nuovi strumenti, riesco ad affrontare la faccenda quasi sorridendo.

Non cambia la sostanza, ma cambia, profondamente, il modo di vedere le cose, e di viverle.

Raramente l’I Ching suggerisce rivoluzioni: in realtà un solo esagramma su 64 (il 49) indica la necessità di un cambiamento radicale e un altro esagramma (il 18) consiglia di porre rimedio ad errori, uscendo dalla zona di comfort. La maggior parte degli esagrammi chiede integrazioni di nuove competenze, accoglienza proattiva di situazioni..

Se riesco ad accogliere ogni situazione, possibilità o inghippo, con la consapevolezza di poterlo affrontare, se includo ogni cosa o persona nel mio mondo, pur riservandomi il diritto poi di buttar fuori qualcuno, se il mio principale desiderio è quello dell’armonia con il tempo e l’universo, la mia zona di comfort è estremamente ampia e dilatabile all’infinito.

Nulla mi è davvero ostile, ma ogni cosa o evento ha ragione di essere: questo racconta l’I Ching.

E io non ho bisogno di uscire dal ben-essere, ma di includere il nuovo e il diverso nel mio mondo e nel mio ben-essere.   


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