Avv. Giovanni Bonomo

Amicus Plato, magis amica Veritas.

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Identità digitale e sorveglianza di massa

2020-04-12 12:26:27

Nell’attuale società dell’informazione e della comunicazione globale dobbiamo constatare che ad una sempre più elevata disponibilità di tecnologia da parte di tutti si accompagna anche un indebolimento dei diritti alla privatezza dell’individuo.

Già Internet ci insegna che le nostre informazioni personali possono sfuggire al controllo del legittimo interessato e disperdersi nel Web; è una questione che ho affrontato più volte trattando dell’eterno conflitto tra diritto alla privatezza e diritto di informazione e di espressone del pensiero.

 

E’ ormai un dato di fatto che abbiamo rinunciato, più o meno consapevolmente, a molte prerogative che i giuristi riconducono al diritto di privatezza. Basti pensare alla tracciabilità digitale dei nostri smartphone, che nessuno mette in discussione a fronte dei vantaggi per tutti di geolocalizzazione, come il reperimento di percorsi grazie ai GPS e ad altri strumenti di navigazione satellitare. Pensiamo anche alla prassi, ormai universalmente accettata fin dalla famosa data dell’11 settembre 2001, di essere totalmente esaminati e “scannerizzati” prima degli imbarchi negli aeroporti, per ineludibili ragioni di sicurezza.

 

Sopportiamo in questi giorni le misure restrittive della libertà personale, che ci obbligano a restare a casa, per ragioni di salute pubblica. Ora la paura del contagio, prima ancora che delle sanzioni, potrebbe farci accettare misure e forme di profilazione ulteriormente invasive della privacy. Non è dubbio che la salute pubblica è più importante di qualsiasi privatezza. Lo stesso GDPR prevede linee guida all’uso di informazioni per ragioni di salute pubblica. L’importante è che misure sancite e applicate in condizioni di pandemie straordinarie non diventino poi normali una volta superata l’emergenza.

 

Si parla spesso in questi giorni del progetto di ID2020 Alliance (https://id2020.org), un programma di identità digitale pensato per ogni essere umano sul pianeta. Si tratta di inserire microchip sottocutanei allo scopo di contenere le informazioni personali del cittadino, trasmesse anche da remoto in un archivio su Blockchain di consultazione istantanea al livello mondiale. E’ ovvio che torna in auge tale progetto in questi giorni di tragedia mondiale, proprio per la possibilità di accertare su larga scale l’avvenuta vaccinazione per il Coronavirus, una volta che tale vaccino verrà diffuso.

 

Pare anzi che dietro il progetto vi sia proprio la somministrazione di vaccini contro le pandemie e che tra i soci fondatori di ID2020 vi siano nomi di enti e persone miliardari di fama mondiale, come i Rockfeller, con la società GAVI, alleanza mondiale per le immunizzazioni, la Big Pharma, Bill Gates, oltre a varie organizzazioni pubbliche e private, sempre con il dichiarato scopo benefico per l’umanità di munire tutti di “identità digitale”.

 

Se non saremo identificabili saremo invisibili, incapaci di accedere all’assistenza sanitaria, all’università, al lavoro, non potremo votare, né aprire un conto corrente bancario. Ora, al di là delle “sbalorditive coincidenze” che si trovano nella storia di questo virus SARS-CoV-2, e della relativa infezione Covid-19, nei precedenti esperimenti in laboratori di bioingegneria, come il laboratorio proprio di Wuhan, epicentro della epidemia, con coronavirus ad effetti identici a quelli dell’attuale e artificialmente creati, sta di fatto che questa  pandemia mondiale dichiarata tale all’OMS in data 11 marzo 2020, corrisponde in pieno a quanto pronosticato, se non progettato (come dicono i c.d. complottisti), dal programma ID 2020 per immunizzare la popolazione mondiale con la biometria digitale.

 

Vedremo come andrà a finire. Certamente il motto “niente sarà più come prima” ben si addice a questa congiuntura di allarme sanitario che riguarda l’intero pianeta. La paventata “sorveglianza di massa” farà la differenza tra Stati democratici e governi autoritari, tra “cooperazione” e “controllo”: i primi accentueranno le opportunità di condivisione nell’interesse degli stessi cittadini, i secondi sfrutteranno la possibilità di controllo e di manipolazione di futuri sudditi digitali. 

 

Milano, 12. 4.2020                Avv. Giovanni Bonomo – A.L. Diritto dell’informazione e dell’informatica