Chiara Rey

Founder Senior

SOLSTIZIO/ Oggi 22 dicembre 2019 inizia ufficialmente l'Inverno, ma in molte località sembra invece primavera. Ecco perchè.

2019-12-22 23:34:36

Domenica 22 dicembre è il giorno del Solstizio d'Inverno, così inizia dal punto di vista astronomico la stagione invernale più fredda. Ma in realtà sembrerà quasi di essere in PRIMAVERA in molte regioni, con temperature in netto rialzo (16° a Cumiana) e vento forte. Scopriamo subito i motivi...

Un inizio d'Inverno 2019 con temperature primaverili

Quest'anno in Italia, per la precisione alle 05.19 UTC del 22 dicembre, inizia l'inverno. L'etimologia della parola "Solstizio" deriva da "Solis statio", fermata del Sole. Nel giorno del solstizio d'inverno il Sole, nel suo moto apparente, raggiunge il punto più basso del percorso sotto l'equatore celeste e delinea l'arco diurno più corto tra il Sud-Est e il Sud-Ovest, segnando così l'inizio della stagione invernale astronomica nell'emisfero boreale. Pertanto in Italia si assiste al giorno con meno sole: 8 ore e 55 minuti, mediamente. Ma in questo periodo, per noi il più freddo, paradossalmente il Sole è più vicino alla Terra, a causa della ellitticità dell'orbita terrestre.

In particolare quest'anno, dopo una settimana di maltempo, il meteo ci ha stupito con un vero e proprio INASPETTATO STRAVOLGIMENTO, che coinvolgerà man mano praticamente tutta l'Italia. La ragione va ricercata in una improvvisa risalita del flusso sub tropicale verso Nord che farà lievitare non poco i valori di pressione anche in sede mediterranea. Insomma, senza giri di parole, tornerà protagonista un'area di ALTA PRESSIONE Nord Africana pronta a regalarci per alcuni giorni un'atmosfera decisamente più mite. Il cambio repentino è segnato anche da un forte vento, che ci accompagnerà fino alla vigilia di Natale. Una spazzata alle nubi, ma anche alle atmosfere di ghiaccio tipiche di questo periodo. Il freddo però poi tornerà a ricordarci che il Natale è sempre la ricorrenza invernale da festeggiare in casa con i propri cari. Godiamoci quindi questi momenti di falsa primavera, poiché l'atmosfera polare tornerà presto.

L'antica tradizione bene augurante di baciarsi sotto il vischio, la pianta sacra del Solstizio d'inverno. 

Mentre l'anno volge al termine, le notti si allungano e le ore di luce sono sempre più brevi, fino al giorno del Solstizio invernale. II respiro della natura è sospeso, nell'attesa di una trasformazione, e il tempo stesso pare fermarsi. E' uno dei momenti di passaggio dell'anno, forse il più drammatico e paradossale: l'oscuritá regna sovrana, ma nel momento del suo trionfo cede alla luce che, lentamente, inizia a prevalere sulle brume invernali. Dopo il Solstizio, la notte più lunga dell'anno, le giornate ricominciano poco alla volta ad allungarsi.
Come tutti i momenti di passaggio, Yule è un periodo carico di valenze simboliche e magiche, dominato da miti e simboli provenienti da un passato lontanissimo.

Il Natale e' la versione cristiana della rinascita del sole, fissato secondo la tradizione al 25 dicembre dal papa Giulio I (337 -352) per il duplice scopo di celebrare Gesù Cristo come "Sole di giustizia" e creare una celebrazione alternativa alla più popolare festa pagana. Sin dai tempi antichi dalla Siberia alle Isole Britanniche, passando per l'Europa Centrale e il Mediterraneo, era tutto un fiorire di riti e cosmogonie che celebravano le nozze fatali della notte piö lunga col giorno più breve.

Due temi principali si intrecciavano e si sovrapponevano, come i temi musicali di una grande sinfonia. Uno era la morte del Vecchio Sole e la nascita del Sole Bambino, l'altra era il tema vegetale che narrava la sconfitta del Dio Agrifoglio, Re dell'Anno Calante, ad opera del Dio Quercia, Re dell'Anno Crescente.

Un terzo tema, forse meno antico e nato con le prime civiltá agrarie, celebrava sullo sfondo la nascita-germinazione di un Dio del Grano. Se il sole è un dio, il diminuire del suo calore e della sua luce è visto come segno di vecchiaia e declino. Occorre cacciare l'oscuritá prima che il sole scompaia per sempre.

Le genti dell'antichitá, che si consideravano parte del grande cerchio della vita, ritenevano che ogni loro azione, anche la più piccola, potesse influenzare i grandi cicli del cosmo. Così si celebravano riti per assicurare la rigenerazione del sole e si accendevano falò per sostenerne la forza e per incoraggiarne, tramite la cosiddetta "magia simpatica" la rinascita e la ripresa della sua marcia trionfale.

Presso i Celti era in uso un rito in cui le donne attendevano, immerse nell’oscurità, l’arrivo della luce-candela portata dagli uomini con cui veniva acceso il fuoco, per poi festeggiare tutti insieme la luce intorno al fuoco.

Yule o Farlas, è insieme festa di morte, trasformazione e rinascita. Il Re Oscuro, il Vecchio Sole, muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dall'utero della Dea: all'alba la Grande Madre Terra dá alla luce il Sole Dio.
La Dea è la vita dentro la morte, perche' anche se ora è regina del gelo e dell'oscuritá, mette al mondo il Figlio della Promessa, il Sole, che la rifeconderá riportando calore e luce al suo regno. Anche se i più freddi giorni dell'inverno ancora devono venire, sappiamo che con la rinascita del sole la primavera ritorna.


La pianta sacra del Solstizio d'Inverno è il VISCHIO, pianta simbolo della vita in quanto le sue bacche bianche e traslucide somigliano allo sperma maschile.

Il vischio, pianta sacra ai Druidi, era considerata una pianta discesa dal cielo, figlia del fulmine, e quindi emanazione divina. Equiparato alla vita attraverso la sua somiglianza allo sperma, ed unito alla quercia, il sacro albero dell'eternitá, questa pianta partecipa sia del simbolismo dell'eternitá che di quello dell'istante, simbolo di rigenerazione ma anche di immortalitá. 

Ancora oggi baciarsi sotto il vischio è un gesto propiziatorio di fortuna e la prima persona a entrare in casa dopo Farlas deve portare con se' un ramo di vischio. Queste usanze solstiziali sono state in seguito trasferite al mese di gennaio, il Capodanno dell'attuale calendario civile.