Arte & Intrattenimento
L’avv. Aldo Bonomo, pioniere delle televisione privata e presidente Fininvest (1996 – 2005).
Testimonianze a tre anni dalla scomparsa. La consorte Lorenza Franco e il figlio Giovanni Bonomo lo ricordano in poesia (Milano, Circolo della Stampa, 20.10.2008)
Si spegneva il 1° settembre 2005 Aldo Bonomo, insigne avvocato e presidente della Fininvest SpA. Con queste parole lo ha ricordato il presidente di Mediaset SpA, Fedele Confalonieri: «L’avvocato Bonomo ha accompagnato con la sua straordinaria sapienza giuridica i primi passi di Silvio Berlusconi nel mondo della televisione, ha condotto mille battaglie legali nei tribunali di tutta Italia per affermare il diritto di trasmissione televisiva che ai tempi del monopolio equivaleva a un diritto di libertà di cui tutt’oggi godiamo i benefici. Questo compito di pioniere della modernizzazione del sistema televisivo italiano è stato svolto da Bonomo lontano dai riflettori, da persona schiva e integerrima quale era. Ma a noi che lo conoscevamo bene resta un senso di vuoto per la perdita della sua grande umanità».
In una situazione di originario vuoto legislativo si deve ad Aldo Bonomo il ruolo di pioniere della televisione privata nel nostro Paese, per aver tracciato in diritto i primi solchi che portarono alla definitiva legittimazione dell’emittenza nazionale. Esperto di diritto d’autore, gli viene affidato da Silvio Berlusconi il compito di difensore della neonata realtà televisiva, alle prese con incertezze del diritto e con pretori dall’oscuramento facile. E in questo compito Aldo Bonomo mette tutte le sue capacità professionali e la sua sottile intelligenza, coniando concetti giuridici che consentirono alla magistratura di comprendere una realtà, l’emittente radiotelevisiva privata, fino ad allora insondabile come soggetto giuridico.
Sua fu la storica e sistematica distinzione - che permise già alla giurisprudenza di merito di riconoscere la piena liceità dei primi circuiti nazionali - tra interconnessione strutturale e quella funzionale: l’emittenza privata, ammessa ad operare solo su scala locale per la storica sent. 202/76 Corte cost., iniziò timidamente le prime trasmissioni “in contemporanea”, operate da più punti di trasmissione e solo funzionalmente (non strutturalmente, tramite ponti-radio) collegate e quindi nemmeno perfettamente sincroniche. Restava quindi intatto il dominio assoluto della RAI sui programmi televisivi “di qualsiasi natura”, sia in diretta che in differita. E l’obbiettiva e sostanziale diversità del risultato ottenibile con la c.d. cassettazione (registrazione del programma; moltiplicazione dei supporti; distribuzione dei supporti alle emittenti interessate) non permetteva la vera televisione e la realizzazione di programmi naturalmente condizionati all’immediatezza e alla diretta (telegiornali, previsioni del tempo, celebrazioni, etc.); ciò non impedì che fosse rivolto alle emittenti l’addebito di violazione del monopolio dello Stato, in sede civile come in sede penale. Si parlò infatti di concorrenza sleale, come se la cassettazione si risolvesse nell’imitazione servile di una trasmissione unitaria su scala nazionale, e addirittura di reato. E le incriminazioni si tradussero in operazioni di supplenza legislativa in una presunta direzione antitrust.
Ma tale supplenza veniva operata, in sede pretorile, a costo di una totale deformazione della norma incriminatrice dell’art. 195 cod. post.: si registrava il tentativo di convertire il divieto legale di esercizio di impianti senza concessione nel divieto di coordinamenti operativi riguardanti i programmi e gli orari di trasmissione, con il totale ricambio ontologico della fattispecie. Ma la violazione del principio di legalità era un costo insopportabile. E Aldo Bonomo non lo fece sopportare.
Giovanni Bonomo, avvocato che ne segue le orme, vuole rendere omaggio alla memoria dell’illustre padre non solo attraverso le testimonianze degli amici ed esponenti delle istituzioni che gli furono vicini e che intervengono alla serata, ma anche svelando il suo dimesso e non pubblico profilo di intellettuale, nel continuo dialogo poetico con la consorte poetessa Lorenza Franco, traduttrice dei classici greci, la quale un giorno gli cedette, nell’opera su Pallada (Pallada- Epigrammi, edizioni Tempolibro, 1996) lo scettro di traduttore: ne uscì un epigramma 54 con una sorprendente e delicatissima anacreontea: Impietoso specchio, / l’immagine mi rendi / di un rassegnato vecchio, / l’immagine sdrucita / di chi, mentre t’accendi, / rifugge dalla vita. A sorpresa ci saranno citazioni e brevi recitazioni di poesie inedite.
Poiché, come gli diceva suo padre, “un buon avvocato è anche un intellettuale e prima di tutto un uomo di cultura”, Giovanni Bonomo – che ha avuto sempre nei due genitori due lumi, uno nel diritto e l’altro nel campo letterario - fonda, nel 2007, il Centro Culturale Candide, sede di incontri letterari con artisti, scrittori ed esponenti della cultura. E’ grazie al contributo del Circolo della Stampa e del presidente dr. Giuseppe Gallizzi che può organizzare ora questo evento unico nel genere.
