Antonio Guerrera

È una deformazione professionale, oppure ve ne accorgete anche voi?

2020-05-03 14:40:39

Prima della pandemia, un po di tempo fa, mentre facevo ritorno a casa dopo il mio workout mattutino vedo questa scena che mi ha fatto molto riflettere...

Una donna che cercava di far mangiare una ciambella ad una bambina: probabilmente la signora compie quel gesto con tanto amore, ma ignara del fatto che sta praticamente "avvelenando" la bambina.
L'ignoranza uccide, e la disinformazione nell'era di internet non è una scusa.
Quando l'informazione era strettamente legata all sistema di istruzione era concepibile il fatto che persone che non avevano la possibilità di formarsi potessero rimanere ignoranti.


Con l'era degli smartphone chiunque ne possegga uno (praticamente tutti) ha l'accesso a qualsiasi informazione a costo 0
perciò chi è ignorante, lo è, perchè ha preso la decisione di esserlo.


Scene del genere da quando ho preso la decisione di diventare un Coach del benessere, ne vedo ovunque, lo vedo solo io oppure capita anche a voi?

Per chi non mi conosce, mi presento in 60 parole :


27 anni, sportivo, studente di ing. facevo una colazione elaborata, costosa e non sostenibile. E nonostante ciò non riuscivo a raggiungere i risultati che mi aspettavo

Vengo invitato ad una presentazione per sportivi , incuriosito da quel proggetto decido di farmi seguire da un Caoch, come quello che sono io ora. Ottengo un risultato fisico, miglioro la composizione corporea, semplicemente facendo ordine nella mia alimentazione. Le persone intorno si sono incuriosite dal mio risultato e ho fatto della mia passione la mia principale attività e grazie al passaparola è nata la mia 'attività. 


Ma torniamo a noi!

Quali sono i dati al riguardo?


Sono diminuiti del 13%, in meno di dieci anni i bambini obesi e in sovrappeso nel nostro Paese. È questo l’ultimo dato rilevato dal Sistema di Sorveglianza "Okkio alla Salute", promosso dal Ministero della Salute. I dati sono stati raccolti su un campione di 48.946 bambini di 8-9 anni e 48.464 genitori, rappresentativo di tutte le regioni italiane. I bambini sono stati misurati (peso e statura) all’interno delle scuole da operatori formati con metodologia standardizzata.


Un dato che, se pure conferma la lenta ma costante diminuzione del fenomeno, non fa avanzare l’Italia nella classifica dei peggiori Paesi europei per obesità infantile, come dimostra la “Childhood Obesity Surveillance Initiative – COSI” della Regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), iniziativa internazionale a cui partecipano più di 30 Paesi e in cui l’Italia figura tra le nazioni con i più elevati livelli di sovrappeso e obesità.


“L’obesità è diventata uno dei maggiori problemi di sanità pubblica in Italia. Nonostante il miglioramento registrato dagli ultimi dati restano forti differenze geografiche tra Nord e Sud, a discapito di quest’ultimo – dichiara Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS – La diminuzione del tasso di obesità nei bambini è un segno che le politiche sanitarie messe in atto cominciano a dare i primi risultati ed è contemporaneamente il segnale che dobbiamo concentrare maggiormente gli sforzi in questa direzione. Tuttavia – prosegue Ricciardi - resta molto da fare, soprattutto nella promozione della consapevolezza sui corretti stili di vita. I genitori devono fare la loro parte: infatti, questi dati ci dicono che circa il 40% delle madri di bambini in sovrappeso o obesi ritiene che il peso del proprio figlio sia nella norma”.

In particolare, l’indagine coordinata dall’ISS mostra che la percentuale di bambini obesi di età compresa tra i 6 e i 10 anni scende dal 12% del 2008/09 al 9,3% del 2016, e quella dei bambini in sovrappeso passa dal 23,2% del 2008/9 al 21,3% del 2016.

La rilevazione 2016, confermando i dati precedenti, ha messo in luce la grande diffusione tra i bambini di abitudini alimentari errate, seppure si sia rilevato un miglioramento per quanto riguarda il consumo di frutta e/o verdura (aumentato) e il consumo di bevande zuccherate e/o gassate (diminuito). Tuttavia, è una dieta bilanciata uno degli obiettivi più difficili da ottenere a tavola con i nostri bambini.


“In Italia l’8% dei bambini salta la prima colazione e il 33% fa una colazione comunque inadeguata, cioè sbilanciata in termini di carboidrati e proteine condizionando negativamente l’equilibrio calorico del resto dei pasti – spiega Angela Spinelli del Centro Nazionale Prevenzione delle Malattie e Promozione della Salute – a metà mattina, infatti il 53% fa una merenda troppo abbondante e a tavola il 20% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura, mentre durante la giornata il 36% consuma quotidianamente bevande zuccherate o gassate. Nonostante sempre di più sembra che ci sia grande attenzione all’alimentazione e alle tante mode alimentari in giro, soprattutto in rete – osserva la ricercatrice - la realtà ci dice che di fatto neanche sufficientemente ancora ci avviciniamo a un corretto bilanciamento dei nutrienti nell’alimentazione dei nostri bambini”.


Una tendenza negativa che si riflette anche sulle attitudini sportive e sulla sedentarietà dei bimbi italiani.

Il 23,5% dei bambini svolge giochi di movimento non più di 1 giorno a settimana, il 33,8% dei bambini svolge attività fisica strutturata non più di 1 giorno a settimana e il 18% non ha fatto attività fisica il giorno precedente l’indagine. Inoltre, solo circa 1 bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta. Attitudini che si radicano ancora di più grazie all’uso scorretto delle tecnologie vecchie e nuove: il 44 % ha la TV in camera, il 41% guarda la TV e/o gioca con i videogiochi/tablet/cellulari per più di 2 ore al giorno che è il massimo del tempo raccomandato dagli esperti.


Il "problema" obesità


L’elevata prevalenza di sovrappeso e obesità infantile costituisce un problema di sanità pubblica a livello mondiale. L’obesità rappresenta un importante fattore di rischio di malattie croniche e, se presente in età pediatrica, si associa ad una più precoce insorgenza di patologie tipiche dell’età adulta. L’impatto dell’obesità e delle sue conseguenze in termini sociali giustifica la necessità di intraprendere interventi urgenti ed incisivi per contrastare la diffusione del fenomeno. E’ necessario investire nella prevenzione, anche con il coinvolgimento attivo di settori della società esterni al sistema sanitario, sia istituzionali che della società civile, così come raccomandato dall’Unione Europea (UE) e dall’OMS attraverso strategie e Piani d’azione. Tutte le Regioni sono, inoltre, impegnate nella realizzazione del Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014-2018 che, secondo l’approccio del Programma Guadagnare salute, interviene attraverso strategie di popolazione in specifici “setting”. Particolarmente importante a tal fine è il raccordo tra salute e scuola cui compete un ruolo educativo molto rilevante anche nel supportare e stimolare comportamenti salutari a partire dall’infanzia, coinvolgendo le famiglie e l’intera comunità scolastica.

Il PNP, in particolare, per la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili mira al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

aumento del 25% dei bambini in allattamento materno esclusivo fino al sesto mese (180 giorni di vita)
incremento del 15% della prevalenza di bambini di 8-9 anni che consumano almeno 2 volte al giorno frutta e/o verdura
riduzione del 30% della prevalenza di soggetti di 3 anni e più che non prestano attenzione alla quantità di sale e/o al consumo di cibi salati.


Fonte: www.salute.gov.it