Chiara Rey

Founder Senior

CAFFE' STORICI a TORINO/ 2 — Caffè Al Bicerin dal 1763, un'oasi di pace dove nacque appunto il famoso "Bicerìn 'd Cavour"

2019-11-04 15:33:10

Il Bicerin è una storica bevanda calda e analcolica tipica di Torino, evoluzione della settecentesca "bavarèisa", gustosa bevanda servita in grandi bicchieri tondeggianti, composta da una mescolanza di caffè, cioccolato e crema di latte. Il Caffè Al Bicerin ne vanta la più antica ricetta originale.

L'invenzione del Bicerin, tra storia e leggenda...

La storia del "Bicerin", nasce con quella dello storico locale in piazza della Consolata, che venne nel tempo a essere semplicemente chiamato dai Torinesi proprio così per il successo della sua bevanda, e nel tempo si intreccia saldamente alla storia della “Consolà”. La nuova miscela era infatti il sostegno ideale per i fedeli che, avendo digiunato per prepararsi alla comunione, cercavano un sostegno energetico appena usciti dalla chiesa. Ugualmente era molto gradita in tempo di Quaresima poiché, non essendo la cioccolata calda considerata “cibo”, poteva essere consumata senza remore durante il digiuno prescritto.

La storia del Caffè al Bicerin dal 1763

La storia inizia nel 1763, quando l’acquacedratario Giuseppe Dentis apre la sua piccola bottega nell’edificio di fronte all’ingresso del Santuario della Consolata. Il locale all’epoca era arredato semplicemente, con tavole e panche di legno. Nel 1856, su progetto dell’architetto Carlo Promis, viene edificato l’attuale palazzo e in questa sede il caffè assume l’elegante forma che oggi possiamo apprezzare: le pareti vengono abbellite con boiseries di legno decorate da specchi e lampade e fanno la loro comparsa i caratteristici tavolini tondi di marmo bianco, il bancone di legno e marmo e le scaffalature per i vasi dei confetti. 

Alla fine dell’Ottocento viene posta esternamente la devanture in ferro, con le vetrinette ai lati, le colonnine e i capitelli in ghisa. In questo ambiente viene svolta l’attività di confetteria e di caffè-cioccolateria.

L’invenzione del Bicerin è stata, senza alcun dubbio, la base del successo del locale e, più che invenzione, fu l'evoluzione della settecentesca "bavareisa", una bevanda allora di gran moda che veniva servita in grossi bicchieri e che era fatta di caffè, cioccolato, latte e sciroppo. Il rituale del bicerin prevedeva all’inizio che i tre ingredienti fossero serviti separatamente, ma già nell’Ottocento vengono riuniti in un unico bicchiere e declinati in tre varianti: "pur e fiur" (simile all’odierno cappuccino), "pur e barba" (caffè e cioccolato), " ‘n poc ‘d tut " (ovvero un po’ di tutto), ossia con tutti e tre gli ingredienti. Quest’ultima formula fu quella di maggiore successo e finì per prevalere sulle altre, arrivando integra ed originale ai nostri giorni e prendendo il nome dai piccoli bicchieri senza manico in cui veniva servita (bicerìn, appunto, in dialetto piemontese). 

La bevanda si diffuse anche negli altri locali della città, diventandone addirittura uno dei simboli di Torino. 

Stefani-Mondo scrisse: “...è la bibita prediletta della mattina: ministri, magistrati, professori, negozianti, fattorini, cestaie, venditori e venditrici ambulanti, campagnuoli ecc, tutti spendono volentieri i loro tre soldi per rifocillarsi economicamente lo stomaco“.  (Il prezzo di tre soldi, cioè 15 centesimi di lira, venne mantenuto dalla metà dell’Ottocento fino al 5 dicembre del 1913, quando passò a 20 centesimi).

Il Risorgimento e l’Unità d’Italia passarono da questo locale con la presenza di Camillo Benso di Cavour. Si dice che il Conte, liberale, laico e anticlericale, anziché accompagnare la famiglia reale al santuario, ne attendesse l’uscita comodamente seduto al tavolino sotto l’orologio, controllando da dietro le tendine l’ingresso della Consolata. 

Ospiti illustri e onorificenze

Da sempre, importanti e famosi personaggi hanno amato e condiviso con i Torinesi la calda e accogliente atmosfera di questo luogo. Il locale è stato insignito anche di importanti onorificenze, come

Oltre a Camillo Benso di Cavour, il locale ha accolto Alexandre Dumas padre che in una lettera parla del Bicerin come di una delle cose assolutamente da non perdere a Torino.

Anche Friedrich Nietzsche visse a Torino, città che amò particolarmente e dove scrisse L’Anticristo, Il crepuscolo degli idoli ed EcceHomo.

Giacomo Puccini racconta nelle sue memorie che ogni tanto faceva quattro passi per venire al Bicerin: abitava nella vicinissima via Sant’Agostino in una soffitta che egli stesso ammette di aver usato come modello per La Bohème.

La regina Maria Josè e il re S.A.R. Umberto II passarono da qui prima di ritirarsi in esilio. Una lettera di ringraziamento dell’ex sovrano è esposta nei locali.

Questo locale è sempre stato anche un luogo amato dagli artisti. La cosa non stupisce perché la sua atmosfera raccolta favorisce la riflessione e la concentrazione. 

Fra gli scrittori sono stati clienti i grandi Guido Gozzano, Italo Calvino e Mario Soldati che fu anche importante regista cinematografico e televisivo.

Lo scrittore Umberto Eco nel suo romanzo storico Il Cimitero di Praga fa una lunga e dettagliata descrizione del Caffè Al Bicerin, utilizzandolo come ambientazione di una parte del libro.

Era facile sorprendere anche Erminio Macario davanti a un caldo bicerin, in compagnia di qualche bellezza del palcoscenico o di altri attori, come Carlo Campanini. Wanda Osiris, devotissima frequentatrice della Consolata, passava spesso dalle luci della ribalta… alle luci soffuse del Bicerin.

Un quotidiano frequentatore era Mario Merz, pittore e scultore di fama internazionale. Fra i massimi esponenti dell’Arte Povera, amava sedersi al primo tavolino di fianco all’ingresso.

L’Avvocato Gianni Agnelli e il fratello Umberto con le famiglie, erano usi a fermarsi al Caffè Al Bicerin in occasione di visite alla Consolata. 

Le Olimpiadi Invernali 2006 portarono molti personaggi famosi in città. L’attrice Susan Sarandon è ricordata per la simpatia e perché fu assidua del  caffè con tutta la famiglia.

La coreografa e danzatrice Pina Bausch, nel 2008 al Teatro Regio per la sua Iphigenia in Tauris, venne al Bicerin, sorprendendo la titolare Maritè, che proprio la sera prima aveva assistito alla rappresentazione. Ci fu subito una grande intesa e le due signore si abbracciarono emozionate.

Il Caffè Al Bicerin è da sempre utilizzato come set cinematografico, sia per ambientazioni d’epoca, sia per contemporanee. Alcuni titoli: Amore e ginnastica con Senta Berger, La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, Ora e per sempre sul Grande Torino, Ciao ragazzi di Liliana Cavani, Noi credevamo, Cuore, Le cinque giornate, E’ nata una star, e altri…