articolo interessante

Io non lo sapevo prima di averlo letto..

articolo interessante

Io non lo sapevo prima di averlo letto..

L'ARCOBALENO

2021-09-25 13:06:38

La parola "ARCOBALENO" deriva dal latino "ARCUS PLUVIUS", che significa "ARCO PIOVOSO".

Ma come si formano gli arcobaleni?

La risposta è "quando finisce un temporale, arriva l'arcobaleno!".

Si, vero, ma cosa succede veramente?

Dopo un rovescio d'acqua o anche in prossimità di una cascata, rimangono sospese nell'aria tante goccioline, si parla anche di acqua nebulizzata.

In questo preciso momento, lo stato temporaneo dell'acqua in sospensione, viene attraversato dalla luce del sole e questi piccoli "prismi ottici" scompongono la luce bianca in un "ventaglio di luci" di colori diversi, che vanno dal violetto al rosso.

La "distribuzione" del colore in un arcobaleno è continua: non ci sono strisce in realtà.

Gli scienziati pensano che sia il nostro cervello a dividere lo spettro dell'arcobaleno in bande distinte, perchè noi umani amiamo "organizzare" ogni cosa, inclusi i colori.

Sull'esistenza di quanti colori formano l'arcobaleno, è questione di percezione, soggettivo, forse anche culturale, si dice.

Aristotele vi percepiva solo il rosso, il verde e il blu.

Dante ne vedeva sette e lo scrisse anche nel "Purgatorio".

I primi studiosi islamici videro un arcobaleno tricolore: rosso, verde e giallo.

Durante il Rinascimento, si stabilì che i colori erano quattro: rosso, giallo, verde e viola. Più avanti si aggiunse anche il blu.

L'arcobaleno, vero e proprio oggetto di studio e pensiero.

Nel 1937 CARTESIO scoprì che gli arcobaleni erano causati dalla luce proveniente dal sole che, a sua volta, veniva diviso dalla pioggia in diversi colori.

Mentre ISAAC NEWTON, successivamente, avrebbe collegato i colori percepiti, alle note su una scala musicale, convincendo gli scienziati europei che i colori fossero sette.

La verità è che ogni tonalità si fonde nella successiva senza un confine preciso, lasciando l'interpretazione a chi guarda, e alla cultura.

Per poter ammirare gli arcobaleni, bisogna trovarsi tra la zona delle gocce sospese e la posizione del sole. Infatti le ore migliori sono la mattina o la sera e non a mezzogiorno perchè il sole è troppo alto.

A volte si possono verificare doppi arcobaleni: questo succede quando la luce rimbalza all'interno delle goccioline d'acqua più di una volta prima di fuoriuscire, formando così un secondo arco.

A rendere l'arcobaleno così interessante, è anche la sua rappresentazione nelle antiche culture.

Nella mitologia del Nord, l'arcobaleno è BIFROST, il ponte che connette il mondo dei morti e quello dei vivi. Per i greci è IRIS, la messaggera degli dei.

Nell'antica religione indù è l'arco di INDRA, dio dell'atmosfera e della pioggia.

L'arcobaleno volle essere rappresentato su una bandiera nel 1978 da Gilbert BAKER per un gaypride a San Francisco. Il design aveva otto colori, poi diventati sei. 

L'arcobaleno, secondo Baker, ne è simbolo perfetto perché si adatta alle diversità in termini di etnia, genere, età e altro.

In seguito si è diffusa la rappresentazione dell'arcobaleno nella bandiera della Pace, che fu avvistata la prima volta alla marcia Perugia-Assisi nel 1961.

L'arcobaleno osservato più a lungo, è stato quello di Yangmingshan il 30 novembre del 2017: è rimasto visibile per 8 ore e 58 minuti, battendo quello di Sheffield, Inghilterra, che il 14 marzo del 1994 era durato 6 ore.

L'arcobaleno è stato monitorato dalla Chinese Culture University che si trova su una montagna a nord di Taipei.

Ultima curiosità è "ma dove finisce l'arcobaleno?"

La fine non c'è, perchè se ci spostiamo, anche quest ultimo si sposta, trattandosi di un fenomeno ottico.

Per quanto riguarda l'arcobaleno come "bandiera della pace" ci auguriamo possa rimanere visibile per molto tempo, affinché ci possa ricordare sempre l'importanza dell'unione delle persone di tutti i popoli del mondo.


by Sandra Martelossi