Carla Fiorentini

Non definirmi: sto cambiando

Carla Fiorentini

Non definirmi: sto cambiando

2.5kg di coraggio

2022-05-22 12:55:28

Ci sono esempi che possono insegnare moltissimo. Io ho, e ho avuto, diversi maestri e oggi ti racconto la storia di uno di questi.

Nel giardino della casa che avevo in affitto, in campagna, abitavano diversi gatti: un giardino sicuro, riparato, accesso alla cantina per contrastare il freddo invernale e pappa assicurata da me, quando c’ero, e da decine di scatolette lasciate per quando non c’ero, e aperte dai vicini. 

A settembre del 2017 vengo raggiunta da una telefonata: una dei gattini giovani ha avuto un brutto incidente. Il veterinario dice che si può salvare, ma non potrà più vivere in libertà. O qualcuno è disposto a prenderla in casa, o va soppressa.

In casa, a Milano, di gatti ce ne sono già due, ma come si fa a dire di no?

Così vado a Bobbio, dal veterinario e già dalla strada sento un miagolio potente, che oscilla tra il disperato e l’incavolato. Il veterinario me la consegna: è presto per dire se è diventata cieca, la zampa probabilmente è definitivamente lesionata, ma ha tanta voglia di vivere.

È un affarino nero, piccolissima perché molto giovane (avrà 6 mesi) e perché di taglia piccola, come molti dei gatti che circolano in giardino. È lercia: per fortuna ho preso su un pile dove avvolgerla, è terrorizzata e probabilmente ha non pochi dolori, eppure appena presa in braccio fa le fusa.

È tosta: farle il bagno è un’impresa titanica a cui si rassegna solo perché non riesce a ribellarsi, ma manifesta la sua contrarietà. È decisamente una combattente, e questo determina il nome: Atena.

Su consiglio del veterinario, a Milano la collochiamo in una gabbia, grande, di quelle da conigli. Non le piace. I fratelli la annusano.

Una visita dal veterinario di Milano conferma che non potrà riprendere la mobilità completa, ma non è cieca. Dopo un paio di settimane la lasciamo libera per casa. 

La zampa posteriore destra è rigida, e lei la mette sotto e parte come una scheggia. Oggi la zampa la sostiene e riesce a fare qualche passo, ma preferisce tenere la zampa rigida e correre a gran velocità. 

Parte alla scoperta della casa e inizia l’opera di seduzione dei fratelli (noi umani, io e mio marito, siamo già abbondantemente sedotti). Saggiamente comincia da Lucky, più bonaccione, e finge di ignorare Chopin: finge, ma lo imita in tutto. Una volta convinto Lucky, inizia l’opera verso Chopin.

Mia figlia è una vera zoccola, e rimpiango di non aver avuto un modello come lei quando ero un’adolescente imbranata, e anche successivamente. 

Come tutti i gattini imita i fratelli maggiori, ma quello che affascina è la soddisfazione che manifesta ad ogni passo avanti: non avevo mai visto un gatto con quelle espressioni di assoluto trionfo la prima volta che le permettono di stare sul letto con loro, o di mangiare dallo stesso piatto, o di condividere il divano. Tutte cose avvenute nel tempo, negli anni, grazie alla sua totale tenacia.

Era con noi da oltre un anno quando si sono manifestati danni neurologici, tipo crisi epilettiche. Visite, cure di vario tipo, sembravano non sortire alcun effetto. Decidiamo di non sottoporla a esami invasivi e nemmeno a terapie antiepilettiche, difficili da dosare nei gatti, raramente efficaci, e difficilissime da definire in uno scricciolo di un paio di chili.

Lei non demorde mai, e neanch’io.

E oggi?

Non sempre riesce ad entrare nella cassetta, ma i suoi bisogni non sono mai in giro per casa: li fa appena fuori dalla cassetta, miagola prima di farli, miagola appena li ha fatti e insiste finché non ho pulito. All’inizio non capivo, ora comprendo il miagolio diverso tra il mamma, ho fame e il Mamma, pulisci per favore.

Abbiamo imparato a riconoscere i prodromi delle crisi: cambia il miagolio e il comportamento. E abbiamo imparato che abbracci, coccole e ninne nanna possono minimizzare e persino bloccare le crisi: adesso sono rarissime.

Per parecchio tempo abbiamo avuto guerre di posizione e conquista tra lei e Chopin per il posto sul mio divano. Ora lo condividono, e ogni tanto permettono anche a me di usarlo. Lei non demorde, mai, e sfreccia per la casa (e anche sul pianerottolo se trova la porta aperta) a gran velocità, maestra di coraggio e resilienza.