YouTube tra fair use e copyright

Come la condivisione, alla base di Internet e della sharing economy, può giovare anche agli autori. Il fair use è una dottrina legale che sancisce l'utilizzo del materiale protetto da copyright in determinate circostanze, senza necessità di autorizzazioni da parte del titolare dei diritti d'autore.

Mi sono più volte occupato della questione del diritto d'autore in Internet e di come un'economia di risorse smaterializzate e condivise, tra le quali le opere diffuse online anziché su supporti fisici, segni un grande cambiamento per l'umanità, abituata a pensare secondo paradigmi proprietari.

In particolare vi ho parlato, anche su questa rivista, dell'estrema facilità di reperimento di contenuti di ogni tipo in Internet, con riferimento particolare alle fotografie, precisando che cosa si debba intendere per (e quale sia il vero significato di) "utilizzazioni libere" [cfr. Prelevare le immagini da Internet per corredare articoli o post? Attenti ai diritti d'autore! Quali sono le vere "utilizzazioni libere"]

Un discorso analogo vale per le opere musicali, che sono sempre chiamate in causa nelle varie discussioni sulla pirateria via Internet, anche se qui il discorso sulle utilizzazioni libere si fa più delicato.

Lo spunto mi arriva da una recente ricerca compiuta da SurveyMonkey, commissionata da YouTube, riguardante l'Italia, l'Inghilterra, la Germania e la Francia, che dimostrerebbe come lo streaming gratuito del colosso del videosharing non "cannibalizzerebbe" altre forme di ascolto come quelle a pagamento.

Secondo YouTube questo avverrebbe principalmente per tre ragioni:

1. chi ascolta musica in Internet è un cosiddetto "ascoltatore leggero", cioè un fruitore casuale e non un appassionato di musica:

2. se non ci fosse YouTube gli ascoltatori di musica online sarebbero propensi a utilizzare canali gratuiti di bassa qualità;

3. l'assenza di YouTube porterebbe a un aumento dell'utilizzo di contenuto illegale e pirata.

E i dati, resi noti dal colosso del videostreaming, lo dimostrano. L'utente medio di YouTube ascolta un'ora e mezza di musica al mese quando in media un utente di un servizio streaming a pagamento ne ascolta tra le 20 e le 65 ore. Inoltre, nei quattro Paesi presi in esame, esistono ben 72 milioni di utenti musicali, ma di questi meno del 2 per cento (circa 940.000) consumano musica per più di venti ore al mese. E se YouTube non dovesse più offrire musica sembrerebbe che ben l'85% di questi 72 milioni di ascoltatori si rivolge ad altri servizi gratuiti o verso la pirateria.

In punto di diritto YouTube fa ricorso al fair use per dimostrare la liceità dei suoi servizi.
In italiano si traduce con "uso leale, equo e corretto".

È un concetto di diritto anglosassone e della common law, in base al quale si stabilisce, sotto alcune condizioni, la liceità dell'uso non autorizzato di materiale protetto da copyright nell'opera di un altro autore.

In Italia non esiste una legge sul fair use ma si è soliti considerare il nostro art. 70 l.d.a. un punto di riferimento,nella sua attuale portata normativa, per le elaborazioni giurisprudenziali, che allineano la norma a quanto previsto nell'United State Code.

Ma un conto è l'uso leale e corretto, appunto fair, e un altro è l'abuso.

Infatti YouYube si dichiara pronto a difendere, schierandosi a fianco degli autori, il copyright a fronte di pratiche scorrette, ma allo stesso tempo disposto a sostenere anche le ragioni di chi usa parti di materiale protetto avvalendosi del fair use e ingiustamente accusati di violazione dei diritti d'autore.

Il dipartimento legale di YouYube offrirà un servizio di assistenza legale per dirimere le questioni sulla base di una serie di video tipici ed esemplari sull'uso corretto e inattaccabile del fair use.