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QUANTE VOLTE IL CIELO MI HA ISPIRATO

2021-07-20 07:20:02

QUANTE VOLTE HO DESIDERATO DI AVERE LA POSSIBIITA' DI TIRARNE GIU' UN LEMBO E CONFEZIONARNE UN VESTITO.

QUANTE VOLTE IL CIELO MI HA ISPIRATO, PER ME E' UNA MAGIA, MUTEVOLE AD OGNI SGUARDO, a volte luminoso a volte cupo, ed altre ancora sorprendente... QUANTE VOLTE HO DESIDERATO DI AVERE LA POSSIBIITA' DI TIRARNE GIU' UN LEMBO E CONFEZIONARNE UN VESTITO.
Tutte le civiltà hanno sempre cercato di familiarizzare con il cielo tracciando linee immaginarie per unire le diverse stelle in modo da raffigurare particolari immagini, le costellazioni, alle quali sono stati dati spesso dei nomi e una storia legati alla mitologia e alla religione. Si credeva infatti che il cielo, privo di confini e posto al di sopra di tutto ciò che accade in questo mondo, fosse la naturale dimora degli dei, dalla quale essi benedivano o minacciavano gli esseri umani.
Per questa ragione è sempre stato visto come una meta da raggiungere per condividere il senso di infinità e di onnipotenza che esso ispira, come un luogo di perfezione ideale in cui tutte le domande trovano risposta e il dolore non esiste più.
In questo senso è corretto dire che il cielo rappresenta, nella letteratura, nella pittura e nel cinema, la speranza di vita migliore, di redenzione dal male e di felicità duratura; così come l'impossibilità di contemplarlo o la presenza delle nuvole rappresentano l'angoscia disperata di chi si sente senza via d'uscita.
Dunque il cielo non è solo un elemento del paesaggio, più o meno pittoresco, ma, in molti testi, diventa la manifestazione visibile degli stati d'animo dei personaggi o, più raramente, del loro contrario.
Per tutti questi motivi, moltissime religioni collocano in cielo non solo la sede di Dio, ma anche il Paradiso, luogo in cui i buoni sono premiati con la felicità eterna e immaginano i messaggeri della divinità come creature alate.
Non per nulla gli uomini provano da sempre una grande invidia per gli uccelli, che nei testi poetici sono spesso carichi di significati simbolici, ma si rendono conto che l'aria è un elemento proibito, quasi oggetto di un divieto morale, come dimostra la triste fine di Icaro.
Forse proprio questa invidia ha spinto l'uomo ad imitarli, arrivando a costruire edifici sempre più alti e mezzi di trasporto che gli consentono di volare, ma rimane naturalmente inferiore agli uccelli, perché il suo non è un volo libero come il loro.
Bisogna sottolineare, tuttavia, che l'uomo è riuscito a spingersi al di là dell'atmosfera, luogo proibito per chi non è padrone della tecnologia, ad arrivare sulla luna, (anche se qualcuno ne dubita) e a raggiungere con i satelliti artificiali gli altri pianeti del sistema solare.
La nostra fantasia però non ha confini e ci induce ad immaginare viaggi nella galassia "alla ricerca di strani mondi", come si dice nel prologo dei film di Star Trek, proiettando sulla volta del cielo le peregrinazioni di Ulisse o la rotta degli Argonauti.
Ma la mia è una dissertazione molto più semplice ed intuitiva di tutte le congetture possibili ad opera del pensiero umano, a me semplicemente "piace" e trovo che insieme alla meraviglia dei fiori, sia la cosa più bella osservabile su questo pianeta!
Cecilia Rosato

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