
Non definirmi: sto cambiando
Le nonne di una volta
Pare che Albert Einstein abbia detto: Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna.

Una frase significativa, citata spesso, che esprime il concetto importante che il vero sapere è quello che sa semplificare.
Cambiamo, però, prospettiva.
I nonni di una volta avevano quasi sempre un livello culturale inferiore a quello dei nipoti: generazione dopo generazione, lo studio e la cultura davano la possibilità di salire nella scala sociale.
I miei nonni erano contadini, i miei genitori laureati: spiegare l’argomento della mia tesi di laurea, o il lavoro che faccio, a mia nonna richiede una profonda conoscenza e la capacità di selezionare i punti essenziali semplificandoli.
Io potrei essere nonna (mia sorella lo è): una nonna laureata che richiede semplificazioni solo per questioni puramente tecnologiche.
Non ci sono più le nonne di una volta!
Eppure nell’immaginario collettivo l’età avanzata corrisponde (ancora) a un livello culturale inferiore rispetto al giovane rampante.
Le conseguenze sono particolarmente evidenti, e particolarmente pericolose, in ambito sanitario.
Non di rado il giovane medico, che si sente di aver acquisito prestigio personale insieme alla laurea, si pone verso l’anziano con atteggiamenti quasi paternalistici: dà del tu, usa un linguaggio “di sufficienza”…
Non tiene conto che l’anziano in questione spesso è laureato, ha svolto professioni di prestigio, magari ha raggiunto livelli culturali ed economici che quel giovane medico non avrà la possibilità di ottenere, tra un precariato e l’altro.
Al “tu” di sufficienza, l’anziano di oggi risponde con un più o meno velato “lei non sa chi sono io!” e la conflittualità è pronta ad esplodere.
Le nonne di una volta vengono immaginate come dolci vecchiette che sfornano torte e raccontano favole.
Le nonne di oggi hanno strappato i reggiseni in piazza, manifestato contro la guerra in Vietnam, hanno studiato, fatto carriera difendendo i propri diritti con le unghie e con i denti.
Il concetto espresso da Einstein rimane valido: è universalmente valido, ma il riferimento non è certo più la nonna!
Direi che è tempo di rivedere alcuni schemi mentali!