Carla Fiorentini

Non definirmi: sto cambiando

Carla Fiorentini

Non definirmi: sto cambiando

E poi ci si affeziona

18/06/2022, 14:16

L’amore è ciò che muove il mondo: di questo sono convinta. Al suo fianco c’è il desiderio, che spinge avanti e trascina verso il futuro.

L’affetto sembra essere una sfaccettatura dell’amore, ma non sempre è così: a volte è un fortissimo impedimento al benessere.

No, non sto contestando il vocabolario di italiano, però segnalo che lo stesso termine (affetto, appunto) esprime un sentimento di amorevolezza, ma anche una malattia!

Lo so, come faccio spesso sto giocando con le parole, ma il concetto base rimane.

L’essere umano ha assolutamente e totalmente bisogno di amare, molto più che di essere amato. Talvolta qualcosa impedisce lo sviluppo, o il riconoscimento, dell’amore e noi, miseri umani, deviamo verso l’affetto, pensando che possa supplire o compensare le nostre difficoltà di amare, spesso motivate da qualche paura.

Sì, sto filosofeggiando, ma c’è un motivo per queste elucubrazioni.

Ci si affeziona, ciascuno con modalità diverse, spesso devastanti.

Io mi affeziono agli oggetti, sciocchi palliativi di ricordi. All’universo non piace questo mio legame con inutili feticci, e me lo dimostra in maniera decisamente drastica.

Nella mia vita ci fu un primo trasloco: avevo 11 anni e i miei decisero di fare il trasloco intanto che ero in gita scolastica. Buttarono via tutti i miei giochi di bambina, tutte le bambole, tutti i ricordi.

Ci fu un secondo trasloco: il trasferimento a Milano, con il bagagliaio della macchina strapieno. Breve sosta a Bologna, e intervennero i ladri: trovai la macchina vuota.

Il terzo trasloco lo scorso anno, vuotando la casa in campagna che avevamo in affitto da 25 anni. Ho dovuto lasciare decine, centinaia di oggetti e ne soffro ancora adesso.

Qualcuno si affeziona alle proprie idee e convinzioni, sentendosi ferito o attaccato non appena viene espresso un diverso parere.

Qualcuno di affeziona ad una immagine di sé, ad esempio legandosi indissolubilmente alla propria bellezza e soffrendo l’inferno quando gli anni modificano l’estetica.

Qualcuno si affeziona al proprio dolore, ci si aggrappa come se fosse parte integrante del sé, dell’identità, come se eliminare o lasciar andare il dolore portasse solo al vuoto.

Ama, e cambia il mondo. 


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