Non definirmi: sto cambiando
Divento “anziana”, forse
Non ho mai avuto problemi di età, né nel compiere gli anni, né nel dichiararli. Non mi sento anziana, ma certi giorni mi sento proprio vecchia.
Dalla definizione di anziano nascono gli sconti al cinema, alcuni elementi burocratici e, secondo me, null’altro.
La consapevolezza che gli anni passati sono decisamente di più di quelli che verranno arriva a un certo punto della vita, ma ad un’età diversa per ciascuno di noi.
Io l’ho scoperto anni fa, quando mi fecero la diagnosi di tumore, ma, una volta assorbito il colpo, l’impatto non è poi così drammatico.
Ci sono gli acciacchi, meno resistenza fisica, minore capacità di ripresa (decisamente minore), eppure riesco a conviverci. La pensione, che si allontana invece che avvicinarsi, e che evito accuratamente di calcolare per non crearmi illusioni o delusioni, è per me solo un elemento economico: poter contare su una base economica mensile.
Null’altro.
Ho ottenuto, con tenacia e fatica, quella felice condizione in cui faccio lavori che amo e, se reggono la testa e la vista, che posso fare per molti anni.
Non mi occupo più delle opinioni altrui, dei loro giudizi nei miei confronti. Mi indigno ancora davanti a cattiverie e ingiustizie, ma non mi arrabbio più tanto.
In pratica, sono un’anziana felice, se volete definirmi anziana.
Io, lo confesso, non mi definisco. No, non c’entra l’età. Non mi definisco in assoluto.
Molte definizioni sono, spesso, auto-limitazioni o tentativi di costruirsi certezze. Le uniche certezze, oggi, che desidero sono quelle dell’affetto degli amici, quelli veri, e dei miei familiari. Ne ho conferme costanti.
Ecco tutto.
Il compleanno, come sempre, offre terreno ai bilanci. Il mio è positivo.
Quest’anno non è un compleanno felice a causa dei problemi di salute del marito, ma grazie alle amiche che mi portano a pranzo fuori è un compleanno denso di affetto.
E va bene così.