Non definirmi: sto cambiando
Il futuro che emerge
Sempre più spesso ci troviamo davanti a problemi complessi, e, almeno apparentemente, irrisolvibili. Fa parte della complessità del mondo attuale, possiamo colpevolizzare la rapidità dei cambiamenti, cercare colpevoli nei politici, adottare soluzioni palliative… a volte è persino difficile identificare il vero problema. Provo a ragionarci su.
Sono sempre esistiti due tipi di problemi: quelli causa – effetto a manifestazione diretta, generalmente abbastanza rapidi nel manifestarsi, e quelli dove giocano più cause apparentemente non collegate tra loro in cui il generarsi del problema avviene lentamente, per incastro di numerosi elementi, ed il suo manifestarsi è generalmente lontano nel tempo, e spesso anche come luogo.
I problemi “rapidi” sono in genere risolvibili: si indaga sui meccanismi, sulle cause, si interviene sulle cause e, in tempi un po’ più lenti rispetto a quelli che hanno manifestato il problema, possiamo risolverlo. È l’approccio più noto ai problemi, quello che tutti conosciamo, quello che abbiamo usato per tutta la nostra infanzia. Siamo allenati!
Poi ci sono gli altri. I problemi complessi, che erano quasi sempre a lenta manifestazione.
Ci volevano anni affinché diventassero manifesti, e spesso nessuno era più in grado di cercare le cause, e quasi non venivano neanche più identificati come problemi, ma semplicemente come fattori ed elementi ambientali o sociali su cui intervenire
L’accelerazione dei nostri anni ha fatto sì che oggi anche questi possano essere riconosciuti come problemi, che volendo si possano indagare e trovare le cause, ma non è questa una buona strada per risolverli.
C’eravamo quasi abituati ad un’accelerazione degli avvenimenti, fondamentalmente grazie alla tecnologia che consente uno scambio rapidissimo di notizie ed informazioni e si rinnova costantemente. Poi la pandemia ci ha posto in un tempo sospeso, riproponendoci ritmi rallentati.
Le contraddizioni tra rapidità di risposta e reale soluzione di un problema è diventata pesantemente manifesta negli ultimi anni, con le infinite contraddizioni e improvvisazioni che abbiamo visto “al tempo del covid”.
Ma facciamo un passo indietro.
I primi ad accorgersi che il paradigma "trova la causa e risolvi il problema" non funziona sempre furono gli psicologi della scuola di Palo Alto che si resero conto come 20 anni di analisi per riconoscere e risolvere un problema psicologico che solitamente risale all’infanzia non era una soluzione percorribile, soprattutto perché durante i 20 anni di analisi l’individuo doveva continuare a convivere con il problema. Forse era meglio sopravvivere nell’ignoranza del problema stesso e far finta che non esistesse, come avevano fatto generazioni e generazioni prima delle scoperte della psichiatria. Inventarono così la terapia breve, a cui sono seguite altre soluzioni efficaci. Ma questo vale per l’individuo.
Oggi siamo pieni di problemi sociali per i quali possiamo trovare le cause in scelte di venti o trent’anni fa, però allora le scelte sembravano non solo legittime, ma ottimali.
In parte possiamo colpevolizzare la classe politica che, ben lungi dall’avere le competenze e la lungimiranza di veri statisti, si sono comportati da burocrati gestori della routine (almeno, quelli onesti).
Però la maggior parte dei problemi, ed in particolare i più seri e complessi, non possono essere affrontati attraverso la conoscenza delle cause, neanche se potessimo modificarle.
L’unico approccio valido a questo tipo di problematiche, avvalorato anche dalle più prestigiose scuole di business, è individuare il futuro emergente e fare in modo, gestendo noi stessi e il mondo in maniera proattiva, che si trasformi nel futuro desiderato.
Dobbiamo quindi diventare tutti maghi e lettori di strumenti di divinazione?
No, basta imparare a pensare e agire in maniera sistemica.
Proattività, pensiero sistemico, visione globale, analisi del futuro emergente, sono le principali modalità che ci consentiranno di avere un futuro. La fisica quantistica e la neurologia saranno le nostre basi teoriche per fare scelte. La trasparenza e l’etica i valori imprescindibili.
Ma di tutto questo parleremo poi.