L'Arte Irresistibile

Founder President

La Teoria delle Proporzioni

2021-04-27 20:16:52

Il Rinascimento e la riscoperta del mondo Classico: l'Uomo al centro dell'Universo, artefice del proprio destino.

La riscoperta del mondo Classico e lo studio del trattato di architettura di Vitruvio Pollione, considerato tra i massimi architetti e trattatisti di tutti i tempi (I sec. a.C.), fornirono le basi per una nuova certezza rinascimentale, quella derivante dalla Teoria delle proporzioni.


Proporzione deriva dal latino pro portione, che significa “secondo la porzione”, indica la corrispondenza di misura fra due o più parti in stretta relazione tra loro. Queste corrispondenze di misure sono dei rapporti matematici. 


La disciplina a cui le proporzioni sono applicate con maggiore frequenza è l’architettura. Con esse gli architetti del Rinascimento ritenevano di potere rendere armoniose le loro opere e, insieme, di farle più resistenti e belle.


Ma cosa avrebbe dovuto rispecchiare un edificio sacro una volta che le sue parti fossero state dimensionate armoniosamente?


Il corpo umano, era stata la risposta suggerita da Vitruvio. Secondo l’antico architetto romano, infatti, la natura stessa aveva fatto sì che il corpo dell’uomo fosse armonico e ben proporzionato e dunque fonte di ispirazione.


Era logico, pertanto, che anche nella progettazione architettonica ci si attenesse alle simmetrie e ai rapporti esistenti fra le varie parti del corpo umano.


Vitruvio, nel primo capitolo del terzo libro del suo trattato, il De Architectura (Sull'architettura), composto di dieci libri, introducendo la progettazione dei templi così scrive:


Il centro del corpo umano è naturalmente l’ombelico. Se un uomo si disponesse supino con mani e piedi distesi, puntando il compasso sull’ombelico, si potrebbe descrivere una circonferenza che toccherebbe esattamente le punte delle dita di entrambe le mani e dei piedi. Misurando inoltre la distanza dall’estremo dei piedi al sommo della testa e confrontandola con quella fra l’una e l’altra mano aperta, si troverebbe che altezza e larghezza coincidono, come in un’area quadrata. Se dunque la natura ha creato il corpo umano in modo che le singole membra rispondano proporzionalmente all’insieme della figura, sembra che giustamente gli antichi abbiano stabilito che anche le loro opere dovessero avere un’esatta corrispondenza fra le misure delle parti e quelle dell’insieme”.


Tale brano colpì profondamente la fantasia degli architetti rinascimentali e il disegno interpretativo che ne fece Leonardo è senza dubbio più eloquente di qualunque spiegazione. (L'Uomo Vitruviano di Leonardo, disegno a penna e inchiostro su carta, 1490 circa, Venezia, Gallerie dell'Accademia).


Allo stesso tempo è facile trovare nei disegni che corredano i trattati d’architettura quattrocenteschi l’applicazione dei principi vitruviani.


Nei disegni di Francesco di Giorgio Martini (vedi Immagine), ad esempio, si vede come la figura umana abbia determinato la pianta di una chiesa, il proporzionamento della sua facciata e come anche il capitello Composito derivi, nei suoi elementi, dalla struttura di una testa.


«In tutte queste cose che si hanno da fare devesi avere per scopo la solidità, l'utilità e la bellezza». Marco Vitruvio Pollione.

by Daniela Succini