CURIOSITA'/ Conoscete il Tardigrado? Questo animaletto microscopico ha sorpreso tutti gli scienziati: è praticamente immortale.
Chiara Rey
Founder Senior
CURIOSITA'/ Conoscete il Tardigrado? Questo animaletto microscopico ha sorpreso tutti gli scienziati: è praticamente immortale.
2019-11-09 23:11:56
E' stato scoperto nel 1773. Ma la novità odierna è che sulla Luna sono sbarcati migliaia di questi tardigradi invincibili o quasi, a bordo della sonda israeliana che qualche mese fa si è schiantata sulla sua superficie. Sono microrganismi quasi immortali: daranno vita alla prima colonia lunare?
Lo scorso mese di aprile la sonda israeliana Beresheet ha conclusoil suo viaggio schiantandosi sulla superficie lunare, ma celava un interessante "segreto"...
Finora si sapeva che il suo piccolo carico comprendeva, tra l'altro, la prima biblioteca lunare di "Arch Mission" (una Fondazione che ha l'obiettivo di archiviare le conoscenze dell’uomo per renderle disponibili alle future generazioni) e un archivio digitale con 30 milioni di pagine su tutto o quasi lo scibile umano.
Ora si scopre che il lander lunare trasportava anche migliaia di tardigradi disidratati.
Ma nessun pericolo! A proposito della biblioteca, il fondatore di Arch Mission, Nova Spivack, sostiene che potrebbe essere sopravvissuta all’impatto (si trattava di un oggetto simile a un dvd, composto da sottilissimi fogli di nichel). E i tardigradi? Se il "timore" è che possano andare alla conquista del nostro satellite, sembra che non ci sia da preoccuparsi: sono, infatti, in parte imprigionati in una resina epossidica insieme a milioni di cellule umane, vegetali e microrganismi, in parte attaccati col nastro adesivo impiegato per sigillare il prezioso carico della sonda. In ogni caso, per chi, nonostante tutto, fosse in apprensione per la sorte dei tardigradi, qualcuno sta già pensando a una missione per recuperarli e riportarli a casa.
Il Tardigrado (curioso nome, vero?) infatti può resistere a temperature caldissime e freddissime, sopravvivere oltre 10 anni senza una goccia d' acqua, resistere allo spazio e le sue radiazioni e tornare indietro. Vive sulla Terra da mezzo miliardo di anni, è sopravvissuto a tutte e 5 le estinzioni di massa. Il suo nome è "Orsetto d'Acqua". Come suggerisce il nome vive principalmente in acqua, ma grazie alla sua resistenza è presente praticamente in ogni angolo della terra, ed è sufficiente osservare un qualsiasi pezzo di muschio con un economico microscopio per vederne alcuni.
Le dimensioni lineari degli adulti possono variare da meno di 0,1 mm a 1,5 mm. In inglese sono detti "waterbears", appunto "orsi d'acqua". Le specie marine sono incolori o bianco-grigiastre, mentre quelle terrestri o d'acqua dolce possono essere di vari colori, ad esempio arancioni, gialle, verdi o nere.
Sono organismi eutelici (hanno un numero di cellule costante durante il corso della vita; gli individui possono accrescersi solo per volume e non per mitosi). Il corpo, approssimativamente cilindrico, è costituito dal capo e da quattro metameri, ciascuno dei quali porta un paio di zampe che in molte specie marine sono parzialmente retrattili con un meccanismo telescopico. Alle estremità delle zampe vi è un numero variabile di unghie o dita, generalmente compreso tra 4 e 8. Raramente le unghie possono ridursi o mancare del tutto. Il corpo è rivestito da una sottile cuticola extracellulare elastica, formata anche da chitina.
La respirazione è esclusivamente cutanea. Le piccole dimensioni, e quindi l'elevato rapporto superficie/volume, rendono infatti superfluo un apparato respiratorio.
Il celoma, presente negli embrioni, nell'adulto regredisce. All'interno del corpo è presente invece un emocele, cioè un'ampia cavità occupata da un liquido incolore in cui sono sospese grosse cellule con probabile funzione di riserva alimentare. Il liquido bagna tutti gli organi, assicurando così la distribuzione delle sostanze in assenza di un apparato circolatorio.
Nella maggior parte delle specie la riproduzione è a sessi separati, anche se si conoscono specie ermafrodite e partenogenetiche. La femmina può deporre da 1 a 35 uova, dalle quali, dopo un periodo che può variare da 5 a 40 giorni, esce un individuo già formato come un adulto. Lo sviluppo avviene per accrescimento del volume delle cellule, il cui numero, geneticamente determinato, resta costante durante tutta la vita. La presenza della cuticola esterna rende necessarie per l'accrescimento un certo numero di mute.
https://www.youtube.com/watch?v=tOYo4NF4SNk
I tardigradi sono stati osservati per la prima volta nel 1773 dallo zoologo tedesco Johann August Ephraim Goeze, ma il nome “Tardigrada” – che significa “animali che camminano lentamente” – è stato dato loro nel 1777 da un biologo (e gesuita) italiano: Lazzaro Spallanzani, che tra le altre cose è stato uno dei primi a fare esperimenti sulla fecondazione artificiale. In inglese vengono chiamati informalmente “water bears”, per via della loro forma, che ricorda vagamente quella di un orso (due paia di zampe in più per parte), o anche “moss pigs”, cioè “maiali del muschio”, visto che spesso vivono su questo tipo di piante.
Sono invertebrati e finora ne sono state identificate più di mille specie. Alcuni tardigradi sono vegetariani, altri sono carnivori e mangiano altri invertebrati (in alcuni casi sono cannibali) e molte specie sono in grado di produrre uova senza accoppiarsi e, in alcuni casi, sono ermafroditi e capaci di fecondarsi da soli. Alcune specie hanno gli occhi, altre no.
Si trovano in tutte le zone del mondo e probabilmente ne avete mangiati tantissimi nella vostra vita senza nemmeno accorgervene, per esempio con un’insalata!!