Non definirmi: sto cambiando
Le discipline della vita
Uno dei libri che più mi ha colpito, che mi ha insegnato tanto, tra i molti libri letti, è stato La quinta disciplina di Peter Senge. È normale: è un libro scritto per insegnare innovazione e apprendimento organizzativo, ma su di me ha avuto anche altre influenze determinanti per la mia vita.
Non ti racconterò del libro in sé: puoi trovare moltissime notizie e informazioni su internet, ma ti voglio raccontare perché è stato uno dei libri importanti della mia vita.
Ciò che Senge definisce discipline sono competenze che si apprendono, e che non si finisce mai di imparare.
La logica è quella del miglioramento costante, ma anche del modulare le competenze e l’apprendimento in base all’ambiente, al cosa accade, alle situazioni.
In un mondo che proclama e promette a gran voce soluzioni definitive, libri che dichiarano di contenere tutto quello che c’è da sapere su un argomento, esperti che dichiarano di avere tutte le risposte e tuttissime le soluzioni pronte da propinare, il concetto stesso di disciplina mi dà un’immensa gioia e mi provoca un fantastico sospiro di sollievo.
Io amo imparare, trovare nuove risposte, nuove soluzioni. Credo sia un difetto congenito: amo cucinare (e sono anche brava) ma cucino sempre senza ricette, e sempre con un pizzico di improvvisazione.
E, riflettevo in questi giorni, anche vivere è in fondo una disciplina.
Mi sono impegnata. Da quando sono uscita dalla famiglia di origine e sono venuta a Milano (e vivo a Milano da quasi 40 anni) ho frequentato corsi legati alla crescita personale, PNL, coaching, ho letto molto, ho frugato in me stessa, affrontato e risolto esperienze pesanti del passato, sono andata da coach e counselor, ho rimestato nella mia melma interiore, percorso i miei viaggi dell’eroe…
E poi c’è la vita, quella quotidiana, che mi ha obbligato ad affrontare diversi orchi.
- Chi è religioso dice che il Signore ti mette alla prova, i pragmatici parlano semplicemente di sfiga.
Personalmente credo che il Signore farebbe bene ad occuparsi con più impegno di ciò che accade nel mondo, considerando i tempi in cui viviamo, e un po’ meno di mettere alla prova me.
Personalmente credo poco nella fortuna e nella sfiga. Sì, il fattore C esiste, ma ci sono persone che riescono benissimo ad essere totalmente infelici in situazioni che per milioni di individui sono invidiabili.
Molto semplicemente… le cose accadono. E a noi rimangono i cocci della nostra vita da rimettere insieme, perché non siamo realmente determinanti sul cosa accade, ma siamo totalmente liberi di decidere come vivere ciò che accade.
E ogni volta ci sono analogie e differenze con altri eventi della nostra vita, e poco a poco, nel tempo, impariamo e cambiamo.
Come scrive Hermann Hesse:
A casa non s’arriva mai. Ma dove confluiscono le vie amiche, il mondo sembra per un istante casa nostra.
Non sarò mai una persona saggia, di quelle che hanno imparato tutto o che hanno tutte le risposte e le soluzioni, ma imparo e ogni volta che affronto una difficoltà, che abbraccio una delle mie ombre o vengo a patti con uno dei miei difetti, ad ogni tappa del mio eroico viaggio, il mondo mi sembra per un istante casa mia.