Candide C.C.

Arte & Intrattenimento

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Govanni Bonomo intervista Mauro Biglino

2019-09-29 07:32:09

Intervista al prof. Mauro Biglino, ricercatore e ormai noto autore di numerosi libri di esegesi biblica.

D. Mauro Biglino, dopo il nostro incontro milanese di Candìde[1] e le sue successive conferenze in altre città d’Italia, apprendevo con piacere dell’uscita del Suo libro “La Bibbia non parla di Dio” con la casa editrice Mondadori, un bel traguardo direi, come ci è arrivato data la delicatezza dei temi trattati?  

R. Si tratta di un traguardo in realtà non cercato. Non ho mai mandato nulla a Mondadori e sono rimasto sorpreso quando loro mi hanno contattato nel mese di ottobre scorso, dicendomi che avrebbero voluto pubblicare il mio nuovo libro. Io non lo avevo ancora scritto ma tutto è iniziato così… Il libro è uscito a maggio e siamo già alla terza ristampa.

 

D. Ci dice in poche parole come è arrivato a formulare le ipotesi che ritroviamo nei suoi libri e nelle sue conferenze?

R. Ci sono arrivato durante gli anni di traduzione professionale dell’ebraico masoretico condotta per le Edizioni San Paolo che hanno pubblicato 17 libri dell’Antico Testamento da me tradotti letteralmente. I contenuti, le rispondenze, il significato letterale dei termini ebraici hanno costruito un mosaico che non necessita di interpretazioni, anzi le rifugge in quanto queste sono sempre finalizzate a coprire ciò che il testo veramente dice. Il quadro si compone da sé, in modo naturale ed automatico, e rivela appunto che la Bibbia non parla di Dio.

Io in fondo non faccio niente di speciale, non ho scoperto nulla: mi limito a raccontare ciò che leggo. Molti sono, anche in ambito clericale, coloro che sanno ciò che so io, ma capisco bene perché tacciono e contribuiscono a tenere nascosto il tutto. Ci sono motivi personali, di potere, di carriera, di sicurezza e tranquillità di vita… oppure motivi di carattere più generale di ordine ideologico e politico.

D. Che cosa risponde a chi la accusa di volere distruggere la Bibbia?

R. Che in realtà io la difendo: ne sono fermo sostenitore. Secoli di teologia e di fantasiosa esegesi spiritualista l’hanno trasformata in un libro di favole: al contrario contiene informazioni concrete e affascinanti sulla possibile vera storia dell’uomo. Il libro pubblicato da Mondadori contiene studi di biologi molecolari che stanno prendendo in seria considerazione l’ipotesi che la Bibbia, in perfetto accordo con tanti altri testi antichi, sia proprio questo. Riconoscendo, come faccio io, la concretezza dei suoi contenuti le si attribuisce il suo vero valore di testo sostanzialmente storico, come documento nei miei libri.   In questo senso io la difendo da coloro che l’hanno stravolta facendone uno strumento di manipolazione delle menti e di controllo delle coscienze: finalità che erano assolutamente estranee a chi la scrisse in origine.

D. Ci sono modalità di lettura della Bibbia che consentano una maggiore comprensione anche a fronte delle numerose contraddizioni che si trovano?

R. Nelle conferenze ne indico alcune fondamentali. Bisogna innanzitutto sapere che la lingua ebraica biblica non possiede neppure i termini che indicano “dio, eternità, creare…”. Onde evitare di cadere nel tunnel delle traduzioni con le necessarie interpretazioni che ne conseguono, suggerisco ad esempio di leggere la Bibbia sostituendo alle traduzioni inventate i termini usati dagli antichi autori ebrei, rispettandone quindi il pensiero:

  • al posto di “Dio” lasciare “Elohim” come è in originale (che è un termine plurale usato sia con verbi al singolare che al plurale)
  • al posto di “il Signore o l’Eterno” lasciare Yahweh come è in originale
  • al posto di “Altissimo” lasciare Elyon come è in originale.
  • al posto di “spirito” lasciare ruach come è in originale.
  • al posto di “gloria” lasciare kavod come è in originale.

Non è necessario chiedersi cosa significhino quei termini., è importante invece leggere molto attentamente ciò che il contesto di volta in volta attribuisce loro.

Così facendo si rispetterà la Bibbia - riconfermo che io la difendo e non la distruggo - e si comincerà a intuire che quando usavano questi termini gli antichi autori si riferivano a individualità ben distinte e che il ruach e il kavod sono ben lontani dal significato arbitrario che è stato loro attribuito.

