Non definirmi: sto cambiando
Bipolarismo mentale
Siamo sempre più affetti da bipolarismo mentale e decisionismo, con gravi danni.
Se frequenti i social hai sicuramente visto una serie di vignette che invitano a non essere pecore, a pensare con la propria testa, a ragionare fuori dal branco.
Certo che sono d’accordo!
Eppure…
Eppure troppo spesso per uscire dal branco si finisce ad abbracciare semplicemente un’altra verità, e quindi a cambiare branco.
Se non è bianco, è nero. Se non sei amico, e pensi come me, sei il nemico. Se non è giusto (secondo me, ovvio) è sbagliato.
Se non sei con me, sei contro di me.
Da molto tempo penso che il semplice bianco o nero non esista, che la vita e il pensiero, o l’opinione, sia fatta da un caleidoscopio di colori, da infinite sfumature. Il mondo, così, mi piace di più!
La pandemia, invece, ci ha radicalizzato, e le dicotomie sono diventate più rigide, più assolute.
Invece di uscire dal branco, ho assistito alla costituzione di due eserciti contrapposti.
Il non vedere sfumature porta al decisionismo, o forse il decisionismo induce a non vedere sfumature, poco importa!
Anni fa, Peter Senge scriveva:
certe soluzioni si limitano a spostare i problemi da un punto del sistema a un altro perché quelli che hanno risolto il primo problema non sono quelli che ereditano il problema nuovo.
Hanno agito così i nostri governanti, per anni.
Con convinto decisionismo hanno dichiarato (o forse provato) di risolvere problemi, sempre con un occhio ai risultati elettorali, confidando che il problema generato dalla soluzione improvvisata diventasse evidente solo alle generazioni future, quando loro non rischiavano più di perdere le elezioni.
Esempi?
- Sistema pensionistico,
- decrescita demografica,
- migrazione degli esseri umani,
- abbandono dei territori collinari e montani,
- cementificazioni,
- auto elettriche…
Questa incapacità (o non volontà) di pensiero sistemico, di guardare a lungo termine, di studiare le conseguenze, ha funzionato per anni.
Oggi non funziona più.
Non funziona semplicemente perché i tempi sono accelerati, complice la tecnologia e la globalizzazione.
Ora la soluzione improvvida e improvvisata mostra limiti e difetti molto rapidamente, e il boomerang torna sui denti di chi lo ha lanciato: non aspetta le generazioni future.
Il sistema sta mostrando tutte le sue carenze. E le opinioni radicalizzate peggiorano i danni.
Ci potrebbero essere soluzioni vere? Io credo di sì, ma forse sono solo un’inguaribile ottimista.