Antonio Scandola

Uno stato di polizia

2020-05-30 21:16:40

Considerazioni sulle proteste dei cittadini per il coronavirus e reazione della polizia

Uno stato di polizia


Uno stato di polizia


Carabinieri e polizia due simboli italiani. Quante volte abbiamo “tifato” per loro quando sono andati in servizi molto pericolosi e ne sono tornati vincitori conto criminali di tutte le specie. Nella stessa maniera abbiamo pianto per coloro che, compiendo il loro dovere, sono rimasti uccisi o peggio sono stati uccisi durante normali controlli  molto spesso da mezzi guidati da persone in stato di ebrezza o pieni zeppi di stupefacenti.  Quante volte li abbiamo visti fermare ed arrestare spacciatori, ladri, ecc.. tutta manovalanza per lo più straniera e poi abbiamo visto i medesimi soggetti essere lasciati liberi. E la rabbia dentro di noi montava. Pensando ai rischi che correvano per uno stipendio normale vedendo vanificati i loro sforzi e le loro fatiche dal solito magistrato di sinistra favorevole nei confronti dei poveri immigrati ed inflessibili con gli italiani. Purtroppo poi è scoppiato questo maledetto virus è gli “angeli” si sono e sono stati trasformati in “ demoni”. Prima, in parte giustamente, facendo rispettare le regole nel momento peggiore della pandemia, anche se a volte usando maniere troppo brusche nei confronti degli anziani. Purtroppo poi sono diventati dei persecutori contro gli italiani. Li hanno fermati, multati quando stavano civilmente protestando rispettando tutte le regole di distanza create dal governo, creando, fra l’altro i famosi assembramenti  vietati dalla normativa. Ci sono vari episodi dove le forze dell’ordine hanno abusato del loro potere come contro una signora scesa a bere un caffè e multata all’interno del bar solo perché si era rotto un elastico della mascherina e non ne aveva una di scorta. Oppure quando otto pattuglie della polizia con 14 elementi hanno circondato un ragazzo senza mascherina, ed invece di obbligarlo a comprarne una o riaccompagnarlo a casa, che era a pochi metri di distanza, si sono accaniti contro di lui. Risultato e’ stato che dei passanti ed altri ragazzi si sono schierati con il ragazzo. E la polizia cosa ha fatto? Si è scatenata ammanettando il ragazzo ed altre due persone accorse in sua difesa e trascinandoli con la violenza dentro le loro auto partendo a sirene spiegate come se avessero arrestato il peggior delinquente. Quello che fa rabbia e la farà sempre più crescere con la voglia ed il pericolo di  una vera e propria ribellione da parte di chi non lavora da più di due mesi, che ha perso il lavoro o non è più in grado di riaprire la  propria attività e’ il fatto che nei confronti degli spacciatori africani che in tutto questo periodo di quarantena e di più ora , hanno e si stanno trovando regolarmente in strada o nelle piazze italiane, senza mascherina, infischiandomene delle distanze e degli assembramenti, non  è mai stato fatto nulla. Polizia forte con i deboli e debole con i forti. Certo non siamo arrivati a fatti come quello del poliziotto americano che, dopo aver ammanettato un afroamericano, lo ha immobilizzato con un ginocchio sul collo provocandone la morte. Siamo però sulla buona strada perché anche in Italia ci scappi il morto. Non so se questo comportamento viene dettato dall’alto od è una maniera di sfogare tensione e rabbia da parte delle forze dell’ordine, ma per evitare che la cosa degeneri dovrebbero fare come la polizia Ucraina, che, schierata  in formazione antisommossa contro una manifestazione di normali cittadini, ad un comando dato si è tolta l’elmetto ed ha buttato a terra manganelli e scudi andandosene, lasciando la piazza libera ai manifestanti, ma soprattutto dando dimostrazione ai loro superiori ed ai politici che  vessare la popolazione civile non è il loro mestiere. I manifestanti hanno applaudito e l’amore verso le forze dell’ordine è aumentato. Amore che da noi si sta trasformando in odio e ribellione. Pensateci bene. La guerra civile non è’ così lontana.