Carlo Pili

Founder President

Carlo Pili

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FORTUNA E SFORTUNA🌈🌈🌈

2020-09-07 09:51:46

A PROPOSITO DI FORTUNA E SFORTUNA VI DONO IL MIO SENTIRE SENZA LA PRESUNZIONE CHE POSSA ESSERE IL SOLO POSSIBILE !!!

La logica della nostra cultura occidentale, caratterizzata com'è da un'atavica rigidità concettuale e da ristrettezza di orizzonti, ha sempre coltivato l'antinomia della fortuna contrapponendola alla sfortuna.


Orbene, invece di chiederci perché acune persone siano così fortunate o altrettanto sfortunate nel corso della loro vita, faremmo meglio a domandarci se la fortuna esista realmente, nei termini in cui solitamente ce la rappresentiamo, o se essa invece non sia solo il nome che diamo alla nostra incapacità di scorgere i profondi legami che allacciano tutti noi al complesso del cosmo vivo in cui ci muoviamo, da un lato e, dall’altro, all’UNO dal quale proveniamo e al quale siamo avviati a fare ritorno.


Se ammettiamo come ipotesi di lavoro di non essere qui per caso e che nulla avviene per caso, ma che ciascuno è chiamato alla vita per rispondere ad una chiamata e per svolgere un compito preciso, e se tale compito consiste in null’altro che nella  realizzazione spirituale, che coincide con l’armonia dell’ordine cosmico, allora ne consegue che non ha senso parlare di “fortuna” e “sfortuna”, così come di solito le intendiamo, per il semplice fatto che non esiste il caso; e non esiste il caso, perché tutto risponde a una grande legge universale: la legge del ritorno delle anime verso l'UNO, la LUCE da cui provengono, ritorno che essi devono realizzare con le proprie forze, inciampando e cadendo, se necessario, ma sempre per rialzarsi e riprendere la via, schiarendo via via i propri pensieri ed il proprio orizzonte e aumentando la propria consapevolezza, se non in questa vita, in un’altra. Il Tempo non esiste e l'universo non ha fretta!!!


Inoltre occorre ricordare che i nostri pensieri non sono che un confuso e debole tentativo di penetrare il mistero dell’Essere, e che, pertanto, il nostro giudizio s’inganna continuamente, perché giudica nell’immediato e secondo le apparenze; mentre la verità delle cose emerge, in molti casi, solo col tempo e ciò che, al primo sguardo, sembrava “sfortuna”, si rivela poi, in prospettiva, la cosa migliore che potesse capitare a quella data persona.


 Amici e amiche, FFrr:. e SSrr:. carissimi Il fatto è che le cose non “capitano”, che gli eventi non piovono dall’alto o da chissà dove, su noi poveri mortai inconsapevoli. Al contrario, ogni cosa viene chiamata da noi medesimi, consapevolmente o inconsapevolmente, ogni cosa ci viene incontro oppure si allontana da noi, a seconda di un messaggio ben preciso che noi emettiamo e che, se pure può sfuggire alla nostra facoltà razionale, non sfugge però ai suoi naturali destinatari. Questo messaggio è formato dalle nostre esigenze e dalle nostre aspirazioni profonde, dalle nostre paure e dalle nostre speranze, dal nostro attaccamento o dal nostro disinteresse. Comunque è un messaggio che raggiunge dritto lo scopo, nel senso che attira su di noi, inevitabilmente, gli effetti impliciti nella sua natura.


In altre parole, siamo noi stessi a chiamare, letteralmente, la nostra fortuna o la nostra sfortuna, o meglio a chiamare quegli eventi, quelle persone e quelle situazioni che, in un modo o nell’altro, contribuiranno alla conquista della nostra consapevolezza spirituale, oppure che la ritarderanno, ma sempre assecondando la nostra intima verità. Quindi, noi non possiamo attirare su di noi un destino migliore o peggiore di quello che è commisurato al nostro grado di consapevolezza e al nostro desiderio e alla nostra capacità di verità interiore.


Attenzione: le disgrazie non sono il risultato dei nostri “peccati”, come scritto nel Libro di Giobbe. Le disgrazie - ammettendo che siano tali, e che non appaiano tali per un personale difetto di prospettiva - corrispondono all'effetto di energie negative che il nostro campo emozionale attira su di sé, come il nero attira i raggi solari molto più di un abito bianco.


 Noi tutti attiriamo energie positive quando emettiamo energie positive, come energie negative allorché, a nostra volta, produciamo energie negative. Ma la volontà, in tutto questo, c’entra poco o niente, perché il nostro campo energetico non è studiato a tavolino, ma è il risultato di tutto un modo di essere, che si realizza attraverso un determinato percorso spirituale e che si paga in moneta sonante, attraverso gli esami della vita, ora per ora. Si impara cadendo, ferendosi e collezionando cicatrici; altri metodi, più o meno “soft”, non ce ne sono, e secondo me chi afferma il contrario o è uno sciocco, o è un ciarlatano; oppure entrambe le cose insieme.

Un grande abbraccio di Pace Profonda ❤ ❤ ❤ 

Fr:. Carlo Pili