Chiara Rey

Founder Senior

RIFLESSIONI PERSONALI: "Si'... SONO UNA PECORA NERA!"

2019-08-06 09:30:27

Mi chiamo Chiara Rey all'anagrafe, ma chi mi segue da anni sui social mi conosce come "Luna", ossia Chiara Luna Rey, un nome d'arte che mi sono scelta anni fa, quando ho voluto trasformare la mia passione per la scrittura in professione. Sono una scrittrice e giornalista e sono una "pecora nera"...

Vorrei essere quella voce fuori dal coro, non meravigliatevi se mi autodefinisco una "pecora nera"!

Sono sempre stata "contro", sono stata una ribelle sin da ragazzina ed indipendente. Oggi, varcata la soglia della cinquantina, lo sono ancora di più! Vorrei che l'informazione, anche quella dei media, fosse la più scarna possibile, la più dolorosa anche, ma senza giudizi e pregiudizi. Purtroppo viviamo in un mondo dove la maggior parte dell'informazione è manipolata. Vengono evidenziate solo le notizie che più fanno comodo, addirittura le informazioni alle volte passano al pubblico soltanto perché sono sostenute da lauti compensi extra o da corposi benefit. Tutto diventa "merce" di scambio. E gestire l'informazione è "potere". Quando ho iniziato a scrivere nel 2002 in una piccola redazione di provincia, c'era la caccia alla notizia bomba, quella non ancora uscita sulle altre testate. Alle volte a fronte di una notizia che poteva fare potenzialmente audience e quindi "cassetta", si bloccava la stampa in tarda serata, per rifare la prima pagina. E purtroppo il detto "sbatti il morto in prima pagina" (con tanto di foto) è sempre stato vero. Cattive notizie quindi. La positività non è di moda. Ma poi con tutte le catastrofi che "naturalmente" succedono, tutti i morti e le brutalità che si susseguono incessantemente, di materiale buono ce n'è. Ecco però che tra una notizia negativa e l'altra c'è ancora della differenza. Cosa far passare? Il mondo sta veramente andando a rotoli, i cambiamenti del clima sono un grosso campanello d'allarme, le calamità naturali sono sempre più devastanti. Ora intere immense regioni ai confini della calotta polare sono divorate dalle fiamme, ai confini della Siberia, ed il fumo denso raggiunge addirittura il Nord America, in primis il Canada. Le regioni russe di Irkutsk, Buryatia, Sakha e Krasnoyarsk hanno dichiarato lo stato d'emergenza, visto che la nuvola di cenere che incombe sull'intera area sta letteralmente soffocando le città che si trovano nella zona del rogo.  Secondo l'agenzia forestale russa, oltre 2,7 milioni di ettari di alberi - l'equivalente per estensione di Piemonte e Val d'Aosta -stanno bruciando in Russia. Il fumo ha circondato almeno 800 città. La speranza è che nel weekend una forte perturbazione possa spegnere molti dei roghi. Al momento il Cremlino non sta tentando di soffocare gli incendi, perché  "i danni a cui andremmo incontro in queste regioni praticamente disabitate sarebbero più dei benefici”.

Ed anche gli scienziati della Nasa però non sono troppo preoccupati: “Le ceneri stanno viaggiando a un'altitudine tale da non pregiudicare la qualità dell'aria degli Stati Uniti. A meno che  - fa notare il meteorologo dell'agenzia spaziale Colin Seftor - le correnti non raggiungano la superficie”.  Allora "viva l'ottimismo".

In contemporanea il surriscaldamento fa sciogliere a tempo di record i ghiacciai della Groenlandia, si parla di 11 miliardi di tonnellate di acqua solo nelle ultime 24 ore. E ben più vicini a noi anche i nostri ghiacciai nazionali stanno facendo la stessa fine. Dati da catastrofe epocale. Un titolo in più da sfruttare.

Scusate, sarà l'ultima volta che parlo di catastrofi. Mi ero imposta di non sbattere più il morto in prima pagina. Continuerò a scrivere però e andrò alla ricerca anche di notizie positive, sperando di trovarne, e cercherò pure quell'informazione "nascosta", che spesso non viene nemmeno contemplata.

Per ora vi saluto e vi abbraccio. 

Chiara Luna Rey 

(la vostra Pecora Nera)