Annette Lechatnoir

O prò o contro, nasce da qui l'infelicità...

2020-03-23 23:23:43

Il racconto di un vissuto con gratitudine... (Prima parte)🙏

PRIMA PARTE

Per la necessità di ascoltare la voce che dentro di me, appena 12’enne, mi incitava a mantenermi coerente con il mio sentire, ho iniziato la ribellione. Tante, troppe, regole di falso buonismo ed ingiustizia per conformarmi alla “infelice” socialità mi sono, da subito, risultate strette, inaccettabili, alienanti. 


16’enne preferivo la solitudine stimolante dei libri e della musica metal alla parentela ammuffita, all’ipnosi televisiva, alla maggiorparte dei “paninari” firmati ed “incerati” del quartiere. Sarei morta piuttosto di sentirmi l’ammansita “pecora”, parte di quel gregge che rispetta le “regole” nella necessità di approvazione costante, che si riconosce solo nel vestirsi come il gruppo, spenta in ogni propria unicità di sentire ed esprimere, ma si stava comunque insinuando e coltivando la rabbia in questa avversione, così da togliermi la “gioia” dell’esistere, dello sperimentare e godere della Vita che avevo tra le mani. Non era la società e la famiglia ad imporlo (benchè sarebbe facile additare il sistema che indubbiamente ci spinge a ciò), ma ben più grave, ero io, unicamente, protesa ad accettare il rifiuto al tutto, senza “vedere” le possibili alternative... io!


O pro, o contro. O bianco, o nero, ed in quel nero (nella mia armatura dark punk antisociale, come un gatto nero che godeva nell'attraversare la strada alla società bigotta) ho vissuto nella palese ostentazione di rendermi avversa ad uniformarmi ad ogni regola, etichetta, moda, bandiera e religione, incattivita, come un animale selvatico braccato, incapace di “vedere” oltre la propria rabbia, uniformata ancora una volta nel sistema “infelicità”.


Non era così che la Vita mi voleva però, mi riservava altro, e sarei dovuta passare attraverso la distruzione di quella maschera, del dolore di un viso sfregiato, di un corpo immobilizzato, per vedere oltre. L’ho capito dopo essere stata fermata, nella mia corsa al “nulla” (si, perchè quella lotta non mi avrebbe portato che a nulla), da un incidente stradale che mi ha ridotto ad essere fisicamente “nulla”, incapace di lottare ancora per dolori lancinanti, costretta all’immobile attesa di riprendere, forse dopo mesi, anni, una Vita “normale”.


Ma non sarei più tornata “normale”. Non mi sarei ri-uniformata, perchè sentivo che “volevo” essere felice. “Fermandomi” nel dolore fisico, la Vita mi aveva dato la possibilità di ascoltarmi più in profondità e, sotto a quella scorza di rabbia, scavare tra le ferite e poter scoprire una incredibile voglia di vivere, di godere della libertà di muovermi ancora e ballare ogni attimo di sole o di pioggia mi fosse concesso! 


Avevo finalmente ascoltato il Maestro che, in me, dava un opportunità diversa al viaggio di “pecora bianca o nera”, aveva aperto la possibilità di trovare me stessa, migliore, di essere quel cambiamento che volevo vedere attorno a me e che avevo iniziato a ritrovare nei libri di filosofia e cultura dello Yoga, appena dopo l’incidente. 


Per necessità ho iniziato a studiare, scoprire e sperimentare su me stessa le metodiche di riequilibrio psico-fisico da autodidatta (perchè a quel tempo non esistevano scuole di Yoga a Padova ed in Italia si saranno potute contare forse nelle dita di una mano), per poter riprendere a camminare e muovermi in modo fluido ma soprattutto liberarmi dei dolori che mi bloccavano totalmente bacino, schiena e collo, per poter riprendere a vivere la mia Vita di ventenne e, sorpresa, via via scoperchiavo me stessa per scoprire che nulla rende felici se non la propria innata gioia di vivere...


... seguirà a breve🙏😊

Namastè

Annette

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