Antonella Cecere

Sopravvissuta al massacro del Circeo

2020-03-06 17:31:08

"Storia di un massacro accaduto nel 1975..."

  • "Sembrava un bravo ragazzo. Parlava di musica classica, per farci buona impressione. Rosaria e io avevamo solo 17 anni! Ci ha invitate a una festa da ballo, dicendo che ci sarebbero stati ragazzi e ragazze, compagni di scuola. Per me la parola "scuola" fu una garanzia. Avevo visto Izzo e altri suoi amici diverse volte. Così per prendere un gelato. Quindi mi sono fidata 

Quando siamo arrivate nella villa del Circeo, ci hanno fatte subito entrare in casa. Ci hanno puntato una pistola contro, sghignazzando: "Ecco la festa!". Poi ci hanno chiuso in un bagno minuscolo, senz'aria. Ci hanno spogliate, tolto gli anelli, i documenti, tutto quello che avrebbe potuto renderci identificabili. Sapevano benissimo cosa stavano facendo. Era tutto preparato. I sacchi in cui ci avrebbero messe, da morte, ce li hanno mostrati subito. È stato terribile.

Izzo voleva essere protagonista, al centro dell'attenzione. Ripeteva in continuazione che lui era capace di uccidere sosteneva di far parte della banda dei marsigliesi, di essere molto amico di Jacques Berenguer, il capo. Anzi, era proprio per ordine del boss che ci aveva catturate. Diceva che ci avrebbe ammazzate. L'ora e il modo non erano stati decisi, ma dovevamo morire. "Da qui non uscirete vive" diceva con il suo sorrisetto malvagio. Recitava un copione

Ce l'aveva con tutti. Si entusiasmava all'idea di sequestri e rapine. Era un balordo viziato, che voleva diventare qualcuno. Gli piaceva esercitare un potere assoluto su un'altra persona. Ma senza i suoi amici non ce l'avrebbe fatta. Ha sempre bisogno di complici, di qualcuno che gli faccia da sponda, lui 

A un certo punto ci hanno divise. Rosaria l'hanno portata nel bagno di sopra. Poi sono tornati da me. Ho capito che l'unica, minuscola, speranza che mi rimaneva era fingermi morta. Gianni Guido mi aveva fatto sdraiare per terra, mi aveva messo un piede sul petto e legato una cinghia attorno al collo. Ha tirato così forte che alla fine la fibbia si è rotta. Allora ha cominciato a infierire con la spranga e con i calci in testa 

Izzo si esaltava nel dare ordini. Provava gusto nel vedermi soffrire. A un certo punto, ho sentito una voce che diceva: "Questa non muore mai!". Allora ho deciso di stare immobile, come un animale paralizzato di fronte al pericolo. Sono rimasta così ferma che Izzo e gli altri due hanno pensato di avermi uccisa. Mi colpivano e io non fiatavo: una morta non prova dolore 

Poi,  assieme a Rosaria, che avevano annegato nella vasca da bagno, al piano di sopra, ci hanno caricate nel bagagliaio di una macchina.

Ricordo che durante il viaggio verso Roma scherzavano: "Silenzio! Qui ci sono due morte". E nel mangianastri avevano messo la colonna sonora dell'Esorcista. Per fortuna, arrivati a Roma, hanno parcheggiato la macchina. Volevano andare a cena prima di disfarsi dei nostri corpi. Quando non li ho più sentiti, ho cominciato a urlare con il poco fiato che mi era rimasto.

Ho affrontato un processo a porte aperte. Ricordo l'avvocato di Izzo che diceva: "I tre giovani non volevano uccidere la Colasanti. L'hanno colpita in testa ma non è uscito neanche un po' di cervello".


Donatella Colasanti, sopravvissuta alla violenza e al femminicidio del Circeo.


La notte tra il 29 e il 30 Settembre 1975 i corpi di Donatella Colasanti (ancora viva) e quello senza vita di Rosaria Lopez, uscirono dal bagagliaio di un auto parcheggiata davanti alla pizzeria in cui i loro massacratori stanno cenando.

Uscirono dal bagagliaio prima dell'ultima tappa, quella in cui i massacratori avrebbero occultato i loro corpi.

Uscirono da quel bagagliaio grazie alla prontezza di un metronotte che udì le urla strazianti di Donatella e avvisò i carabinieri.

Gianni Guido

Angelo Izzo

Andrea Ghira

Vennero poi condannati a 30 anni che mai son stati tali, Ghira scomparve dai radar prima della sentenza e latitante è rimasto senza un giorno di carcere, latitante anche Guido.

Izzo ha continuato ad ammazzare donne, nonostante il Circeo, nonostante qualche mese prima dei fatti del Circeo, fosse stato accusato e condannato per aver sequestrato e violentato una sedicenne.


Continuano a parlarne come del “massacro” del Circeo.

E' stato uno dei più efferati FEMMINICIDI della storia italiana, una scia di sangue mai fermata. 

E la storia non è mai cambiata gli assassini delle donne trovano sempre una sponda, un'attenuante, un magistrato, un giornalista che immedesimandosi, li definisce "giganti buoni, troppo innamorati, colti da raptus per mancato amore".

Mica assassini privi di morale, cattivi sputati dall'inferno.