Chiara Rey

Founder Senior

NUTRIZIONE/ Una mela (selvatica) ali giorno, leva il medico di torno. Sarà vero?

2019-10-11 09:24:54

Avendo la fortuna di abitare a Cumiana, piccolo paesino del Pinerolese incastonato tra boschi e torrenti, spesso vado a raccogliere frutta selvatica. In questo periodo trovo facilmente delle splendide meline, molto gustose e soprattutto ricche di importanti nutrienti, sali minerali e vitamine...

LE PROPRIETA' SALUTARI delle MELE

La mela è un frutto dalle straordinarie proprietà salutari, sia per quanto riguarda la lotta al colesterolo sia per altri tipi di patologie, come il tumore al colon.

E' quanto emerso nel 2015 dal progetto Ager Melo, durato quattro anni e finanziato con 3 milioni da Fondazioni bancarie, a cui ha lavorato una task force di ricercatori di quattro sedi universitarie (Bologna, Milano, Padova, Udine) e due istituti di ricerca (CReSO e Fondazione Mach, con il coordinatore Riccardo Velasco).

La ricercatrice della Fondazione Mach Francesca Fava ha poi presentato in  i risultati di uno studio nutrizionale realizzato da FEM in collaborazione con l'Istituto di Ricerca cardiovascolare e metabolica dell’Università di Reading, nel Regno Unito. La ricerca aveva l'obiettivo di studiare gli effetti del consumo di mele su volontari affetti da moderata ipercolesterolemia. Per due mesi 40 persone hanno consumato due mele fresche al giorno (varietà Renetta Canada trentina). I primi risultati dimostrano che il consumo di 2 mele al giorno è in grado di abbassare, in media del 3%, il colesterolo totale nel sangue, ed anche il colesterolo LDL, in media del 4%. In concomitanza, dopo aver sgranocchiato le renette, nel corpo si è misurato un aumento significativo di sostanze antiossidanti. “Si sta ora completando l’analisi di altri importanti fattori di rischio di malattie cardiovascolari, quali la funzionalità vascolare e l'elasticità delle arterie” — ha aggiunto l’esperta.

Il coordinatore del Dipartimento Qualità Alimentare e Nutrizione di San Michele, FulvioMattivi, si è invece occupato di un intervento effettuato in collaborazione con il Centro di Ricerca per gli alimenti e la nutrizione di Roma. Nello studio 12 volontari hanno consumato 250 millilitri di una spremuta di mela di elevata qualità, equivalente al consumo di due mele fresche (varietà Pink Lady), oppure una spremuta di mela arricchita in polifenoli della mela. Dopo aver raccolto diversi campioni di fluidi biologici, è stato possibile ricostruire il metabolismo di tutti i polifenoli attivi della mela. Tra le decine di composti che persistono a lungo in circolo nel corpo umano si distinguono in particolare i metaboliti delle procianidine, elementi di accertata valenza salutistica. Tra i composti che vengono rapidamente metabolizzati ed escreti si trova invece la floretina, il cui metabolismo è associato ad una riduzione della glicemia. Il messaggio che viene da questo esperimento è che, anche quando il frutto è particolarmente ricco in polifenoli, l'organismo umano è in grado di assorbirli e metabolizzarli. Proprio questi biofenoli possono avere ricadute positive anche sui tumori. La studiosa del Centro per la Biologia Integrata (CIBIO) dell’Università di Trento, Pamela Gatto, si è soffermata sull’effetto dei polifenoli della mela su un modello cellulare di carcinoma al colon. Utilizzando un approccio quantitativo di indagine per immagini, lo studio ha messo in evidenza l’attività di alcune di queste molecole in grado di ridurre la formazione di microtessuti tumorali coltivati in vitro.

Brian Farneti dell’Università di Bologna ha studiato l’evoluzione dei composti bioattivi nel processo storico di domesticazione della mela. Dalla analisi di una ampia popolazione di genotipi di melo, composta da 150 varietà coltivate e 97 specie selvatiche, è stato possibile identificare quali tra i composti di interesse nutrizionale siano presenti a livelli omogenei nei frutti, e quali invece siano fortemente differenziati. Questi ultimi, l’acido malico, la vitamina C ed alcune classi di polifenoli, potrebbero essere modificati in futuro attraverso nuovi programmi mirati di incrocio, dando vita a una mela ancora più “salutare”. Si è inoltre scoperto per la prima volta che la mela contiene quantità interessanti di due forme del resveratrolo, composto conosciuto per diversi effetti benefici, finora associato solo al consumo di vino rosso. L’ultimo intervento della mattinata, incentrato sugli allergeni della mela, è stato affidato adAlessandro Bottondell’Università di Padova. L’indagine scientifica ha evidenziato che le varietà di melo più antiche producono frutti “ipoallergenici”, anche se magari questi hanno un aspetto esteriore e una polpa commercialmente meno accattivante.

Quindi ben venga anche la riscoperta di mele meno "nobili", come quelle selvatiche, ma sicuramente più vicine al concetto di prodotto "bio", di cui oltre alla gustosa polpa si può gustare senza problemi anche la croccante buccia.

Una mela mangiata senza la buccia fornisce un apporto energetico di circa 40/55 kcal per ogni 100 g di frutto e contiene fino all'88% di acqua, circa il 15-20% di glucidi e carboidrati, lo 0.15 % di proteine, lo 0.31% di lipidi, lo 0.75% di fibre e lo 0.24% di minerali (soprattutto Potassio, Calcio, Fosforo, Magnesio)

Il contenuto medio di vitamina C è circa 5 mg per ogni 100 g di mele. Buono anche l’apporto di Vita. A.

La mela è un ottimo alimento anche con effetto depurativo: la pectina contenuta nella buccia aiuta a tenere basso il colesterolo ed ha un effetto diuretico e lassativo. 

Tuttavia è sempre l’insieme dell’alimentazione a fare la differenza, non l’alimento singolo che va giudicato nel suo insieme.

Le mele sono anche alleate nelle diete. Ecco l'apporto calorico di alcuni diversi tipi di mele:

  • Le mele cotogne, meno zuccherine (6,6g di carboidrati) arrivano a 26kcal

  • Le mele Granny Smith a 38kcal/100g

  • Le mele rosse annurche a 40kcal

  • Le renette a 40kcal

  • Le deliziose a 43kcal

  • Le Golden a 43kcal

  • Le imperatore a 44kcal

  • Le mele senza buccia a 52kcal

  • Le mele selvatiche zuccherine possono arrivare anche a 72 kcal.

Con la buccia o senza?

Molte persone si chiedono se val la pena, visto i diserbanti e i pesticidi, utilizzati, mangiare la mela con la buccia. La risposta è si. La maggior parte delle proprietà della mela sono contenute proprio nella buccia. In Italia i prodotti sottoposto a trattamenti chimici, arrivano sul banco dei consumatori, solo dopo il tempo di latenza, ovvero il tempo che questi impiegano per disattivarsi. La soluzione ottimale è ovviamente mangiare mele quanto più possibili naturali o "Bio". Via libera quindi alle mele selvatiche con tutta la loro preziosa buccia.

Tra l’altro lavare la mela toglie oltre il 90% dei residui. Pertanto se eventualmente il consumatore ne assume ancora una piccola quantità è irrilevante rispetto all’inquinamento che normalmente respiriamo.
Mangiate quindi la mela con la buccia (lavandola bene), perché ad oggi sono molti di più i benefici che i danni che ne derivano.