Chiara Rey

Founder Senior

Epifania, Befania, Befana... Ecco tutti i segreti delle origini di questa festa!

2021-01-06 19:44:28

Come nasce la tradizione della Befana? Perché è raffigurata da una vecchietta sulla scopa e perché è diventata il simbolo dell'Epifania? In realtà la Befana è una tradizione esclusivamente italiana...

"Epifania, tutte le feste si porta via..."

Il più conosciuto detto popolare recita "Epifania, tutte le feste si porta via". Ed in effetti con questo giorno si chiude il ciclo dei festeggiamenti legati al Natale. Infatti con il nome completo di "Epifania del Signore" si intende la festa cristiana celebrata dodici giorni dopo il Natale. Per le Chiese occidentali, che la considerano la più grande Pasqua di Luce, tale giorno cade il 6 gennaio, mentre per le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano esso corrisponde al 19 gennaio del calendario civile.
Il termine Epifania deriva dal greco antico, dal verbo epifàino (ἐπιφαίνω, che significa "mi rendo manifesto"), da cui il sostantivo femminile epifàneia (ἐπιφάνεια; manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina).
Sin dai tempi di Giovanni Crisostomo il termine assunse una valenza ulteriore, associata alla natività di Gesù. Nelle Chiese cattolica, ortodossa e anglicana è una delle massime solennità dell'anno liturgico, come la Pasqua, il Natale e la Pentecoste, e per i cattolici è festa di precetto; nei Paesi in cui non è festività civile, viene spostata alla domenica tra il 2 e l'8 gennaio. È l'ultima delle solennità del tempo di Natale.
È chiamata da tutti impropriamente festa della "Befana", termine però profano che non ha niente a che vedere con la religione Cattolica, ma che fonda le sue radici proprio in Italia, nella figura della vecchietta che, a bordo di una scopa e ricoperta di stracci, sorvola i cieli della nostra penisola per portare dolci (o carbone) di casa in casa. Si tratta di una leggenda tipicamente italiana, non conosciuta all’estero, dove viene applicata secondo altre versioni.
Forse non tutti sanno che il termine ἐπιφάνεια (Epifania) veniva già utilizzato dagli antichi greci per indicare l'azione o la manifestazione di una qualsiasi divinità (mediante miracoli, visioni, segni, ecc.). È la manifestazione della luce, della Luce più grande di Dio che si manifesta attraverso una stella. È usuale in molte parti del mondo augurarsi Buona Pasqua Epifania.
Tito Flavio Clemente d'Alessandria, un padre della chiesa, che scrive alla fine del II secolo, attesta che le comunità cristiane della sua grande città formate dallo gnostico Basilide (i “Basilidiani”) celebravano il battesimo di Gesù Cristo, e con esso anche l'Epifania come la "manifestazione del Signore al mondo", il 15º giorno del mese di Tybi dell'antico calendario alessandrino, che corrisponderebbe al nostro 6 gennaio.
Per l'interpretazione di questo passo occorre ricordare che il battesimo di Gesù, l'Epifania e l'annuncio degli angeli ai pastori in occasione della nascita erano festeggiati simultaneamente come manifestazioni della divinità di Gesù. Ciò era facilitato da alcune varianti del Vangelo di Luca, dalle quali il battesimo sembra aver avuto luogo nello stesso giorno della nascita[3]. A partire dal III secolo circa, le comunità cristiane del Vicino Oriente associarono il termine Epifania ai tre segni rivelatori di Gesù Cristo, e cioè: l'adorazione dei Magi, il battesimo di Gesù adulto nel fiume Giordano, e il primo miracolo di Gesù avvenuto a Cana.
Tuttavia, i primi cristiani di Gerusalemme non festeggiavano il Natale il giorno 25 dicembre: un documento chiamato Itinerarium, opera della pellegrina Egeria, narrerebbe la suggestiva presenza di vescovi cristiani in visita a Betlemme la sola notte del 6 gennaio, più otto giorni di celebrazioni liturgiche successive a questa stessa data, e una festa della Resurrezione di Cristo in primavera. Tuttavia la separazione tra la ricorrenza della adorazione dei Magi nella Natività e la ricorrenza del Battesimo di Gesù fu probabilmente fatta per non accavallare le date dei pellegrinaggi che partivano per il fiume Giordano e contemporaneamente presso Betlemme. Comunque, le considerazioni di Giovanni di Nikiu influenzarono Cirillo di Alessandria d'Egitto, per cui anche le prime comunità Copte cominciarono a celebrare la Natività il giorno 25 dicembre. Ed il termine “Befana” è strettamente legato a “Epifania” essendone una sua corruzione lessicale: il termine greco originale ἐπιφάνεια (epifáneia) è andato evolvendosi nel corso dei secoli fino a portare a bifanìa e befanìa.
Il contenuto è poi radicalmente cambiato: la sua origine culturale è connessa a riti propiziatori pagani del X-VI secolo a.C, legati al raccolto dell’anno appena trascorso e quello nuovo (accompagnato da un rito propiziatorio addetto).
I Romani ereditarono questa tradizione rituale inserendola all’interno del proprio calendario festeggiando e rendendo omaggio alla fine dell’anno solare e all’inizio del solstizio solare. E la Befana dov’è in tutto questo? Nell’associazione che vedeva i Romani immaginare alcune donne sorvolare nei campi in 12 notti portando fertilità ai raccolti. Si innesta per la prima volta la figura di una donna che vola e che porta con sé cibo e ricchezza: in principio per alcuni era Diana, dea associata alla Luna e alla caccia, mentre per altri Sàtia (dea della sazietà) e Abùndia (dea dell’abbondanza). Il mito è incerto ma per arrivare all’amorevole vecchietta “con le scarpe tutte rotte” bisogna proseguire fino al IV secolo d.C. quando la Chiesa bandì e condannò diverse tradizioni associate ad antichi riti pagani.
Ed ecco che da divinità la Befana diventata quasi una strega, con tanto di scopa, e il suo aspetto anziano viene associato al vecchio anno che se ne va, effettuando un ultimo passaggio sul mondo. Fu il Cattolicesimo a riammettere, per gradi, la figura della Befana conferendogli un significato diviso tra bene e male. Il 6 gennaio la vede tornare anche all’antica numerazione, separando il Natale e l’Epifania alla distanza esatta di 12 giorni.

