Carla Fiorentini

Non definirmi: sto cambiando

Carla Fiorentini

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#Riflessionidellacarla - I giorni dei ricordi

2022-08-10 16:02:55

Tutti abbiamo giorni speciali durante l’anno, almeno credo. Io ho giorni di bilanci, in corrispondenza del mio compleanno, giorni di sogni e progetti, tra l’inizio dell’anno e la Befana, e i giorni dei ricordi: questi, tra il 10 e il 15 agosto.

I giorni dei ricordi

Tutti abbiamo giorni speciali durante l’anno, almeno credo. Io ho giorni di bilanci, in corrispondenza del mio compleanno, giorni di sogni e progetti, tra l’inizio dell’anno e la Befana, e i giorni dei ricordi: questi, tra il 10 e il 15 agosto.

Sono giorni molto particolari, come sanno essere solo le ricorrenze di eventi che modulano la vita, che determinano chi siamo.

Per molti anni sono stati giorni tristi, di lutto, di pianti e rimpianti. Oggi sono dolceamari, come sanno essere solo i ricordi e le esperienze elaborate.

L’11 agosto è l’anniversario della morte di mia madre, avvenuta nel 1961. Non ho ricordi di quella data: non avevo neanche tre anni. Ricordo però gli anniversari successivi, trascorsi in Umbria ospite di una zia di mia madre per molti anni, fino a quando mio padre si risposò. 

C’erano i ricordi di famiglia, raccontati, sempre uguali, anno dopo anno. Sì, perché l’11 agosto era una data importante per la famiglia Focacci. Era il compleanno della zia Clide, la più piccola delle sorelle di mia madre, offuscato anni dopo dalla morte della bisnonna e, successivamente, dalla morte di mia madre. Tutto l’11 agosto.

Si andava a messa. Il prete della minuscola chiesa nel minuscolo paesino dell’Umbria, su lago Trasimeno, celebrava ogni anno la messa in memoria di una persona sconosciuta e io assistevo ogni anno cercando di ricordare una mamma che, in realtà, mi era sconosciuta. Avrei desiderato che mi parlassero di lei, ma erano ancora tutti chiusi nel proprio dolore e nei propri rimpianti. 

Poi, anni dopo, il 15 agosto è morta Patrizia, l’amica della vita. Gli anni trascorsi dalla sua morte sono ormai più degli anni della sua vita. I ricordi c’erano, e ci sono, e confesso che a distanza di 34 anni ancora le parlo, le racconto, e ridiamo insieme delle mie tante incapacità.

L’11 agosto è ricomparso nella mia vita nel 1999. C’era l’eclissi totale di sole, ma io non l’ho vista. Mio padre era da giorni in ospedale e in qualche modo scelse proprio quel giorno per entrare in coma. Era in terapia intensiva, e io con lui. Parlava con sua madre, si ribellava, tentava di staccarsi le piccole ventose che lo collegavano ai monitor. Le speranze di superare quella giornata erano davvero pochissime, come mi spiegarono i medici. Ed era assolutamente essenziale che si calmasse.

Ho ingaggiato una battaglia con la morte, un dialogo con lui fingendo di essere mia nonna, e una profonda conversazione con mia madre pregandola di fare in modo che non morisse, non l’11 agosto, perché non avrei potuto sopportare che entrambe i miei genitori fossero morti, a distanza di anni, lo stesso giorno.

Ho vinto la mia battaglia: mio padre si è ripreso, per poi morire un mese dopo. Il suo tempo era finito.

Io, quel giorno, sono diventata adulta. 

E in fondo io, quel giorno, ho davvero iniziato un lungo percorso di guarigione.

C’è tutto questo in questi giorni di ricordi, e c’è molto di più. C’è quello che ho imparato, recuperato, elaborato. E c’è quello che ho eliminato e lasciato andare.