In particolare:

Elohim inteso come gruppo di individui che si sono spartiti i territori;

Elyon è il loro comandante che ha provveduto a fare le assegnazioni;

Yahweh non è altro che uno degli Elohim che ha ricevuto in assegnazione un pezzo della famiglia di Abramo (Giacobbe, e non il popolo ebraico) mentre altri colleghi di Yahweh (chiamti per nome: Milkom e Kamosh) hanno ricevuto in assegnazione altre parti della stessa famiglia (cioè altri nipoti di Abramo).

Ma per gli eventuali approfondimenti rimando ai miei libri in cui tutto è analizzato con i necessari riferimenti testuali.


D. Ha avuto indicazioni o pressioni di qualche tipo per il suo ultimo lavoro?

R. Nessuna. Quando ho scritto il libro per Mondadori temevo che mi chiedessero quanto meno di addolcire taluni capitoli molto duri nei confronti del presunto Dio (come quello in cui documento che Yahweh era con molte probabilità un etilista) e invece hanno pubblicato con grande coraggio tutto ciò che ho scritto, senza chiedermi di modificare nulla. Devo dire che lo stesso atteggiamento lo ha avuto in questi anni la Uno Editori che ha scelto di “rischiare” di pubblicare dal 2010 queste ipotesi di lettura decisamente alternative rispetto alla tradizione dottrinale corrente. Mi sono sempre sentito, e mi sento anche ora, assolutamente libero di giocarmi la faccia assumendomi la responsabilità di ciò che scrivo.

 

D. Torniamo al Suo libro appena pubblicato, dal titolo molto eloquente e che può essere anche provocatorio per la maggior parte dei credenti: “La Bibbia non parla di Dio”. Come lo può giustificare in estrema sintesi?

R. Come ho detto prima la lingua ebraica biblica non possiede neppure i termini che indicano “dio, eternità, creare…”. Ora io mi chiedo: si può scrivere un libro su Dio utilizzando una lingua che non contiene i termini essenziali di ogni teologia? Sarebbe come scrivere un libro sul pane in una lingua che non conosce i termini “farina, acqua, impastare, cuocere…”.

Impossibile anche solo pensarlo e in effetti gli antichi autori non intendevano assolutamente parla re di Dio ma solo del loro rapporto con l’Elohim di nome Yahweh che aveva avuto l’incarico di occuparsi di loro.

Sono stati i teologi e gli esegeti spiritualisti monoteisti ad introdurre surrettiziamente quei vocaboli e quei concetti.

 

D. Qual è la contestazione maggiore che le viene rivolta?

R. Quella sulla pluralità degli Elohim. I teologi devono assolutamente sostenere che quel termine indica il Dio unico: ma è la Bibbia stessa che li smentisce.

Lo documento nei libri e nelle conferenze applicando al testo biblico i tentativi di spiegazione da loro elaborati ed è il testo Biblico stesso che ne dimostra la totale assoluta contraddittorietà e conseguente inconsistenza.

D. Alcuni suoi detrattori, tra cui ovviamente i credenti, rilevano che importanti storici greci e romani non fanno riferimento agli esseri di cui parla lei, i famosi Elohim biblici, e questo fa pensare che non siano mai esistiti. Che cosa risponde?

R. Sbagliano. Tutti i popoli dell’antichità fanno riferimento a quegli individui. Nel libro “La Bibbia non parla di Dio” ho dedicato decine di pagine alla analisi parallela tra Bibbia e testi greci: la corrispondenza è davvero strabiliante. Narrano la stessa storia, parlano degli stessi individui che hanno anche le stesse caratteristiche ed esigenze fisiologiche e neurofisiologiche. Anunnaki sumero accadici, Deva indiani, Elohim biblici, Theoi greci, Dèi romani, Viracocha centro americani, Asi nordici… erano sempre gli stessi: su questo non ci possono più essere dubbi. I racconti che li riguardano sono talmente simili che bisogna davvero chiudere gli occhi volontariamente per non vedere questa realtà tanto palese quanto affascinante.

°°°

La ringrazio professor Biglino, sia personalmente sia a nome della stessa civiltà, anzi umanità, della quale Lei sta scoprendo le vere origini, proseguendo la ricerca segnata da precedenti storici e archeologi, e spero di averla ancora come relatore in un prossimo incontro presso il Centro Culturale Candide

Intervista raccolta da Giovanni FF Bonomo – Centro Culturale Candide  1. 9. 2015






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[1] Resoconto e galleria fotografica con video dell’incontro 30. 3.2015 in  https://www.facebook.com/notes/834349416646682/?pnref=story


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