IL SILENZIO INIZIATICO .'.

IL SILENZIO INIZIATICO .'.

“Res est magna tacere”, il tacere è una gran cosa. È stato anche detto che il silenzio fa crescere l’anima come un albero fiorito. "Il silenzio del saggio vale più del ragionamento del filosofo".
Tacere pone già nella condizione di meditare. Meditare sottintende "Vitriol", formula ermetica ed indicazione alchemica cha allude al profondo lavoro fisico e alla complessa ricerca che l’Apprendista svolge nel silenzio.
Di fronte al Trascendente l’uomo deve rimanere in silenzio: con la volontà e la concentrazione raggiungere uno stadio di contemplazione, che sola può dare la possibilità di capire. Superato l’infimo piano profano l’uomo si pone nella condizione di poter rimuovere il velo progressivamente.
C’è un tempo per parlare ed un tempo per tacere. Dal trasferimento del Simbolo al Linguaggio sensibile si acquisisce il significato dei gesti e degli atteggiamenti.
Il silenzio è dunque una tecnica che attraverso il spegnimento dell’emotività fa maturare la riflessione e facilita il conseguimento del dominio sui propri impulsi. Chi deve apprendere deve imparare ad ascoltare e capire in silenzio. Una regola insomma che può considerarsi valida anche per l’ambito profano. Osservare il “silenzio animico” equivale innanzi tutto a possedere l’umiltà intellettuale. Tale silenzio costituisce il vettore portante del segreto iniziatico che l’apprendista deve costantemente ricercare in sé come perfezione di vita illuminata ed esprimere la capacità della ricerca interiore, ossia di conoscere sé medesimo.

©  Carlo Pili