Chiara Rey

Founder Senior

VADURA Agosto1986: Capelli corti e il vento tra le mani!! Che magnifici ricordi!!!

2019-08-22 08:57:29

Sulla mia canoa gialla stavo prendendo il largo doppiando il capo cha da Cala Sinzias portava dritto all'Isola Serpentara, quando mi trovai dinanzi il mitico Vadura... Un fantastico 32 metri che ormeggiava pacifico in attesa della cena. Fu così che conobbi Captain David Wright e la sua nave...

VADURA 1926: Un amore a prima vista...

Dalla canoa gialla a salire a bordo, il passo fu brevissimo. Ed ebbi subito la migliore delle accoglienze ed un'ottima impressione su tutto l'equipaggio a partire dal capitano David Wright. Mi offrirono un accappatoio di morbida spugna bianca e un classico the caldo all'inglese... Chiacchierammo a lungo e alla fine cenammo col pesce appena pescato. Erano tutti molto simpatici. Una delle ragazze a bordo si era però fratturata una gamba e non poteva più lavorare sullo yacht, così mi fecero una proposta. Ossia se mi andava, potevo rimanere con loro e godermi la traversata nel Mediterraneo, a patto di dare una mano in cucina. Dissi subito di sì! 

Il giorno dopo, presi lo zaino, salutai i miei genitori e salii a bordo dello yacht come aiutante. Iniziò così una bellissima avventura di mare sulla "old Lady" Vadura...


La mia "traversata" durò però solo due giorni. L'ambiente a bordo non era in realtà dei migliori. E non mi riferisco all'imbarcazione, che era un vero gioiello di antichi legni ed ottoni con magnifiche vele, ma ai rapporti nella crew. Scoprì presto infatti, che la ragazza infortunata aveva litigato col fidanzato, anch'esso imbarcato, e che a bordo si erano create diverse fazioni. L'armonia sui pochi metri quadrati degli spazi comuni era distrutta. Ed io, a parte David Wright che mi adorava, c'entravo con loro come i cavoli a merenda. Così decisi di scendere a Porto Cervo, dopo una sola notte nella piccola cabina che mi era stata assegnata, che sembrava più un portabagagli che un luogo per riposare. David era molto dispiaciuto, ma sapeva anche che se fossi rimasta a bordo, la tappa successiva sarebbe stata ben lontano da lì, in Spagna. Per poi lasciare definitivamente il Mediterraneo attraversando lo stretto di Gibilterra. Durante il tragitto che dal Sud della Sardegna ci portò al Nord potei però assaporare veramente cosa vuol dire andare su una barca a vela mossa solo dal vento. E David mi insegnò anche a tenere il timone, ad assecondare e correggere la rotta andando. Mi diede questa responsabilità e fu per me un onore ed un'emozione poter tenere per più di un'ora "il vento tra le mani", mentre lui mi guardava attento ma quasi rilassato da tutto ciò. E mi sorrideva...

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