
Non definirmi: sto cambiando
Un mondo fatto a scale
Dice Paul Watzlawick in uno degli assiomi della comunicazione: Tutte le sequenze di comunicazione sono simmetriche oppure complementari, a seconda che la relazione tra i comunicanti sia basata su differenze oppure su parità.

Chiunque abbia studiato qualcosa di comunicazione ha letto e imparato questo assioma della comunicazione.
Tutte le sequenze di comunicazione sono simmetriche oppure complementari, a seconda che la relazione tra i comunicanti sia basata su differenze oppure su parità.
È vero, e Watzlawick è un genio.
L’affermazione, secondo me, non vale solo per la comunicazione, ma rappresenta un modo di vivere o, quanto meno, vedere il mondo.
Qualcuno vede gli altri, e il mondo, come una specie di scala, o di podio: per ogni persona che incontra o con cui ha a che fare sente il bisogno di stabilire se è superiore o inferiore, salvo rari casi di parità.
Qualcuno vede gli altri, e il mondo, come una pianura di parità, pur ammirando altre persone non si sente né inferiore né superiore.
La mia non è una grande scoperta: ci sono fior di ricerche su questo argomento.
Però credo ci siano alcune considerazioni da fare.
Chi vive su una scala fatica molto ad interfacciarsi con chi vive in pianura: si sente quasi sfidato, soprattutto se ritiene l’altro inferiore e non vede riconosciuta la sua superiorità.
Vale anche il viceversa: chi vive in pianura si sente spesso giudicato e infastidito da questo costante gioco a chi ce l’ha più lungo.
Forse è pleonastico dirlo: io vivo in pianura.
Ci sono molte persone che ammiro, ma non mi sento inferiore. Tantomeno mi sento superiore ad altri.
Credo che questa sia la base per l’inclusione e l’accoglienza, di cui tanto si parla, troppo spesso solo enunciando vuoti slogan.
Certo che ci sono persone che non mi piacciono, persino che disprezzo, ma semplicemente perché non mi piacciono, non condivido principi e valori.
Trovo faticoso cercare di collocare gli altri in una qualunque graduatoria anche perché, pensandoci bene, se vogliamo fare una graduatoria dobbiamo prima stabilire il contesto. Chi è superiore negli esercizi di matematica potrebbe essere inferiore nella conoscenza dell’inglese, tanto per limitarci a materie scolastiche. Se poi guardiamo la vita le sfumature di ampliano a dismisura. Che fatica!
E tu cosa ne pensi?