Da almeno un anno mi capita di ascoltare persone che hanno fatto la storia delle nostre comunità.
Giungono con il bisogno di confronto sullo stato presente e per acquisire strategie in grado di migliorare la comunicazione in famiglia.
Si dividono in due categorie:
Le persone vogliose di parlare hanno una cognizione del tempo dilatato per il fatto che non hanno da svolgere compiti lavorativi e sentono il bisogno di gustare a pieno la loro vita.
Ricordano il loro trascorso fatto di sacrifici e conquiste e nel presente si godono “il sospirato riposo”.
Hanno una memoria nel trascorso remoto molto sviluppata.
Ricordano particolari importanti che consistono negli avvenimenti carichi di emozioni: il diploma di maturità, il primo impiego, la nascita del primo grande amore, il giorno delle nozze, l’arrivo del primo figlio ecc…
Chiamano per il bisogno di condividere.
Per me rappresentano una fonte importante perché sono storie vere della nostra comunità.
Alcuni mi spiegano il significato di termini dialettali che altrimenti si perdono nell’oblio del tempo.
Sottolineano la differenza tra la dimensione attuale fatta di velocità dove le tappe si bruciano e il loro bel tempo andato quando si assaporavano le cose semplici e l’incedere era a “misura d’uomo”.
Alle volte mi provocano con frasi del tipo:
“ma vuoi mettere il gusto di una passeggiata in santa pace con il tuo amico del cuore?”
“i profumi della terra al risveglio in primavera?”
La domanda ricorrente che pongono alle nuove generazioni è la seguente:
“perché tanta fretta se poi non ti godi la vita?”
Confesso che le loro considerazioni sono molto profonde a tal punto che li chiamo con l’appellativo di “saggi”.
Ricordo mio nonno Bepo quando, seduto sulla vecchia poltrona a ridosso della finestra del soggiorno, ci aspettava di ritorno da scuola, per commentare gli articoli di fondo dei vari quotidiani.
Era in grado di spiegare i nessi causali con grande lucidità e semplicità.
Rammento il volto di mio fratello Michele quasi incantato nell’ascoltare.
In quanto depositari di un lungo tratto di storia, queste persone, sono in grado di cogliere i particolari nel processo perché li hanno vissuti in prima persona.
“E’ proprio vero che quando un saggio muore è come una grande biblioteca vivente che va in fumo”.
La categoria delle persone mordi e fuggi sono i clienti che riducono il colloquio ad una mezz’ora.
Sono le persone che definisco “nonni sprint”.
In genere hanno poco tempo e vogliono essere efficaci.
I loro figli sono impegnati nel lavoro ed ecco loro vengono delegati ad accudire i nipoti, fare i pagamenti e tante altre incombenze.
Chiamano per avere tecniche di comunicazione efficaci per interagire meglio con i familiari.
Rilevano come i figli non abbiano pazienza e i nipoti siano spesso incapaci di ricevere i “no” cioè di accettare la frustrazione.
Sono il genere di persone che nella vita hanno sempre cercato di migliorarsi.
In questo caso do piccole indicazioni per superare la barriera del giudizio e favorire l’ascolto.
Come arrivano piene di aspettative, così si congedano cariche di spunti di riflessione.
Sono colpito dalla loro efficienza in età matura e ho cercato di capire quale sia il loro elisir di lunga vita.
Le risorse dei nonni sprint:
Concludo nell’affermare che avere i nonni in casa è davvero una grande ricchezza sia per i figli che per i nipoti anche quando il loro fisico non risponde più bene come un tempo.
La loro presenza rimane sempre di nutrimento.
Un caro saluto.
Antonio