Carla Fiorentini

Non definirmi: sto cambiando

Carla Fiorentini

Non definirmi: sto cambiando

Laurea e torta di fragole

2021-08-21 14:58:12

Non è possibile indurre gli altri a vincere le loro paure, ma è possibile aiutarli a trovare il coraggio per affrontarle

Io mi sono laureata grazie a una torta di fragole, ed è stato questo a farmi comprendere una cosa, per me, fondamentale, che poi ha guidato la mia vita, e ora anche il mio lavoro: Non è possibile indurre gli altri a vincere le loro paure, ma è possibile aiutarli a trovare il coraggio per affrontarle.

Immagino che, tu che leggi, a questo punto sia parecchio confuso. Già, sono stata parecchio disordinata nelle mie affermazioni. Andiamo con ordine.

Quando facevo l’università, soffrivo di veri e propri attacchi di panico ad ogni esame: passavo le 48 ore che precedevano l’esame a vomitare e, quando arrivavo lì, era regolarmente scena muta.

Le prime volte pensavo fosse colpa mia: non ho studiato abbastanza, non sono abbastanza intelligente… La mia facoltà prevedeva 27 esami più le prove pratiche: la storia si stava facendo drammatica.

Poi ho fatto amicizia, e cominciato a studiare, con una ragazza di bologna, una delle più brave del corso. E c’è stato un cambiamento: eravamo perfettamente appaiate fini a due giorni prima dell’esame. Poi io cominciavo a vomitare e facevo scena muta all’esame, lei prendeva 30 o 30 e lode.

OK. Il problema non era lo studio, e tutto sommato neanche le mie capacità. Era il mio panico totale.

Uno degli esami più difficili del secondo anno era Analisi chimica quantitativa. Laboratorio, prova pratica ed esame orale. Il prof era una leggenda per la sua integrità e la sua severità.

Tutto bene per la prova pratica: presi uno dei voti più alti, e stavo studiando per l’orale.

Un sabato sono uscita per un breve intervallo e mi sono fermata davanti ad una magnifica pasticceria a guardare un torta di pastafrolla con crema e fragole. La guardavo: non avevo i soldi per comprarla, e mi godevo il profumo che arrivava dalla pasticceria, talmente incantata da non accorgermi che il professore era proprio alle mie spalle. 

Poi sento un Buongiorno, tra poco c’è la sessione di esami: stati studiando?

Al corso di laurea eravamo pochi, con frequenza obbligatoria: i professori ci conoscevano tutti e, dopo tre mesi di pomeriggi passati insieme in laboratorio, ci conoscevano anche bene.

Sì, sto studiando… 

Evidentemente, però il mio tono di voce comunicava incertezza e, come ho detto, i professori ci conoscevano bene.

Così è seguito un discorso, ed era un discorso importante. 

Ti ho visto in laboratorio e a lezione. Sei brava, sei proprio brava. So che hai problemi nel dare gli esami orali. Non ti arrendere, non ti arrendere mai. E adesso fammi andare a comprare la torta di fragole perché ho l’acquolina in bocca. 

L’esame andò bene, quello successivo no, e così via. Però sono arrivata in fondo, mi sono laureata, e anche in pari. Anni dopo ho anche imparato a sconfiggere gli attacchi di panico.

Quel discorso mi ha salvato gli studi universitari. Non ha sconfitto le mie paure, ma mi ha dato il coraggio per affrontarle.


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