La calza della Befana: da dove arriva la tradizione di dolci e carbone?

Dolci e carbone: quest’ultimo non è sempre stato un simbolo negativo, fu la Chiesa a renderlo tale identificandolo come punizione per i bambini che non si erano comportati bene. Il carbone era invece in precedenza un dono gradito, ricordando il rinnovamento della stagione e dell’anno appena iniziato.
La calza poi, nella realtà contadina povera, aveva una doppia funzione: da una parte portare alcuni frutti del raccolto in vista del nuovo anno, dall’altra donare un indumento caldo utile a sopravvivere durante l’inverno appena iniziato.
Secondo la leggenda uni dei sette re di Roma, Numa Pompilio, aveva l’abitudine di appendere in una grotta durante il solstizio d’inverno proprio una calza, un rito propiziatorio che gli avrebbe poi portato doni e ricchezze da una ninfa. Un’altra tradizione contadina vedeva invece i bambini mettere in bella vista le loro scarpe migliori per la Befana che, come vuole la filastrocca, va in giro coperta di stracci e con calzature bucate e consumate. Se la Befana ne aveva bisogno, le prendeva ma solitamente i bambini che seguivano questa tradizione si ritrovavano la mattina seguente con le scarpe intatte e ripiene di dolciumi.

La Befana, l’Epifania e i Re Magi

Certo, come sappiamo l’Epifania ha di per sé un altro significato e vede protagonisti alcune delle figure più importanti della natività, i Re Magi.
Eppure anche la Befana si inserisce in questa liturgia grazie a una leggenda cristiana del XII secolo: i Re Magi, in viaggio verso Betlemme per incontrare e porre i loro omaggi a Gesù Bambino, si persero e nel tentativo di ritrovare la strada chiesero aiuto e indicazioni a una signora molto anziana.
La vecchietta indicò a Gaspare, Melchiorre e Baldassarre il percorso e fu invitata dai tre a seguirli, invitò che declinò con grande pentimento. Per porre rimedio, preparò una gran quantità di dolci e uscì di casa per raggiungerli. Non li trovò mai e da quella notte la leggenda vuole che la stessa anziana si ferma di notte in notte nelle case dei bambini il giorno dell’Epifania, regalando dolci a tutti nella speranza di ritrovare Gesù.
Ecco che ancora una volta religione, liturgia e leggenda si mescolano. Buona Epifania e buona ricerca della Luce a tutti!!

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