Spiritualità & Filosofia
Il dono del silenzio di Thich Nhat Hanh
Benvenuta/o! In questo video analizzeremo il volume "Il dono del silenzio" del monaco buddista Thich Nhat Hanh.
In questo articolo analizzeremo il volume "Il dono del silenzio" del monaco buddista Thich Nhat Hanh. E' un testo della tradizione spirituale buddista, del quale cercheremo di estrarre il messaggio principale di modo che possa esserti di aiuto e beneficio per il tuo percorso spirituale e per la tua vita.
Il concetto chiave intorno a cui ruota tutto il volume è il fatto che tutti noi non riusciamo a vedere la bellezza e la felicità che ci sono intorno a noi in ogni momento, in ogni luogo, semplicemente perché c'è un continuo rumore di fondo nella nostra mente, dentro di noi, che ci impedisce appunto di vederle chiaramente. Questo continuo rumore di fondo altro non è che il nostro incessante pensare, quindi tutti i nostri pensieri, dentro di noi ci impediscono appunto di vedere la realtà per quello che è. Per fermare questo incessante pensare occorre acquisire una certa consapevolezza e la consapevolezza la si acquisisce attraverso la pratica del respiro. La consapevolezza sul respiro calma le nostre menti e stoppa questo incessante pensare, quindi questo continuo rumore di fondo e ci permette di accedere al nostro vero essere, all'essere più autentico dentro di noi che ha così la possibilità di esprimersi e di essere libero.
Dove nasce questo nostro incessante pensare? Nasce dai bisogni che abbiamo, bisogni più o meno materiali. Il problema è che anche quando i bisogni di base sono soddisfatti, a volte continuiamo ad alimentare tutta una serie di ansie e preoccupazioni, sia riguardo il passato che riguardo il futuro, che ci impediscono, appunto, di essere realmente felici.
Proseguendo con la lettura, vengono presentati quelli che sono i quattro cibi che secondo il monaco buddista nutrono il nostro corpo, la nostra mente e il nostro spirito. Infatti non abbiamo solo il cibo commestibile con cui nutriamo il nostro corpo, il nostro organismo ma qualsiasi stimolo esterno: anche una conversazione, una lettura, un filmato... qualsiasi immagine esterna è in un certo senso un cibo per noi che dovremmo in effetti
gustare con la giusta consapevolezza per evitare che possa crearci dei danni, proprio come avviene per il cibo commestibile. Avere, quindi, consapevolezza di questi cibi e di questi stimoli esterni significa prestare attenzione anche alla loro scelta e quindi anche rendersi conto ad esempio degli ambienti che frequentiamo, delle persone che frequentiamo, perché chiaramente possono avere un'influenza e un impatto su di noi, esattamente come tutto quello che ci circonda.
Dunque per calmare questo incessante pensare, questo continuo rumore, si pratica la consapevolezza del momento presente e del respiro. Consapevolezza del respiro significa seguire appunto la fase di inspirazione e quella di espirazione prestando attenzione ad esse con tutto noi stessi. In quel modo naturalmente si placa la nostra mente e quell' incessante pensare si ferma.
La psicologia buddista individua due sezioni della mente: la coscienza superiore o quella mentale e la coscienza deposito che è quella più profonda, che vive molto più in profondità dentro di noi e che è la sede di tutti quei semi che generano poi le nostre emozioni e i nostri stati d'animo, così come i nostri pensieri. Tutto ci che risiede all'interno della coscienza deposito può anche essere qualcosa che quando poi sale a galla, a livello della coscienza superiore, può portarci a soffrire e per questo è importante scavare a fondo dentro noi stessi e, quindi, prendersi del tempo per osservarci, per ascoltarci profondamente e scavare a fondo dentro di noi in modo da risalire alle radici delle nostre negatività.
Quando riusciamo a calmare la nostra mente. il nostro corpo, il nostro spirito possiamo risalire alla nostra coscienza deposito e trovare la fonte delle nostre sofferenze. Una volta individuate e trovate, una volta riconosciute bisogna poi lasciarle andare.
Proseguendo nella lettura, troviamo un altro concetto interessante che è quello dell'ascolto profondo, ascolto non solo di noi stessi, quindi ascoltare noi stessi nel silenzio, in modo tale che possiamo risanare le nostre ferite e guarire, calmando la nostra mente ma c'è anche
l'ascolto di tutto... dell'ambiente che ci circonda e delle altre persone ma ascoltare veramente, profondamente gli altri significa avere anche l'umiltà di accogliere le altre persone veramente per quello che sono,
ascoltandole profondamente, ascoltare le loro emozioni e le loro sensazioni, il loro stato d'animo, quello che hanno e che sentono nel profondo di loro stessi.