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RICAMO/ Il merletto d'arte di Burano
L'anno scorso ho visitato, durante il periodo del Carnevale di Venezia, l'isola di Burano. E sono rimasta meravigliata dalla particolarità di questo piccolo borgo. Il mondo che si respira è magico, con le caratteristiche case tutte colorate, ma soprattutto per l'eleganza dei suoi famosi merletti...
La leggenda del Merletto di Burano.
Il merletto di Burano è uno dei più rinomati merletti al mondo, di tradizione plurisecolare e specifico appunto dell'isola di Burano nella laguna di Venezia, ove ha sede un celebre Museo del merletto.
Una delle leggende più famose narra che un antico pescatore, promesso sposo ad una giovane fanciulla dell'isola, venne tentato dal canto delle sirene durante un'uscita in mare, verso Oriente. Poiché il ragazzo resistette ai loro incanti, ricevette un dono dalla regina di costoro, rimasta affascinata dalla sua fedeltà.
Fu così che la sirena colpì con la coda il fianco dell'imbarcazione e che dalla schiuma, creatasi dal movimento dell'acqua, prese forma un elegantissimo velo nuziale per la giovane sposa.
Arrivato il giorno delle nozze, la ragazza fu ammirata ed invidiata da tutte le giovani dell'isola, dando il via ad una sorta di competizione: costoro cominciarono infatti ad imitare il merletto del velo donato dalla Regina del Mare, utilizzando ago e filo sempre più sottili, nella speranza di creare un ricamo ancora più bello per i propri abiti da sposa.
In realtà la storia del merletto di Burano si perde nella notte dei tempi ed è legata alla particolarità di questa piccola isola. Per alcuni la tipica lavorazione buranella sarebbe connessa alla tradizione marinaresca dei suoi abitanti, legati alla pesca e di conseguenza alla fabbricazione e alla riparazione in loco delle reti.
La storia del Merletto Buranello
Si stima che i primi merletti di Burano risalgano al 1500. All'epoca la lavorazione del merletto si svolgeva solo ed esclusivamente in case signorili, utilizzando ago e filo senza il supporto di una tela. Veniva realizzato il "punto in aria" e con esso venivano eseguiti disegni geometrici, fiori, animali, volute e racemi.
Nel '600 si cominciò a ricamare utilizzando il "punto a rosette", lavorato con piccoli fiori volanti e il "punto controtagliato", utilizzato per le ampie volute a il rilievo nelle cordature di contorno. Questi ricami si diffusero ben presto in Europa e le merlettaie di Burano vennero chiamate perfino in Francia, per avviare un'importante creazione di pizzi.
Una forte spinta alla diffusione di questo tipo di artigianato venne data dalla dogaressa Morosina Morosini, che alla fine del XVI secolo creò un laboratorio a Venezia, nel quale trovarono impiego 130 merlettaie. Alla sua morte il laboratorio venne chiuso, ma l'arte del merletto continuò ad essere coltivata. Vista la forte richiesta, si studiò di organizzare la produzione e la commercializzazione del merletto veneziano: la Corporazione dei Merciai se ne assunse la prerogativa, organizzando il lavoro nelle case, negli orfanotrofi, nei conventi, negli ospizi, nelle isole, divenendo così nel secolo XVII una delle corporazioni più ricche di Venezia.
La Francia diventò una terribile concorrente per le merlettaie dell'isola, anche se non riuscì mai a competere con loro perchè i ricami francesi non avevano la finezza e l'eleganza delle opere buranelle.
La lavorazione del merletto, per la maggior parte dei casi, si svolgeva all'interno della Scuola Merletti. Opere degne di nota sono oggi esposte in un edificio storico situato nella piazzetta di Burano, il Museo del Merletto.
Purtroppo, con la caduta della Repubblica Serenissima, l'attività subì un forte declino.
Alla fine dell'ottocento, grazie alla propaganda della signora Cencia Scarpariola (nota merlettaia di Burano il cui nome venne poi assegnato ad una via dell'isola), cominciò la nuova era del merletto e si introdussero nuovi punti, così da trasformare i ricami in vere e proprie opere d'arte.
La scuola del Merletto
Nell'inverno del 1872, grazie all'interessamento della contessa Andriana Marcello e dell'onorevole Paolo Fabbri, si decise di cercare di rivitalizzare l'antica tradizione del merletto di Burano, con lo scopo principale di alleviare le tristi condizioni economiche dell'isola. Venne quindi chiesto ad un'anziana merlettaia di nome Vincenza Memo - detta Cencia Scarpariola - rimasta ultima depositaria di tutti i segreti dell'arte, di tramandarli alla maestra elementare Anna Bellorio d'Este, che a sua volta li passò alle figlie e ad un gruppo di ragazze.
Fu così che presso l'antico palazzo del podestà nacque la Scuola del Merletto di Burano, che grazie alle commesse della contessa Marcello e di una serie di nobildonne da lei interpellate - fra le quali la principessa di Sassonia, la duchessa di Hamilton, la contessa Bismarck, la principessa Metternich, la regina d'Olanda e la regina Margherita - fece nuovamente rifiorire il lavoro e il commercio. Nel 1875 la Scuola del merletto contava già oltre 100 allieve.
Nella scuola si lavorava per sei ore al giorno d'inverno, sette in estate. Si veniva ammesse a 12 anni, dopo sei anni di istruzione fornita a casa. A 18 anni si passava nel gruppo delle lavoranti esperte fino al matrimonio, dopo il quale si tornava a lavorare a casa.
Secondo un elenco dei lavoranti a cottimo del 1876, le merlettaie erano suddivise per operazioni: Ordidura, Rete, Guipure, Rilievo e Ripieni, Stelle, Piccò, Staccatura, Pulitura, Unioni. Nel 1901, i gruppi di lavoro risultano sette: Ordidura, Rete, Guipure, Rilievo, Pulitura, Ripassatura. La settima fase - Unioni - veniva eseguita sempre a domicilio, dalle migliori lavoranti di ciascuna fase.
La contessa Marcello morì nel 1893, lasciando al figlio il compito di continuare la sua opera. La produzione della scuola continuò a crescere fino alla prima guerra mondiale e si mantenne alta fino agli anni '30 del XX secolo, per poi decrescere lentamente nei decenni successivi. La scuola del merletto fu chiusa definitivamente nel 1970. La produzione continuò privatamente, grazie anche alla nascita di una serie di negozi locali. Attualmente l'estrema difficoltà tecnica dei pezzi più pregiati, e la loro lunga o lunghissima gestazione (per creare una grande tovaglia fittamente ricamata serve il lavoro di dieci merlettaie per tre anni), hanno da un lato fatto lievitare enormemente i prezzi, dall'altro favorito la ricerca di una tecnica di lavorazione più sbrigativa e veloce, anche se ancora completamente attuata a mano. Ed è da questa tecnica che hanno avuto origine i diversi laboratori e negozi ancora presenti oggi sull'isola.