Business & Finanza
LAVORO, METTIAMO UN PIEDE NEL FUTURO
Che il mondo del lavoro stia radicalmente cambiando è sotto gli occhi di tutti, meno evidente è il fatto che quando i nostri giovani avranno finito il loro ciclo di studi molto probabilmente andranno a fare lavori che oggi non esistono.
LAVORO, METTIAMO UN PIEDE NEL FUTURO
Non si tratta di un dibattito ideologico, ma di una realtà verso la quale stiamo andando, supportata da migliaia di dati che indicano i cambiamenti di questi ultimi dieci anni e anticipano quelli dei prossimi dieci.
L’occupazione giovanile in questo periodo di crisi è stata fortemente penalizzata, basti pensare che nel nostro paese il tasso di occupazione giovanile nel 2007 per la fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni era del 24,2%, mentre oggi è solo del 17,7%. Se passiamo alla fascia superiore, quella tra i 25-34 anni, andiamo ancora peggio; siamo passati dal 70,4% al 60,8%.
Di pari passo è invece aumentata l’occupazione degli over 50, con una tendenza ad assumere persone che sono già in possesso di competenze. Sempre nel 2007 il tasso di occupazione tra i 50 e i 64 anni era del 46,9%, oggi è del 59,4% e si tratta di dati in linea con la media europea.
Anche le tipologie dei contratti sono mutate; i contratti a tempo determinato sono cresciuti da 2,27 milioni a 2,92 milioni, mentre quelli degli occupati a tempo indeterminato da 14,85 milioni a 14,93 milioni.
Il dato più preoccupante risulta essere quello degli inattivi, cioè coloro che non hanno un lavoro e non lo cercano, che in Italia sono circa 14 milioni di persone. Una cifra altissima sebbene dal 2007 siano calati di un milione. Erano 14,3 miloni e oggi sono 13,4 milioni.
Oggi, inoltre, sono impiegati meno operai. Il loro numero si è ridotto di circa un milione, soprattutto in professioni tecniche e qualificate, mentre è aumentato il personale non qualificato, circa 480 mila persone in più.
Ora proviamo a mettere un piede nel futuro.
I dati OCSE prevedono un ulteriore calo del 10% di quei posti di lavoro che sono a rischio di automazione, mentre un 34% dei posti di lavoro saranno soggetti a profonde trasformazioni delle mansioni; in pratica quasi la metà degli attuali occupati saranno investiti da profondi cambiamenti che volenti o meno sarà necessario gestire e governare.
In parole povere, da un lato la tecnologia, dall’altro il basso ricambio generazionale (la popolazione italiana invecchia e non nascono bambini), nei prossimi anni andrà a generare una vera e propria rivoluzione nel mondo del lavoro.
Il futuro del mondo del lavoro sarà fatto essenzialmente di tecnologia e competenze e cambierà radicalmente rispetto ad oggi. Nei prossimi anni fenomeni come lo smartworking (lavoro agile) e modelli flessibili e dinamici di organizzazione del lavoro troveranno più spazio e diffusione, a causa dei profondi mutamenti nei modelli di business delle imprese.
Sarà necessario aggiornare continuamente le proprie conoscenze e competenze per potersi proporre in maniera soddisfacente in questo mercato così fluido, in quanto la maggior parte dei lavori che si faranno tra 20 o 30 anni probabilmente oggi non esistono ancora.
Global Vision cercherà di gettare uno sguardo su questo mondo che ancora non c’è, di capire e ove possibile anticipare le tendenze sempre tenendo presente quello che è successo nel passato più o meno lontano in modo da aiutare chi lo vorrà a cavalcare quest'onda enorme che sta montando e a non venirne travolto.