Benessere Consapevole

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LA PRIMA REGOLA DEL SUCCESSO CON GLI ALTRI

2019-02-24 11:46:46

“Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato. Date, e vi sarà dato: vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio.” (Luca, 6:37-38)

La prima regola per avere successo con gli altri in ogni settore? Non giudicare, non condannare, non

recriminare gli altri.
L’esperienza delle più grandi personalità mondiali in tutti i settori e in tutte le epoche dimostra che critiche, rimproveri, condanne, recriminazioni, giudizi negativi sugli altri ha sempre un effetto distruttivo sulle relazioni con gli altri e il risultato sono unicamente conflitti e resistenze, che non fanno altro che impedire il tuo avanzamento e progresso. Quando impari la lezione e cambi volontariamente, radicalmente, il tuo atteggiamento verso gli altri, da quell’esatto momento anche gli altri cambiano atteggiamento verso di te e la tua vita svolta nella strada della riuscita e del successo.Ecco i principali svantaggi che derivano dal criticare gli altri e i principali vantaggi che derivano dal non giudicare nessuno.

Gli svantaggi principali del criticare, recriminare, condannare, giudicare sono due:

 

1. LA CRITICA È INUTILE PERCHÉ PONE LE PERSONE SULLA DIFENSIVA

La critica, anche la più costruttiva, viene sempre vista come un attacco personale. Il che fa sì che l’altro si chiuda ancora di più. Chi viene criticato tende ad alzare un muro verso la persona che lo critica, anche quando riconosce razionalmente che la critica è giusta.

Gli esseri umani non sono creature del tutto razionali, anzi ciò che le spinge a compiere le azioni e a fare le scelte è la parte più profonda, primitiva, irrazionale e passionale del cervello. Perciò anche se a livello razionale riconoscono la bontà della critica, a livello profondo, inconscio, rifiutano sempre la critica perché viene percepita come un attacco. E a ogni attacco l’essere umano, come ogni animale, istintivamente reagisce o scappando o lottando. L’effetto della “fuga” dalla critica nel linguaggio sarà la tendenza nell’altra persona ad autocommiserarsi, a giustificarsi, a fare la vittima; l’effetto della “lotta” sarà un aumento dell’ostilità e anche dell’aggressività: risponderà a sua volta con una critica ancora più marcata verso di te o protesterà alzando i toni. In ogni caso, che l’altro “lotta o fugga”, con la critica lo avrai perso. Con la critica stai sicuro che otterrai sempre una risposta di chiusura, di rifiuto, di diffidenza. E se usi la critica per persuadere le persone, otterrai sempre e soltanto il contrario di quello che vorresti.

 

 

2. LA CRITICA SUSCITA RISENTIMENTO

Poiché ferisce l’orgoglio dell’altra persona, poiché va a toccare il suo ego, la critica tende a generare risentimento. Sono caduti più governi per una battuta maldestra percepita come offensiva che per l’invasione di mille nemici esterni. Il timore della critica è direttamente proporzionale alla smania di approvazione. E il risentimento che deriva dall’offesa della critica può durare anni, perfino decenni, a volte tutta la vita. In altri termini, la critica è la carta migliore da giocare, se ci si vuole fare dei nemici. Come scrive uno dei grandi maestri di crescita personale, Dale Carnegie,

“Noi uomini siamo tutti uguali: all’atto pratico, sempre pronti a criticare gli altri, senza saper accettare le critiche che ci toccano da vicino. Convinciamoci che la critica è come un piccione viaggiatore: ritorna sempre da dove era partita. Convinciamoci che la persona che cerchiamo di correggere o di condannare farà di tutto per difendersi e ritorcere l’accusa.”




 

CREA UN’ATMOSFERA COSTRUTTIVA

I vantaggi di non criticare né giudicare nessuno sono naturalmente speculari ai due qui elencati. Ma c’è un terzo vantaggio, il più importante di tutti: si crea un’atmosfera costruttiva che permette di guidare la relazione con l’altra persona in un territorio di vera vicinanza, reciprocità ed empatia. Non si favorisce perciò tanto, opportunamente e anche opportunisticamente, se si vuole, la benevolenza dell’altro verso di noi, quanto piuttosto un’atmosfera, una generale energia positiva, di apertura, di disponibilità e ricettività che permette di operare in maniera gentile per il cambiamento. Solo con questo atteggiamento, perciò, si può ottenere l’incontro con l’altra persona e favorire il cambiamento.

È un lavoro, quello costruttivo, calmo e paziente quanto quello distruttivo è impulsivo e violento; ma, come dice il saggio buddista Walpola Rahula,

“È mai stato placato l’odio dall’odio? È mai stato vinto il male con il male?”

 

La risposta è: NO.

Non c’è altra strada, se si vuole veramente creare relazioni autentiche, profonde, efficaci, utili e vantaggiose con gli altri, che la lenta azione della gentilezza, della pazienza, della comprensione, della negoziazione. Le acque chete rompono i ponti, e le lezioni della gentilezza, così come quelle della paziente negoziazione finiscono per far sciogliere anche i caratteri più duri.

Come dice un altro grande maestro di crescita personale, Wallace D. Wattles:



“Se non ti è possibile dimostrare la tua buona cosa senza attaccare le altre cose, allora la tua buona cosa non è buona.”



Perciò, dimostra la tua buona cosa senza attaccare le altre, porta avanti le tue idee senza criticare quelle degli altri, avanza nella tua vita senza attaccare gli altri.

Non criticare, non recriminare, non condannare: e il successo ti spalancherà le sue porte.