Antonio Brazzo

risto coach

NON È UN LAVORO PER MULI

2022-03-24 10:51:58

COME MAI SE IL CONCETTO NON È POI COSÌ COMPLESSO, MI CAPITA SPESSO DI INCONTRARE IL MALCONTENTO DI IMPRENDITORI E COLLABORATORI INSODDISFATTI?

Il mulo ha conosciuto nella storia una notevole diffusione come animale da soma e da fatica, poiché, dotato di una costituzione forte e robusta, di una spiccata adattabilità ad ogni tipo di ambiente, anche quelli più sfavorevoli e di una notevole resistenza alle malattie che invece colpiscono i cavalli o gli asini. Rispetto ai cavalli, i muli necessitano di cure minori sia dal punto vista igienico sia da quello della custodia. E’ un animale rustico e frugale dotato di una proverbiale testardaggine e, nel corso della storia, ha sempre assistito l’uomo nei lavori più duri e pesanti grazie alla sua forza fisica e alla capacità di resistere alla fatica e ai pesi. Il mulo è stato utilizzato dall’uomo come mezzo di traino, come animale da soma, come aiuto nel lavoro dei campi e anche nell’esercito a sostegno delle truppe. Ancora oggi è parte integrante delle economie più povere e arretrate del mondo.

Chiarito ciò, se dovessimo sottomettere un cavallo di razza alle fatiche e umiliazioni di un mulo, quest’ultimo cederebbe o fuggirebbe alla prima occasione. il mulo no, non ha bisogno di esprimersi, non sente la necessità di emergere e mostrare la sua potenza; a lui basta sapere ciò che deve fare e lo fa con dignità e determinazione ma per quanto veloce possa essere un mulo non raggiungerà mai un cavallo di razza al trotto! Attenzione, il mulo non è un cavallo scemo! È semplicemente un professionista nel suo piccolo mondo di fatica ed è tuttavia essenziale in una struttura aziendale che necessita comunque di muovere anche i meccanismi che richiedono manovalanza operativa. Ma alla luce di tutte queste parole che credo abbiano alimentato la tua confusione più che curiosità, la mia domanda è:

COME MAI SE IL CONCETTO NON È POI COSÌ COMPLESSO, MI CAPITA SPESSO DI INCONTRARE IL MALCONTENTO DI IMPRENDITORI E COLLABORATORI INSODDISFATTI?



Credo che sia una questione di confusione o di un tentativo maldestro di ottenere la migliore resa con la minima spesa. Mi spiego meglio :

immaginate una scuderia con 2 cavalli belli, forti e veloci ed un padrone che per risparmiare il costo del viaggio verso l’ippodromo, faceva percorrere alle prestanti bestie i 30 km che dividevano la tenuta dalla struttura, con la scusa di “farli allenare” prima della gara. Dopo questa fatica i cavalli pagati a caro prezzo per le loro caratteristiche, che avevano alimentato sogni di successo, si piazzarono ultimi e tornarono a casa stremati sentendo le continue lamentele del proprietario sul fatto che non vedeva gli animali all’altezza delle aspettative. Alla tenuta, visto che i cavalli di razza erano fermi, per “rinforzare i muscoli” venivano impiegati come cavalli da traino per l’aratro e per “non farli ingrassare” gli si limitò il fieno; La domenica successiva non arrivano neanche al traguardo ed il proprietario si lamentò con prepotenza bastonandoli e aumentando le loro fatiche in fattoria.

 

Uno dei due cavalli si lamentava continuamente con l’altro sul fatto che il proprietario avrebbe potuto comprare un trailer per trasportarli all’ippodromo, che l’aratro avrebbe dovuto essere trasportato da un bue, che non lo facevano mangiare abbastanza, che era stanco di essere trattato come un mulo e così via. Nel sentire le lamentele l’altro nobile compagno stanco anche lui ma consapevole del suo talento da purosangue, studiò la fuga verso prati verdi ed aria fresca per cercare una nuova scuderia così da migliorare il futuro all’altezza questa volta delle sue aspettative, ma di fronte alla proposta il primo si rifiutò motivando la decisione, tra una lamentela e l’altra, con la paura di non trovare altre scuderie, di non trovare erba fresca ed una stalla calda, quasi giustificando la sua situazione col fatto che forse non era tanto veloce da correre in un ippodromo e che tutto sommato almeno aveva un padrone che gli da sicurezza di tirare avanti. Non convinto il purosangue di notte raccolse le sue energie e con un salto inaspettato superò la staccionata e galoppò sventolando la sua criniera libera al vento lasciando in lontananza l’amico che lo guardava da lontano… sempre più lontano.


Un uomo che vide il cavallo correre alle prime luci del mattino, lo avvicinò e lo portò con se nella sua tenuta, lo riconobbe e ne riscattò il prezzo al primo fattore felice di disfarsi di quello che a suo dire era un ronzino. Dopo le giuste cure il secondo fattore ristabilì il prestigio meritato dal cavallo che iniziò a vincere gara su gara fino a raggiungere altissimi livelli regalando soddisfazioni e prestigio alla sua scuderia. Un giorno, di ritorno dall’ennesimo successo, sentì un odore a lui familiare, sporse i muso fuori dal trailer e vide il suo vecchio amico ormai rassegnato e convinto di essere un mulo, che zoppicante trainava a testa bassa un pesante aratro. Ancora una volta lo lasciò in lontananza, e fu l’ultima volta che lo vide quel cavallo da corsa che credeva di essere un mulo e fu trattato da somaro. Il purosangue continuò a vincere e regalare soddisfazioni … tutti lo chiamavano Varenne.

Questa storia non ha bisogno di essere spiegata ma regala sicuramente una riflessione abbracciando i due punti di vista. che tu sia un fattore o un cavallo se vuoi calpestare la terra rossa degli ippodromi ed assaporare il successo, sappi che quello …

NON È UN LAVORO PER MULI !


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