Antonio Brazzo

risto coach

IMPRENDITORE O POSTO FISSO?

2021-12-14 18:10:41

COME DISTINGUERSI IN UN MERCATO DINAMICO

 http://www.antoniobrazzo.com

Sono figlio degli anni 70, in quegli anni le categorie di lavoratori erano ben chiare:Cercavi la sicurezza? E allora cercavi un posto statale, (classe borghese, detto anche posto fisso) o ti accontentavi della linea borderline e lavoravi per qualche azienda privata (posto fesso in quanto pagato ma non sempre contrattualizzato), o entravi nel boom economico come operaio nell’industria nascente (classe proletaria)Eri temerario ed ambizioso? Ti lanciavi nel mondo del commercio, e rischiavi di arricchirti o impoverirti. In qualsiasi caso i commercianti avevano caratteristiche o talenti definiti, nonchè uno spiccato savoir faire !

Negli anni la chimera del posto fisso all’italiana ha ceduto e la generazione della mia decade e successiva, si sono trovate nell’occhio del ciclone prima, ed investite dallo stesso dopo.Certo, noi siamo cresciuti avendo delle consapevolezze che poi sono scemate, e la cosa peggiore è che non solo non ce ne siamo accorti, ma c’è chi non lo ha ancora notato!

Così è accaduto l’irreparabile: molti giovani diventati col tempo meno giovani a carico dei genitori, non trovando un’occupazione all’altezza delle loro aspettative, hanno deciso di crearsela (spesso con la liquidazione dei genitori), è di lanciarsi nel mondo delle PMI (piccole medio imprese) senza la minima idea che, senza determinati presupposti formativi, quel sogno potesse trasformarsi facilmente in un incubo.

In Italia parliamo di circa 400.000 aziende nel settore ho.re.ca, per lo più bar e ristoranti; ma mi sorgono alcuni dubbi:



  • quante in maniera consapevole e serena?


  • Quanti di loro di fronte ad una buona via d’uscita scapperebbero a gambe levate?


Il fatto è che molti hanno investito nel settore hospitality utilizzando dei parametri ormai obsoleti, insegnamenti ormai inefficaci e una volta caduti in “gabbia” hanno iniziato a correre nella “ruota del criceto”.

Il mercato è cambiato e senza adeguate competenze non è assolutamente facile districarsi nell’affollato e succulento mondo delle PMI ho.re.ca, infatti il panorama del settore ci mostra che molte aziende storiche sono cadute rovinosamente nonostante un passato eccellente. Vorrei condividere un esempio: se sei un cuoco e hai deciso di aprire un ristorante, non puoi relegarti in cucina! Se hai deciso di fare l’imprenditore, il tuo mestiere è un altro ossia far si che le entrate superino le uscite; leggere un bilancio, i numeri della tua azienda per valutarne l’andamento, studiare strategie per riempire il tuo locale e renderlo produttivo. Per far si che questo accada hai bisogno di nuove e diverse competenze ; cucinare spetta a qualcun altro, devi assumere un cuoco che segua le tue linee guida evitando di cadere nel tranello del pensiero sadico ossessivo che “COME TE NESSUNO LO SA FARE”. Se poi vuoi cucinare puoi tranquillamente farlo, ma deve essere una scelta e non un obbligo, ovvero decidi tu quando e cosa cucinare, ma se decidessi di sederti a tavola con un cliente importante per creare una relazione d’affari, o di visitare una fiera di settore o ancora di andare in vacanza per cogliere nuove idee, il tuo ristorante deve essere in grado di continuare in maniera autonoma e automatica.

Troppi ex dipendenti, anche bravi e troppi ex disoccupati si lanciano nella vana speranza di far fortuna con giusta ragione, ma con un deficit : la base principale non è COSA fare, ma COME fare!

Il vero dilemma è questo! Cosa fare è il sogno, mentre come fare è il progetto! Purtroppo molti si focalizzano sul sogno fino a che non si trasforma in un bisogno. Come uscirne? investendo in persone capaci di migliorare sia nell’imprenditore che nel team due elementi oggi essenziali : hard skills e sopra tutto soft skills

Cosa sono? Quando si parla di hard skills, si fa riferimento alle competenze tecniche, acquisibili facilmente da decine di corsi che il mercato offre, a seconda delle attitudini, quindi ritornando al discorso precedente: IL COSA.

  • corsi di formazione pratica
  • lingue straniere
  • uso di programmi

Oggi nel settore ci sono diverse scuole di formazione che offrono questo tipo di competenze a seconda delle esigenze, ma una volta imparato il cosa fare resta sempre la difficoltà del come fare a farlo funzionare. Ecco che la differenza la fanno le soft skills. Queste sono competenze interpersonali e comunicative in generale. Sono abilità trasversali, che non si imparano a scuola o a lavoro, ma che si sviluppano con tecniche atte a creare consapevolezze e sviluppare i talenti di ognuno. Le soft skills dipendono dalla cultura, dalla personalità e dalle esperienze vissute dal singolo soggetto, e riguardano il modo in cui questo interagisce, comunica, coopera con il mondo circostante. Attitudini personali e non settoriali, come ad esempio:

  • grado di flessibilità e adattamento
  • capacità di problem solving
  • empatia
  • capacità di relazionarsi
  • motivazione e orientamento agli obiettivi
  • resistenza allo stress
  • gestione del tempo e del lavoro di squadra
  • creatività e proattività

Ritengo essenziali in questo mercato in esigente cambiamento lo sviluppo di soft skills principalmente dell’imprenditore che ambisce al successo ed ovviamente ai collaboratori che seguiranno il suo esempio di persona serena e prosperosa. La differenza tra le diverse attività con le stesse hard skills e prodotti è e sarà racchiusa proprio nella capacità di comprendere il giusto modo di presentarle al mercato attraverso il capitale umano.

Riassumendo il tutto, in un mercato in continuo cambiamento è necessario intercettare, comprendere e sviluppare i bisogni per soddisfare le richieste del pubblico pagante; questo sarà possibile solo attraverso una crescita consapevole, abbracciando quello che il nuovo mercato richiede: competenza e capacità di relazionarsi in maniera vincente con clienti e collaboratori.