La crisi pandemica in atto ha poi accelerato la transizione digitale e l’educazione informatica della cittadinanza, spinta come non mai, a causa delle misure restrittive atte a prevenire i contagi, verso gli strumenti di comunicazione a distanza tramite i PC, i tablet gli smartphone. Tanto più che, nell’ambito delle imprese e delle varie professioni, si è avviato un nuovo modello di comunicazione interattiva a distanza, già conosciuto come telelavoro e smart worlking, destinato a diventare ora una nuova e generalizzata modalità operativa. Anche nell’ambito della professione di avvocato è nata la figura di smart working lawyer, essendo possibile operare in mobilità e in assenza di una sede fissa grazie agli archivi digitali messi a disposizione dalla tecnologia cloud e all’ormai prossimo processo telematico.
Proprio sul fronte dell’evoluzione della professione forense ho trattato in più articoli il tema cruciale dell’organizzazione degli studi professionali, che possono operare al di fuori dei soliti modelli associativi tramite collegamento funzionale e operativo più che strutturale. Ne sono nati modelli virtuosi di network e associazioni di avvocati dei quali la nostra A.L. Assistenza Legale dell’avv. Cristiano Cominotto ha fatto da pioniere. Ogni studio del circuito conserva la propria personalità e si collega agli altri confrontandosi sulle nuove frontiere della professione, sul lavoro da remoto, sulle nuove tecnologie e organizzando convegni e webinar.
La blockchain e gli smart contract sono un passo decisivo verso l’automazione e la disintermediazione dei servizi e l’eliminazione di ciò che è semplicemente ripetitivo, con notevole risparmio di tempo che può essere destinato alla creatività tipicamente umana e mai sostituibile da un’intelligenza artificiale. Mentre sul fronte economico e finanziario si stanno realizzando, con la DeFi, o finanza decentralizzata, la condivisione e la disintermediazione in un campo prima accentrato, gestito e regolamentato dalle grandi banche: ora gli sviluppatori di software hanno la possibilità di dare sfogo alla loro inventiva tramite tecnologie open source e di creare entrate automatiche per tutti, resistenti alla censura da parte dei governi e delle autorità di vigilanza sui mercati finanziari.
Affrontare questi argomenti per accompagnare gli studi professionali nel cambiamento della quarta rivoluzione industriale, significa per me aiutare a comprendere che anche i rapporti di lavoro e le relazioni con gli assistiti devono essere reinterpretati al di là dei modelli organizzativi, pensando all’impatto dell’Intelligenza Artificiale in ogni settore e così pure nell’esercizio dell’attività professionale.
Diventa quindi determinante l’aggiornamento e la riqualificazione di tutti coloro che, altrimenti, rischiano di essere espulsi dal mercato del lavoro a causa della diversa organizzazione della società basata sulla I.A. Così anche la formazione e l’educazione digitale diventerà una materia obbligatoria alla pari della deontologia e della previdenza forensi. Ma intanto dobbiamo entrare nell’idea di cambiare il modo di operare e di lavorare, di compiere già quel salto culturale che ci consentirà di adeguare la nostra professione alle nuove richieste di assistenza della cittadinanza e delle imprese.
Milano, 1 gennaio 2021
Avv. Giovanni Bonomo - Osservatorio sull’innovazione digitale – Diritto 24