Milano, 20 ottobre 2008 Avv. Giuliano Lombardo
Circolo della Stampa di Milano
Note biografiche
ALDO BONOMO
Torinese “naturalizzato” sondriese, classe 1929, trascorre la sua infanzia in Valtellina e, laureatosi a Milano, diviene uno degli avvocati più esperti nel diritto d’autore. Dagli albori nel 1978 con Telemilano, fino a Canale 5, Italia 1, Retequattro, è l’avvocato delle tv libere nel contenzioso che riguarda soprattutto la cruciale interconnessione, ossia la possibilità di trasmettere in contemporanea su tutto il territorio nazionale anche per i c.d. network privati. Con la prima legge n. 10/85 di conversione della decretazione d’urgenza e di riconoscimento di un fenomeno di interesse nazionale, e poi con la legge Mammì del 1990, che sanciva il riconoscimento del sistema radiotelevisivo misto pubblico-privato, ebbe fine il far west dell’etere, o wild west come altri ebbero a definire quel periodo di caotico accaparramento di frequenze in una situazione di vuoto legislativo. Aldo Bonomo, divenuto ormai noto uno dei massimi esperti di diritto in campo radiotelevisivo, resta consulente di Fininvest e, in coincidenza con la riorganizzazione del gruppo dopo l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi, nel 1994, diviene consigliere d’amministrazione di Mediaset fino al settembre 1996, anno della quotazione in borsa: nel giugno 1995 entra nel consiglio di Publitalia ’80. Nel luglio ’96 Aldo Bonomo subentra a Fedele Confalonieri, che lascia la presidenza della Fininvest per dedicarsi interamente a Mediaset. Muore in carica nel 2005 presso l’ospedale di Sondalo, dopo una terribile malattia alleviata solamente dalle amorevoli cure della consorte Lorenza Franco e di suo figlio Giovanni.
LORENZA FRANCO
Milanese, infanzia e giovinezza in Valtellina, è traduttrice di lirici greci, dell’epigrammista Pallada, di Costantino Kavafis e, da ultimo, di Shakespeare e Spenser. All’impeccabile classicità sul piano formale si contrappone l’estrema libertà delle traduzioni, dichiaratamente infedeli rispetto agli originali, che vengono riproposti con nuove invenzioni, attente a restituire i suoni, le assonanze, i percorsi interiori degli autori tradotti. La libertà interpretativa, disciplinata dal rigore delle forme metriche, innanzitutto l’endecasillabo, si è sprigionata talvolta nell’aggiunta alle traduzioni di testi originali “apocrifi”. Anche l’uso della rima, che la rende immediatamente familiare, e che nasconde, come scrive l’italianista Ezio Raimondi nella densa nota introduttiva al volume, “una sapienza letteraria meditata, consapevole, laboriosa”, rende Lorenza Franco una poetessa fuoriclasse e fuori dal tempo. Le è stato conferito nell’anno 2000 il premio giornalistico-letterario “Ernest Rosenthal” VIII edizione per la poesia. Trascorre gran parte del suo tempo dividendosi tra Sondrio e Milano. E’ la madre di Giovanni Bonomo.
GIOVANNI BONOMO
Avvocato e consulente a contratto di Mediaset SpA, autore di pubblicazioni giuridiche in materia di diritto d’autore, ha contribuito da ultimo al volume La televisione digitale: temi e problemi, Commentario al D. Lgs. 177/05 T.U. della Radiotelevisione, a cura di V. Zeno-Zencovich, E. Poddighe e A. Frignani, Giuffrè ed., con il commento all'art. 39 "Disposizioni sulle sponsorizzazioni" e il commento all'art. 40 "Disposizioni sulle televendite" (reperibili anche in Il Diritto di Autore n. 3 - 2006 p. 326 - 358 con il titolo Sponsorizzazioni e televendite nel nuovo codice della radiotelevisione). Nell’opera I circuiti nazionali nel panorama dell’emittenza radiotelevisiva, edita dalla Rivista di giustizia amministrativa Lombardia (1989), curò insieme al padre la rassegna di giurisprudenza sui collegamenti funzionali tra emittenti radiotelevisive private, raccogliendo tutte le sentenze, anche precedenti alla legge 10/85, favorevoli alla tesi della legittimità delle programmazioni nazionali preventivamente registrate sulla base del principio di libera e insindacabile scelta dei programmi e degli orari. Fu un’opera di grande utilità per la dottrina e gli studiosi della materia, orientando il legislatore al successivo riconoscimento dell’interconnesisone strutturale e quindi dell’emittenza privata nazionale. Ha fondato nel settembre 2007 il Centro Culturale Candide, intitolato a Voltaire e all’etica laica, sede di vernissage e punto di incontro di artisti, scrittori, esponenti della cultura. Collabora con la rivista letteraria Odissea.